Missioni Consolata - Maggio 2005

nessuno seppe dove fosse. A nulla erti vals~1 Ja denuncia della madre, tutto era avvolto nel mistero, svelato poi c..lalla stessa Marie: la tenevano prigioniera perché abiurasse il cristianesimo; avevano perfino progcrrato di mandarla in Arabia. Ma un giorno, approfittando di un momento di disattenzione dei suoi guardiani, riuscì a scappare. Si presentò alla polizia; gettò via il velo che le avevano imposto di portare e fece ritorno nel collegio cattolico. Finalmente libera e felice, era in prima ftla, accanto al fratello, per la festa della graduatt'on. Il gruppo fondan1entalisra, non potendo rifarsi su di lei, ha promesso al vescovo che si sarebbero vendicati: ecco spiegam il fuoco alle due chiesette e al pulmino. Marie e Peter, subito dopo la festa, sono stati inviati in terraferma. lei in un collegio cattolico nell'en - troterra, lui scelse di entrare nel seminario diocesano di Morogoro. Una scoria finita bene, ma quame altre non si concludono così. Zonzibor: il gruppo di studenti il giorno de no consegno dei diplomi di maturità. A sinistro, Marie mentre riceve il diplomo. P arroco di Pemba è un giovane prete tanzaniano, padre Apollinaris Msaki, un rnchaga della zona del Kilimaniaro. Aveva studiato ishtmologia al Collegio san Pietro a Roma. L'avevo conosciuto a Genova, nella mia parrocchia, dove era venuto a sostituire il parroco durante le vacanze estive. Volevo salurarlo. [n battello raggiunsi Pemba, altro paradiso terrestre, con una natura stupenda e gente accogliente. Almeno così la ricordavo, da quando, nel L 984. ero stato per qualche giorno ospite di alcuni medici ital iani del Cuam, che operavano nel piccolo ospedale locale. Notai subito un clima di rigetto: «Un bianco che arrivava, cosa era venuto a fare?» mi sembrava di leggere sugli occhi sospenosi della gente. E padre ApoUinaris me ne diede conferma: anche a lui hanno bruciato due delle quattro chiesette costruite nei villaggi c.leU'isola; poi gli hanno tagliato i tubi c.lell'acqua e i fi. li della luce. La polizia locale, alle sue denunce, rispose: «Cerchiamo. vedremo, non sappiamo ancora niente... » e così di seguito. La parrocchia di Pemba è una delle prime fondate dai missionari delo Spirito Santo. a metà del XIX secolo: con una bella comunità di irnPembo: coso dei missionari bruciato dai fondamentalisti islomici. migrati da Goa, cristiani di vecchia data e attaccati alla loro fede, hanno cercato di testimoniare Cristo c mantenere la loro fede in un mondo prertan1enre musulmano e ora fon - damentalista. Oggi , tra discendenti goanesi, impiegati governativi e militari venuti dalla terraferma, l'intera cristianità di Pemba conta circa 200 anime: formano un «piccolo gregge - dice padre Apoll inaris · ,con la missione di presenza e dialogo, senza possibilità di conversioni, ma molto importante per stabilire, in fururo, buoni rapporti tra musulmani e cristiani>>. Ho visitato wtte le piccole comunità di base e ho pregato con loro. Ne ho ricavato un'enorme testimonianza di fede, pazienza, amore: quello evangelico, che arriva a perdonare 70 volte 7, ad an1are anche i nemici, a cercare ciò che unisce, a testimoniare Cristo, morto e risorto, a rischio continuo della propria vita. Testimoni e martiri nel vivere quotidiano, figli di una chiesa lonrana, giovane, missionaria, povera di cose materiali, ma ricca di fede e vera carità; una piccola comunità cristiana, come quelle t.lei tempi apostolici . Grazie, moos. Shao; grazie, padre Apollinaris; grazie, piccolo gregge di ?cm ba e Zanzibar. Gesù è con noi, sempre, fino alla fine elci tempi. Ma con voi lo è in un modo più tangibile e vero, perché è il Cristo della croce, dei marti - r:;; MC ri, della fraternità che vince ogni divisione.

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