come «tutto 17roq è in fiamme». Solo a Falluja si è parlato di «1.600 vittime ribelli». Ormai la propaganda belUdsta non regge neppure alla più elementare logica eucUdea.•. Le (sagge) parole di Kofi Annan e Boutros Ghali rappresentano il sigillo istituzionale e democratico ad un vero e proprio sterminio. Nessuno che parlf mal delle vittime dvilf. Eppure è questo un mondo dove le chiacchiere abbondano, oltre alle menzogne. Tutti ricordiamo aii'Onu (telecronaca in tempo reale in molti paesi e continenti) la «colombo> americana Powell con la manipola· ta provetta in mano? Si, chiarissimo. Tutto decorre dall'«11 settembre 2001», supportato da un racconto molto fantasioso ad uso e consumo di Usa e Israele. Ci si è pure inven· tati un aereo sul Pentagono, che nessuno ha mai «visto>>; di Al Oaeda si è saputo <dutto dopo» e <multa prima>> e non si è approfondito niente. Chissà perché... Al Zarkawi è sempre imprendibile e nessuno lo conosce; Sin Laden, che da anni non telefona (neppure ai suoi numerosissimi figli) , è sempre ammalato df diabete, ma, al contempo, dirige il «terrore nel mondo>>. Ame pare che l'unico che rompa glf equftfbri nel mondo sia il rieletto comandante in campo, del quale qualcuno ha scritto: «Ha gli occhi troppo vicini per essere intelligente>>. OBush o Kerry, le multinazionali non fanno sconti. Dei 500 mila bimbi iracheni la responsabilità è dei «liberoU» Clinton e Albright, tanto per capirci. Ricordo un intelligente Vittorio Sgarbi che ne mostrava gli effetti fotografici su Canale 5, anche se tutto si è limitato ad una sola «sterile>>trasmissione... Beh, megUo non disturbare il manovratore! Berlusconi è al passo del padrone atlantico, e la sinistro (che aggredì la Serbia per apparire «credibile» al gendarme planetario)... anche. Salvo solo Missioni Consolata e poco altro. Ma, davvero, si può credere che glf Stati Uniti siano venuti in Italia per «liberorci» e basta? È ovvio che non sia stato cosi; infatti è normale che uno stato impieghi uomini e mezzi a decine di miglfaia anche per il proprio tornaconto. Il flagello umanitario in America Latina è da secoli sotto gli occhi di tutti: basta chiederlo a chi si reca sul posto. Come chi va in Palestina si accorge della quotidiana repressione di Israele verso i legittimi proprietari di quella terra, mentre la stampa svolge un'operazione molto più «filtrata»: tutto poggia (e viene «compensato») su «Auschwitz e dintorni», dove «gli ebrei sono le vittime per eccellenza>. Ci sarà mai un tempo per una (macabra) contabilità delle vittime dei pellerossa o dei regimi latinoamericani al soldo delle lobbies economiche? Per chi crede in maniera irriducibile nel valore della vita e/o si autofnveste in maniera preventf· va del ruolo di latore dei valori democratici, dò non dovrebbe essere che di conforto, anzi auspicato. Ricordo che Lozada, predecessore dell'attuale presidente boliviano Carlos Mesa (su Missioni Consolata, dicembre 2004, vi è una bella intervista di Paolo Moiola), è stato pri· ma cacciato dal suo popolo, dopo averlo represso, e in seguito ospitato e presentata negli Usa come «difen· sore della democrazia». Uno schema consolidatissimo. Se Saddam Hussein era un dittatore, l'egiziano Moubarak, amico dell'Occidente, da chi è stato eletto e quando? Delle famose «fosse comuni» di Saddam, anticipate da una marea di chiacchiere, non si è vf· sta una fotografia .•• come del resto con Milosevic, il cui processo è «Op· portunamente silenziato» al patetico Tribunale penale internazionale t!eii'Aja. Ereato affermare di simpatizzare con la resistenza irachena? Forse sì. Il male non è dato dal balbettio minimalista dei nostri politicanti, bensi sta nei nostri modelli di vita: se comperassimo meno prodotti f. nutili, toglieremmo in maniera pacifica e radicale a molte sovrastrut· ture industriali ed economiche la loro ragione di esistere, sfruttare e... uccidere (e intaseremmo meno le aule dei tnbunali nostrani). Tutte le idee per definizione sono «belle», mentre il male sta esclusivamente nei nostri modelli di vita, dove è sempre bene tenere un oc· chio attento alla realtà, perché c'è chi con cinismo, perfidia e «sapiente» cosmesi mediatica la sovverte. MAX CoLE BRESCIA L'ultima lettera è diversa dalle precedenti, e non solo per la lunghezza (l'abbiamo in parte ridimensionata, sforzandoci di non travisare i contenuti). Il lettore mette molta carne al fuoco; talora è allusivo, a scapito della comprensione. Non sempre siamo d'accordo con lui: per esempio, non condividiamo che «in Iraq... terroristi sono solo gli Usa»... Diverso è pure l'intervento di don Achille, che ci raccomanda di «non ospitare tendenziose opinioni su fatti di rilevanza mondiale, essendo (la rivista) un mezzo di comunicazione rivolto alle "famiglie"». Raccomandazione sacrosanta che dovrebbe valere per tutti, magari dopo aver stabilito cosa si intenda per «tendenziose opinioni». RISPONDE PAOLO MOIOLA • Nell'articolo contestato da don Lumetti, tra le tante autorevoli opinioni ci sono anche quelle di: don Paolo Farinella, don Raffaele Garofalo, don Gianfranco Formenton, don Aldo Antonelli, padre Roy Bourgeois. Le famiglie italiane dovrebbero accontentarsi di sentire BrunoVespa, Giuliano Fer·rara, Emilio Fede o Mara Venier? MC l mano 2005 pagina 9
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