sono passati onnai alcuni mesi dall' ultima volta che d siamo visti, da quell'8 di novembre dell'anno scorso quando, In sUemlo come sempre, la tua anima si è riunita aJ •ks' a 'w wata., il grande spirito di Dio. Quel giorno, Ironia della sorte, avevi deciso di prendere la chlva, la corriera locale che tl avrebbe portato con gll altn delegados de la palabra flno al Ceddlc, il collegio dove tutto era pronto per celebrare l'annuale assemblea su padre Alvaro dedicata al tema della solldarietà nella comunità che aveva sognato e per la quale era morto e che tu, Inseguendo lo stesso sogno, avevl servito come catechista e come ricercatore storico. Dico odronla della sorte-, perché tu non avevi certo bisogno della corriera per fare l b'e chilometri che separano la parrocch.ia di Toribio dal collegio, abituato come eri a camminare per le tue montagne. Tre chilometri che avevi già percorso In senso contrario queiJa stessa mattina, per ventre a vedere In paese chi era arrivato, per riunlrtl con l tuoi compagni , fare colazione e scambiare due chiacchiere prima dell' Inizio dell 'assemblea. la chiva si è capottata proprio davanti alla colllna dove da qualche tempo vivevi, davanti a casa tua, lnb'appolando il tuo corpo sotto Il peso della sua grande carro.ueria e spegnendo di un botto l tanti $Ogni che avevi Iniziato a coltivare. Ho ancora ben chiara In mente la volta che mi hai accompagnato a cele - brare le prime comunJonl nella cappella de lA Prlmicla. Era la mia prima uscita In vereda, ed ero nervosissimo: ero arrivato da soli due giorni, la gente non mi conosceva ancora e nello spazio antistante la cappella c'erano vari guerr\gllerl, figure alle quali dovevo ancora fare l'abitudine. Ml hai spiegato In poche parole (non sei mal stato un uomo di grandi discorsi) quello che succedeva e dò che la comunità si aspettava da me. Tutto è filato llsclo come l'olio. Da quel giorno In avanti abbiamo condiviso molti chilometri , molte celebrazJoni ed Incontri. Era fondamentale, per esempio, quella tua Introduzione alla Uturgia, espressa In un linguaggio che la gente coglieva Immediatamente, molte volte In nasa yuwe, la lingua del popolo nasa che tu dominavi alla perfezione. Sapevi quello che dicevi. Negli ultimi anni, oltre aJla catechesi , ti eri dedicato anima e corpo aJ progetto della .Cattedra nasa-UnescOil, un programma di ricerca storica all' interno della comunità basato sulle testimonianze dei protagonJsti. Avevi Intervistato moltissimi anziani che ti avevano parlato delle loro credenze, del vaJori tradizlonaJJ, delle lotte per l' autonomia e Il recupero della terra. Credevi, come padre Alvaro, che d 'utopia muove le montagllell e non tl rassegnavi a vivere come se niente avesse potuto cambiare solo perché alcuni wlevano così. Sapevi che il passato orienta li nostro presente affinché, a partire da ciò che siamo, si possa camminare verso un futuro disegnato In modo differente. D giorno prima dl lasciard avevi comprato qualche regalino per Yuni Alexandra, la tua bambina di otto mesi: un vestltino azzurro, un atlante geografico e un dJzionario. E a chl ti prendeva In giro facendoti notare che forse era un po' azzardato regalare un dizionario di spagnolo a una bimba di neanche un anno, avevi risposto candidamente che questi strumenti sempre servono e sempre serviranno, che ora avevi l soldi e che chissà che prezzo avrebbero awto quando Alexandra fosse andata a scuola. Grande Gustavo, grazie per questa Iniezione di fiducia, per questa speranza che hai portato dentro e che ftno all' ultimo, con poche parole, ma molte scelte pratiche, mi hai testimoniato. PADRE UGO autorità parlare ai giovani del rischio rappresentato dal cedere al richiamo dei gruppi armati o alle sirene del narcotraffico, che della guerra è il principale finanziatore. Si può predicare Ja giustizia sociale, a tutti i livelli, incominciando da quello familiare, sapendo che la pace in Colombia sarà possibile nel momento in cui crolleranno certe barriere sociali che marginalizzano troppe categorie di persone a beneficio di pochi gruppi economicamente più awantaggiati. Anche qui, il sogno di costruire un mondo di pace si scontra con la dura realtà di una situazione contingente che lascia poco spazio alla speranza. Fortunatamente è la gente stessa che ti insegna a non disperare, a non lasciarsi cogliere dal puro disincanto c a vivere anche di utopia. In questo senso a Toribfo è Gustavo, catechista e ricercatc:r re, morto in un incidente della corriera (la «chiva», o sinistra). nato uno dei programmi più semplici e più beUi di quelli ai quali ho potuto partecipare, Los Semilteros de la Paz (i vivai della pace). Nato nel1998 per iniziativa di un padre tanzaoiano, padre Tbomas Ishengoma, missionario deUa Consolata, oggi formatore nel suo paese, e di Maria Esperanza, una volonrariaJruca originaria di MedeUfn, Los semil· Leros sono un gruppo di bambini del centro abitato e delle varie frazioni MC l aprile 2005 pagina 17
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