gli antenati. A un gruppo relativamente ristretto di persone che oggi cercano di opporre i valori della Ley de origen, e della visione deJ cosmo nasa a queUi trapiantati del cristianesimo, corrisponde un numero ben più a1to eli persone che vivono in modo spontaneo e narurale queste due realtà. E questo è ciò che colpisce maggiormente e ponepiù difficoltà ali' operatore pastoraJe che si trova a lavorare in questo contesto. È q w dove ci si rende conto che tre anni di esperienza nel mondo ineligeno sono troppo pochi per poter fare una sintesi sufficientemente accurata deiJ'esperienza scessa. La pastoraJe sacramentale, quella deUa salute, nonché l'istruzione religiosa nelle scuole devono fare i conti con questa realtà quotidianamente. Che risposte può dare il povero missionario alle prime armi quando una famiglia ci chiede un battesimo per i loro figli perché invitata a far ciò dal medico tradizionale (sciamano), catrolico egli stesso, e che ha visto nel la vita della farnigJia un influsso negativo di qualche spirito e nel battesimo Ja forza della benedizione di D io che può ristabilire l'a rmonia che si era perduta? O che dire alla famiglia di una piccola comunità della montagna che ti chiama, come mi è successo, un venerdì santo, perché visiti e benedica una ragazza inferma, 24 anni e madre di tre 6gJi, c che rifiuta il trasferimento della stessa all'ospedaJe in quanto il medico tradizionaJe aveva eliagnosticato La caduta del la ragazza sotto l'influsso negativo Jell'arcobaleno? 11 delegado de la palabra, catechista preparato e costantemente formato sulla parola di Dio e sull 'essenza del messaggio cristiano, ma nello stesso tempo persona che vive inserito nella realtà culturaJe del suo popolo, è l'unica persona che può dare una risposta, che può aiutarti a far luce su cose e atteggiamenti che a prima vista appaiono incomprensibili o che può orientare le persone della sua comunità a vedere un bene anche in elementi eu! rurali estranei alla propria esperienza. «LOS SEMILLEROS DE LA PAZ» L'utopia della pace e il elisincanto rappresentato da una situazione di STORIA E SCOPI DEU'«EQUJPOMlSJONERO» L ' equlpo mislonero di Toriblo venne fondato iJ 4 mano dell979 su iniziativa del padre Alvaro Ulcué Chocué (sacerdote Indigeno e parroco delle comtm.ltà di Toriblo e Tacueyo), Insieme ad alcune suore missionarie deUa Madre laura. L'lnlzlatlva voleva essere una risposta a l processo di rinnovamento ecclesiale e pastorale, In corso In America Latina negli annJ che segulron<;> iJ Conclho Vaticano Il e le grandi conferenze eplscopah di Medellin e Puebla. La scelta di vivere In un'équipe apostolica dl vita e attività pastorale doveva, nel disegno del padre Alvaro, condurre ad una evangelizzazione lnaJI. turata e liberatrice, con una chiara opzione per l poveri ed un'enfasi verso U mondo indigeno e Usuo processo storico di recupero della terra, orga-- nlzzaztohe e sviluppo che, tra molti conftittj e a prezzo di molto sangue vet'Sato , la comunità stava vivendo da alcuni anni a queUa parte. Dopo la morte del padre Alvaro, assassinato a Santander de Quilichao il l O novembre del 1984 per Usuo Impegno In favore della causa indigena, l'esperienza deU'equlpo mlslonero venne raccolta dal missionari deUa Consolata. Coordinato a partire dal 1988 da padre Antonio Bonanoml, U gruppo è oggi fonnato da circa 20 persone: sacerdoti, rehglose, e laici sta este rni come facenti parte della comunità nasa. conflitto armato che dura ormai da più di cinquant'anni: ecco un a1tro grande spaziodella miamissione nel Cauca colombiano. Ricordo quando, prima eli partire mi imbarrei in una delle nostre riviste in una foto di giovani italiani che partecipavaU.Po. Padre Antonio Bonanomi. Sotto: una sala del collegio indigeno (Cecidic). Altra pagina: la piazza di Toriblo. no ad una delle varie attività estive eli fonnazione missionaria. Tutti indossavano la maglietta con Ja scritta «Credo aUa pace perché ho visto la guerra>>. Non so in verità quanti di loro avessero toccato concretamente con mano la realtà della guerra, un po' come il sottoscritto, cresciuto ascoltando i racconti di genitori e familiari che erano passati attraverso le crudezze della seconda guerra mondiaJe, ma mai prima d'o· ra tanto vicino ad un'esplosione o a un colpo di mitragliatore. Cosa fare in questa situazione? Come trasformare l'utopia di una MC l aprile 2005 pagina 15
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