Missioni Consolata - Maggio 2005

N an è tm Indio nasa; eppure da oltre 20 anni setVe la comunità lndJgena del nord del Cauca di cui, pur essendo tm 'blancoll, ne è leader Indiscusso: è GILBERTO Ml.I~OZ CoaONADO, il primo alcalde (sindaco) di Torlblo. Appartenente al Movimento Civico, U partito Indipendente che raccoglie i voti ed esprime la cosdenza politica indigena. Oggi, Gilberto è coordinatore del Cecidlc, U Centro educativo che raccoghe più dl mille studenti, dal primo anno della scuola elementare 6no aU'tmlversità. Nel mese dl settembre deU'anno passato è stato sequestrato nel Caguan da guerriglieri deUe Fare, insieme all'attuale alcalde di Torlblo e ad altre autorità Indigene. Gli chiediamo una testimonianza su questa sua esperienza dl prigionia. Che cosa l'ha spinta ad andare 'anto lontano, in una .t:ona «ad alto rischio» come il Caguan, e che sentimenti ha provato durante la sua deten~:tone? Ero stato invitato dalle nostre autorità Indigene a partecipare a tm processo dl formazione della comunità di Altarnlra, una piccola riserva Indigena, l cui abitanti sono tutti originari deUe nostre zone, di Toribio e di San Frandsco. Harmo mantenuto la cultura, parlano la lingua della gente di qui. Sono pochi, circa 260 persone, ma vivono In un territorio molto grande, per cui è facile smarrirsi e perdere unità. Il nostro compito era far loro sentire l'appoggio deUa comtmltà dl ortgtne e aiutarli a crescere In tm processo comurùtarto. Questo dà certamente fastidio alla gueniglla, che nella zona wole essere l'unica signora e padrona. Il primo e Intenso sentimento che ho provato è stato quello di essere tenuto prigioniero In un territorio in cui, Istintivamente e da sempre, nù sento più libero: la natura, la campagna. Era preoccupato prima di partire? Mi preoccupava sapere che anche l'attuale alcalde fosse parte del nostro gruppo. La guerri9lla vede l sindaci come parte de lla struttura statale e Il tratta come nemici. Da parte mia c'era la consapevolezza di offrire un servizio. Ascoltando il padre Antonio Bonanoml e l'equipo mislonero ho Imparato che bisogna spendere bene la vita che abbiamo ricevuto. Se si può fare qualcosa per qualcuno che ne ha bisogno, non dobbiamo tirarci indietro; la nostra esistenza è troppo brew per vtveda egoisticamente. Nella selva sono stato riportato all'essenzialità della vita. Avevo da mangiare, sopravvivevo. Molte volte ci affanniamo per cose futili, quando a troppa gente manca l'essenziale per vivere. MC l moggio 2005 pagina 14 Come sono stati l rapporti con i suoi sequestratorl? Quelli che si occupavano direttamente di noi erano ragazzi, alcuni avevano meno di 20 anni, l'età del nùel flgll. A loro ho chiesto che cosa li aveva spinti a imbracciare un fucile; In questo senso c 'è stato un po' di dialogo fra noi. Ho awto modo dl parlare anche con alcuni comandanti, cercando sempre di non esprtmennl come sin· golo, ma come portavoce del processo di una comunità, facendo anche rilevare alcune deUe loro contraddizioni più evidenti. Ho detto loro che, in fin dei conti, abbiamo tm progranuna simile: lottare per la giustizia sociale; ma ci divide U metodo. Mentre essi si deflnlscono ..esercito del popolo~> (beUa ironia), vogliono conseguire la gill$tlzla maltrattando contadini e indigeni. Noi non accettiamo questo modo: Il nostro programma ci impone di difendere la gente. Quando mi liberarono dissi al comandante del reparto che cl aveva In custodia che non coltivavo nessun risentimento per quanto nù era successo. Ho scoperto a mie spese una faccia della Colombia occulta, che non avevo mai conosciuto In maniera così diretta. La vita del guerrigliero è dura, vi sono persone che per anni vivono sotto una tenda, In balla di pericoli e Intemperie. Posso anche rispettare chi si sceglie una vita di questo tipo e lotta con coerenza per quello che desidera. Però, bisogna lavorare non per distruggere, ma per creare coscienze, e queste si creano con U lavoro e l'impegno di tutti, non con la coercizione e la violenza. Questa è una verità che vale per tutti gli attori del conflitto armato. Cosa ha Imparato da ciò che le è accaduto? n lato positivo è stato far emergere un sentimento straordinario da parte della gente; cl siamo sentiti appoggiati a livello nazionale e internazionale, da persone che d hanno teso la mano non solo perché, •poverinl•, eravamo in una situazione difficile, ma anche perché hanno toccato con mano la bontà del progetto che rappresentavamo. Per non parlare de lla gente di qui, della nostra comunità. C'è un senso di unità, di appartenenza nella comunità indigena che non si riscontra ln altre realtà. Penso alle guardie Indigene che sono venute a reclamare la nostra liberazione, annate solo della loro chonta, il bastone del comando; non hanno guardato le ore di lavoro che perdevano o i rischi che correvano per arrivare fino a dove eravamo e tirarci fuori di 6. l'insegnamento è che bisogna continuare, rendendosi conto, però, che quanto si è ottenuto è frutto del lavoro di tutti e che chi Impara a servire l'altro flnlsce con 11 servire se stesso.

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