Sullo strada per Granada. Pagina acconto: studenti nello piozzo centrale di Granada. sentano il 99%), dalle cooperative e dalla gente che lavora nel settore terziario. Questo nella convinzione che l'economia popolare abbia la capacità di risolvere i problemi laddove ha faJJiro il modello agricolo d'esportazione, come ci racconta Orlando Nuiiez Soto, direttore del Cipres (Centro di ncerca epromozione dello sviluppo n~rale e sociale), un centro di ricerca che appoggia, attraverso 30 progetti specifici, lo sviluppo rurale di 150 comunità contadine, 5mila famiglie in tutto il Nicaragua. «La nostra proposta - spiega Soto - è di sussidiare le famiglie contadine perché producano lane, uova, carne, frutta, verdure e cereali, e in questo modo compensino con la produzione alimentare i problemi che l'economia commerciale crea loro. La nostra proposta di produzione alimentare è integrale e si irradia all 'interno dellefamiglie, all 'interno delle cooperative, all'interno delle comunità. Questo permette alla comunirà di amministrare meglio le relazioni con la città, tanto a livello commerciale quanto a livello politico: è questa la nostra strutegia. n problema è che i paesi ricchi hanno chiesto al Nicaragua di produrre beni commerciali pe r l'esportazione (legno, caucciù, oro, cotone e caffè, a seconda delle necessità delle metropoH europee e oordrunericane). Parallelamente, i contadini hanno dovuto produrre per mangiare perché il lavoro come braccianti non offre salari sufficienti per vivere, lasciando tutto il profitto ni latifondisu c al le loro società d 'cspo•·tflzione. In questo modo, il Nicoraguu si trova al centro di un circolo vizioso: più produce più si decapitalizza, più esporta più le sue terre diventano sterili, più sfrutta le risorse ambientali e più perde la sua b iodiversità e la sua gente emigra. Oggi, con il "Piano nazionale di sviluppo", assistiamo a un'offensiva ancora maggiore: non solo ci richiedono i beni commerciali per l 'esportazione, come nel passato, ma addirittura ci viene proposto che il Nicaragua s i trasformi in mercato per i pae i industrializzati. È noto infatti che l'Europa e il Nord America producano e vendano aJimenti e abbiano problemi per "piazzare" le loro eccedenze: pertanto hanno bisogno dell'America Latina, e in questo caso del Nicaragua, come mercato di consumo dei loro prodotti. Si trana di una lotta in corso tra noi che vogliamo continuare a produrre alimenti pe r conservare la nostra sovranità alimentare e i paesi ricchi e le imprese transnazionali che vogliono il contrario. Praticamente è in atto il tentativo di smantellamento dell'agricoltura cenrroamericana che, se riuscisse, costringerebbe il Nicaragua a vendere, per poter sopravvivere, le spiagge, le sorgenti d 'acqua e gli ultimi boschi che restano». (FINE PRIMA PUNTATA) r> Jost CARLOS SoNINO è nato a Cusoo In Perù, ma ha vissuto In Nlcaragua, dove ha studiato archeologia. Vive In llalla da quattro anni. Attualmente è Iscritto alla facoltà di scienze polltlche dell'Università di Torino. Ha compiuto numerosi viaggi nel paesi dell'America Centrale per approfondirne le tematlche sociali ed economiche. MC / aprile 2005 pagina 67
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