(Lc24,46) DaLLa Bibbla. Le poroLe deLLa vita (~) «ADAM, DOVE SEI?» (Gen 3,9) «CHI SEI, SIGNORE?» (At 9,5) di Pa()lo Farinella, biblista P orre domande e interrogarsi sul senso e la direzione dclJa realtà è nella natura l..lfl1alla. I: uomo stesso è una domanda, un perché perenne. Non appena acquista l'usodellaparola, il bambinopopola la suaesistenza ela pazienzadegli adulti conuna teoria infmita di <<perché?», che a lorovolta sonopremessadi altri interrogativi chedisarmano gli adulti prosciugandoli nellalorocapacità di risposta. L'uomo è assetato di conoscenza e la curiosità indagatrice lo pona sempre più oltre... a scoprire novità e orizzonti sempre più ampi. Lo smarrimento eerò, è sempre in agguato. I.: uomo, come l' Adam deh'Eden, è insofferente del suo linllte e cerca di superarsi, eliminando Dio da} suo orizzonte. Inutilmente, perché Dio resta il fine e il limi te dell'uo· mo, in una parola, Dio è «il1uogo» in cui convergono e siiondono la tempotalità e l'eternità. Questa è la sin· golarità della persona umana: finitezza cd etemità, due coordinate sempre in tensione tra loro. n sopravvento delfuna o dell'àltra a scapito del loro equiliòrio, comporta conseguenze tragiche per l'uomo, pede sue relaziooi con gli allri e petl'ambiente in cui vive. La sevrumana potenz-a scatenata dallo tsunami che ha piegato e piagato il SudEst asiatico ha imposto agli uomini una visione fisica della impotenzadell'uomo e ha infetto (almeno lo si _spera) una frustata terribile alla saccente onnipotenza dall'alto, della quale spesso l'uomo assalta, manomette e violenta la natura. Ecco la ragione della domanda sul «dove>> dell'uomo di tutti i tempj che ci po· niamo in questa rubrica. D opo le dleci p_aroteldebarim con cui Dio crea P universo e l'urna· nità, Ja prima parola!dabar che Dio rivolge all'uomo è un interrogativo chelo accompagnerà per sempre: «Dove sei?» (Gen 3,9). I.: avverbio «dove» è più che un'indicazione Iocativa: esso indica una prospettiva e coinvolge la nalura della persona umana d.i tUtti i tempi. La MC j oprlle 2005 pogìna 54 parola di Dio non ha tempo, perché si pone «oggi>> per interr"<>gare l'attualità di ogni persona di ogni tempo. Nessuno puòoltrepassare il suo «Oggi>> e sfuggireal suo «dove sei?». Adam/persooa, di &onte alle sue responsabilità e conseguenze de.lle sue scelte (non accettazione deLlirnite, volont~ di supertlfe il confine umano, velleità di onnipotenza per sostituirsi aDio, spodestandolo della signoria suJ bene e sul male) si nasconde dalla familiarità conDio, dicuioraha paura (Gen3,8.10). Ciò che prima era consuetudined'intimità dialogica, diventa paura «preventiva»: prima ancora che Dio intervenga e ponga la domanda, Adam ha paurà perché «Sono nudo· 1érom» (Gen3,10). È la conseguenza dj éedere al serpente, il più «sca1· tro/furbo- ?irum» tra tutte le fiere della steppa. È evidente clte l'autore della Genesi gioca al modo orienta· le, sull'assonanza 'éroml'iir'Um, nudo/scaltro, per mettere in evidenza che spesso scaltrezza e furbizia non sono altro che un nomediverso per indicare la nudità, cioè la inconsistenza e la vacuità. Adam è nudo perché sfugge al suo <~do· ve sei?» di cm non ha consapevolezza: questo Stato d'inconsistenza lo porterà per semprefuori del suo ambiente vitale, fuori dal giardino di Eden che era stato creato su misura per lui. Esule ne.lla sua stessa umanità, profugo nella sua stessa carne, fuggiasco senza potete mai nascondersi da se stesso, l'uomo è rimasto senza un «dove», senza una prospettiva d'orizzonte. N eUa bibbia la nudità è segno di spersonalizzazione, come il vestito è segno di personalità. Conoscere il proprio «dove» significa sapere sempre a che punto si è della propria stòri~, deJJa memoria che la lega e della maturazione che la marca. n «dove sei?» è l'angolo di visuale da cui affrontare la vita, il futuro, i problemi che sorgono e da dove individuarne la soluzione.
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