l talla italiani sopra l 65 anni di cui non auto-sufficienti vita media per gli uomini vita media per le donne tasso di natalità (") rilevazlone lstat, 2003 11.200.000 1.970.000 78annl 82 anni 19,2% 9 ,3 per mille abitanti nel 2002; era 11 ,7 per mille abitanti nell980 PENSIONI (IHPORT1 MEDI MENSil.l) (.) pensioni di pensioni di pensioni di 137,18 euro 399,66 euro 582,64 euro (...) (se&gllonl lnlerroedl) pensioni di 3.916,26 euro N. totale di pensioni 1.847.940 5.449.145 3.300.295 45.434 14.412.240 (•) datllnps al l gennaio 2003 (fomiti da Fnp-CisO morire, non ci sono anziani malati, degenti, assistenze sanitarie, tonfi e sibili di macchine per la respirazione opatologie visibili che possano inquinare il sogno». Nel secondo caso, il Corriere detta Sera raccontava che aMilano su 1.298.778 abit~mticisono2.14.908 persone oltre i 70 anni e 92.000 di queste vivono da sole. «Ogni anno- proseguiva ]'articolo (8) -la città diventa più vecchia e i servizi offerti non stanno al passo delle necessità. Anche quest'inverno una decina di persone sono morte in solitudine, in alcuni casi sono passati giorni pdma che qualcuno se ne accorgesse». Già, la solitudine desii anziani. A dare credito alle pobblicità deUa televisione o delle riviste non esiste· rebbe. L'importante sono i prodotti da vendere a que· sta fascia della popolazione: dentiere inamovibili, assorbenti straordinari, creme raumaturgiche per le rughe, pillole miracolose per sprizzare energia e vitalità. Dicevamo: né autunno, né primavera. Intendendo che tra laDisncyland geriatrica della Florida e la solitudine di Milano, magari si può trovare un modusvivettdt' più consono alla dignità, se non proprio alla felicità, forse più difficile da raggiungere. Pensioni, sanità, assistenza, solitudine sono questi, dunque, i limiti che determinano la «qualità» della vita della persona anziana nelle società occidentali. Societàquasi a «crescita zero» (anche suquesto puntooccorrerebbe soffermarsi) per le quali, da almeno un dcDoni..- MC l maggio 2005 pagina 24 èennìo, sono fondamentali i flussi migratori. Afferma· :!:ione quest'ultima che far~ rabbrividire qualcuno, ma che, allo stato delle cose, è difficilmente negabile. Sono infatti gli immigrati chegarantiscono (o garantiranno) il ricambio generazionale, l'allargamento della base contributivae· ne parliamo anche in questodossier (pagina 40) -l'assistenza domiciliare alla popolazione anziana. A bbiamo iniziato con la scrittrice franco-belgaMarI\guerite Yourcenar, vogliamo finire ancora con i poeti, che da sempre hanno la capacità di sintetizzare ln poche, lucidissime parole l'essenza della vita. Terenzio scrisseche <<lavecdùaia è di per se stessa una malattia». Probabilmente era un'esagerazione già a quel tenJ.po (secondo secoJo avanti Cristo) e, a maggior ra· gione, lo è oggi. Forse perché, come scrisse Sofocle, «nessuno ama tanto la vita come l'uomo che sta invecchiando». Sofocle penserebbe di aver ragione se potesse vedere quanti anziani oggi frequentano i corsi dell'«Università della ter.ta età>>, una delle poche istituzioni pro· anzi110i della società moderna. Ma, allo stesso tempo, penserebbe di avere torto se potesse vedere quanti anziani frequentano Jc mense dci poveri, quanti a metà mese non hanno più un euro per campare dignitosamente. PAOLOM OJOLA Non:: (1) MargueriteYourcenat, M.mwrie di Adriano, Einaudi. (2) Federazione nazionale pensionati Cisi,Anziatti200.3-2004, Realtà ed altere, EdizioniLavoro, Roma 2004. (}) lvan Caviechi, lA privatiZ111zion~ sill'nzioSJJ del/4 sanità, Datanews &litrice, Roma 2()(),3. (4) Sbilanciamoci, Cambiamo /i~tanziaria 2004, Roma 200.3. (S} Su The Economist del16 febbraio 2002. {6) Sbilançi~Unoc:i, Cambiamofirumzilm'a 2005, Roma 2004.MC neha parlato sul proprio numero di gennaio. (7) Su la Repubblicu del27 marzo 2005. (8) Sul C()rriere del/4 sera deT26 mano 2005.
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