della sua gente, cercando di offrire conc:reti gesti di solidarietà. Può dirci com'è èliventatomissionariocomboniano e poi vescovo di El Obeid? Fu il vescovo di Khartoum,mons. Agostino Guaroni, italiano di Bologna, a incoraggiarmi perché diventassi comboniano. Nel1955, partii per l'Inghilterra, feci il noviziato e gli studi di filosofia presso i comboniani. Nel l %0 mi fu concessa una breve vacanza e, dopo cingue anni, potei riabbracciare la mia famiglia a Khartoum, mio luogo di nascita. Frequentai, poi, i corsi di teo]ogia in Italia, a Venegono e Verona, e ftù orcUnato prete nel1964, proprio a Verona alla vigilia della festa dei Santi Pietro e Paolo dal card. Gregorio Pietro Aghagianian, prefetto di Propaganda/Me. ll giorno della festa dell'Assunta feci l'ingresso nellacattedra1edi Khartoum: ero il priQuel che resta di una scuola cattolica. mo e unico sacerdote religioso della diocesi di Khartoum. Attualmente in Sudanci sono 12 vescovi, di cui 10 sudanesi, ma io sono l'unico vescovo del nord Sudan, di madre lingua araba e cresciuto in ambiente islamico. Riesco, perciò, a leggere tra le righe i discorsi del governo. Prove~o da una famiglia cristiana o me ·o ecumenica: mio padre era catto ·co, mia madre protestante ed i nonni materni ortodossi copti. Dal1964 all979 prestai il mio ministero nelladiocesi diKhartoum, prima come vice parroco e poi come parroco per ttprirc nuove parrocchie. Inoltre, poiché potevodialogate con il governo, ebbi molti incarichi a livello diocesano (cancelliere, incaricato delle scuole cattoliche, cappellano dell'Associazione san V1nceozo de Paoli). Nel 1984 fui nominato ammini-
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