Missioni Consolata - Maggio 2005

ZANZIBAR (1ANZANIAJ Viaggio tra passato e presente IL PICCOLO GREGGE L ' aereo ha fatto il suo solito giro attorno al Kilimanjaro. D cielo limpido, il nevaio a portata di mano, le foreste sottostanti. .. Una visione che, nei numerosi viaggi di andata e ritorno tra Italia e Tanzania, mai mi era sembrata così limpida, chiara e commovente. Eccomi ancora, dopo 7 anni di lontananza dal Tanzania, a rivedere vecchi amici e confratelli, luoghi dove ho lavorato, le missioni e la gente: povera, ma serena, soprattutto i bambini .Tanti bimbi , sempre sorridenti, anche quando hanno fame, con quegli occhioni grandi c aperti che esprimono fiducia, amore, accoglienza e voglia di carezze. Scopo del mio ritorno in Tanzania e ra quello di fare da inte rprete a due tecnici del Gruppo «Luciano Brenna» di Mariano Comense, Enrico e Ma rino, inviati per piazzare alcuni macchinari di falegnameria nel Centro pastorale della diocesi di Zanzibar. Grazie al ritardo deU'arrivo del container d estinato a Zanzibar, ho potuto realizzare un sogno che da tempo coltivavo in fondo al cuore: un pel legrinaggio, un tuffo nel passato, ma proiettato nel futuro, cioè vedere le necessità, riprendere contarti, rinnovare l'entusiasmo per la missione e cercare di creare ponti tra comunità e chiese. La visita al cimitero di TosamaVeloce visito ai luoghi del primo amore . m1ss1onono eall'isolo minacciato dall'insidio del fondamentalismo, dove lo piccolo comunità cristiano scopre un nuovo modo di essere presente etestimoniare umilmente il Signore Gesù. testo e foto di Lucio Abrami ganga, una preghiera sulla tomba di tanti amici che hanno <<combattuto la buona battaglia>>: padre Aldo, padre Antonio, suor Adelina... Quanti ricordi , quanti esempi di vita totalmente spesa con grande amore pe r Dio e il p rossimo! Poi a Mgongo, il centro per i raSodoni: padre Lucio insieme o un gruppo di cristiani e padre Silvesfro Bettinsoli. gazzi di st rada tenuto da padre Franco Sordclla e padre Giulio Belotti: ai miei tempi aveva 12 ragazzi, ora sono più di 300, tra allievi nella scuola d i arte e mestieri, falegnameria, carpenteria, calzoleria, sartoria, scuola pratica di agraria... Tra i primi ragazzi raccolti dalla strada , alcuni sono diventati istruttori e hanno formato famiglie stupende. lringa, Mafinga, poi Sadan i, la «mia» cara missione dove, assieme a padre Luigi Negro , ho trascorso il periodo più bello, laborioso e frutn•oso della mia vira di missionario. Padre iJvesrro Bettinsoli, il parroco, aveva annunciato la nostra visita, ma non mi sarei mai aspettato un così folto gruppo di persone, vecchi e giovani, dopo la messa domenicale, in attesa del nostro arrivo. E, come al solito, le donne anziane, con un piccolo dono per il loro vecchio parroco: Mariamu, due uova fresche di giornata, sicu ramente il suo cibo quotidiano; ma dovevo accettarle, altrimenti si sarebbe offesa. Il vecchio Petri , illebbroso, guari - to ai tempi in cui suo r Gemma Ida lavorava al dispensario, anche lui con qualcosa da offrire: due banane e tre pannocchie di granturco, appoggiate sui moncherini senza dita, sorridente e felice, i suoi occhietti sempre fu rbi e pieni di ironia: «Vedi - pareva dicessero - anch'io mi ricor-

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