per la dissennata scelta dl fare guerra «prewntiva», isolandosi dall'Europa dei padri fondatori e correndo a scodinzolare dietro a Bush nella sua insana avventura. Invece U governo si è preso tutto Il merito medlatico della Uberazione delle «2 Simone». Sarebbe stato più opportuno, anche per rispetto agli italiani che erano laggiù (i soldati vi sono ancora), non suonare fanfare e strornbazzare tamburi. Ciò che ha ìnorridito il governo pro tempore e la canèa che lo sostiene sono state le limpide parole delle due ragazze, ignare di quanto succedeva in Italia e altrove: Chiediamo la fine de/laguerra, perché chi ne paga le spese ~ la popolazione inerme. Queste parole hanno scatenato U linclaggio morale delle ~2 Simone•, le quali, come lei può verificare, non hanno concesso interviste, si sono eclissate subito e hanno ripreso U loro lavoro, in attesa di ritornare in Iraq, dove hanno lasciato amici, donne e bambini con cui costruivano un futuro di riscatto. Lei è nato ne11930, quindi ha fatto in tempo a vedere le conseguenze del fascismo che ha permesso al nazìsmo di installarsi in Italia con tutte le conseguenze del caso. Nessuna dittatura può essere tollerata; ma neppure alcuna azione illegale e immorale, come la guerra preventiua , contro cuì lo stesso papa ha detto parole di fuoco. L'l l settembre, atroce e diabolico, non autorizza a usare mezzi altrettanto atroci e diabolid: si chiamerebbe vendetta. Il terrorlsmo, fenomeno non nuovo nella storia degli ultimi tre millenni, non è il «profetizzato anticristo», ma il risultato di politiche ingiuste e scelte sbagliate da parte di governi miopi Unghilterra, Francia, Russia di fine XVID secolo e America del secolo scorso e dell 'attuale). Democrazia, Occidente e Cristianesimo non sono sinonimi, anche se in certe tornate storiche qualcuno tenta di farli coincidere. Una cosa è la democrazia, termine non univoco presso culture diverse: ìn Oriente non esiste il concetto stesso di democrazia e ìn Cina nemmeno l'ideogramma per esprimerlo; noi sprcloquiamo di democrazia. senza conoscere i popoli a cuì vorremmo esportarla (anche con una guerra?), Altra cosa è l'Occidente e altra oosa ancora è UCristlanestmo, che per sua natura è portato a innestarsi in qualsiasi cultura (oggi il Cristianesimo numericamente è maggioritario nei paesi del Terzo mondo non in Occidente). Lei sa che il Cristianesimo è nato ìn Ori~nte: ìn Palestina e nell 'attuale Siria. Gesù era ebreo, come lo erano Paolo, gU apostoli, Maria e tutti i primi cristiani. Ad Antiochia, nell'attuale Siria, per la prima volta i credenti furono chiamati ~cristiani». Identificare Occidente e Cristianesimo è fare un'operazione Indebita e non corrispondente alla verità rivelata e alla verità storica. n sig. Berlusconi che s'identifica con il •Beneo (lo sono Il Bene) è blasfemo, perché si ammanta dl un'aura religjosa che non ha e induce a somigliarlo a Gesù, che ebbe a dire: lo sono la via, la ueritd, la vita, la porta, Il pane. Simili aberrazioni schi2ofrenlche dovrebbero sconvolgere le budella dei credenti, perché si trovano di fronte a uno che assume la fisionomia di un messianismo per tutte le stagioni, mentre con le sue Tv divulga un mondezzaio, che ha già travolto le coscien~ dei più, deformandone l criteri di valutazione e di critica. Siamo grati all'America per l'intervento liberatorio dell'ultima guerra; ma lei sa bene che le questioni storiche sono molto più complesse di quanto sappiamo semplificare. L'America intervenne per difendere se stessa e di conseguenza per aiutare l'Europa a liberarsi dall'oppressione nazifascista. Aquesto scopo fornl mezzi e armi alla Russia di Stalin, con il quale concordò un comune ìntervento, sia dall'Occidente che dall 'Oriente. Non vinse solo l'America. Se dobbiamo essere onesti (e noi credenti non possiamo non esserlo), bisogna dire che l'Europa fu salva dalla combinazione di tre interventi:America, Russia e resistenza italiana, francese e scandinava. Non è un caso che la nostra Costituzione, mondlalmente giudicata come la più equilibrata tra le esistenti, è il frutto di tre matrici culturali: cattolica, sociakomunista e liberale. a può piacere o meno, ma la realtà non sì può mutare. Resta il fatto che oggi al governo stanno non chi allora fu a fianco degli americani liberatori, ma coloro che furono a fianco e succubi del nazismo, causa di mali atroci per la nostra nazione. Ani e compagnia non sono un vulnus nella nostra tradizione democratica? Per favore, non mi dia del «comunista1•. Non lo sono e non lo sono mai stato. C aro sig. Ludano, come vede le questionl sono complesse e per poteme dare una valutazione abbastan· za consona, è necessario avere in mano tutti i dati del problema, che oggi non è possibile in questa Italia, dove la democrazia è stata accorciata da leggi che mirano solo all'eversione del diritto. Prima di morire, don Giuseppe Dossetti, padre costituente e perito conciliare del card. G. Lercaro, dopo 20 anni di sUenzio, muto e orante, ricominciò a battere l'Italia per awertire del pericolo incombente: lo stravolgimento della Carta costituzionale e lo sfregio dello stato dì diritto a cui l'avventura Berlusconl avrebbe portato l'Italia. A lui , con altre motivazioni, si unì lndro Montanelli, che mise ìn guardia contro la stessa avventura, tanto da essere licenziato in tronco. Disdire l'abbonamento alla nostra rivista (come scrive in calce alla sua lettera}vuoi dire solo una cosa: nonostante cerchi Mdi avere una visione pluralistica degli avvenimenti•, lei vuole leggere solo quello che coincide con il suo modo di vedere e chiede alla rivista una funzione che la garantisca in questa sua ideologica presa di posizione, probabilmente inconscia. Lei rifiuta tutto ciò che non combacia con quanto pensa. Un consiglio d'amico: continui a leggere la rivista, che forse è una delle poche non prezzolata e non in svendita, guidata da un concettodi servizio che supera la cronaca e gli ìnteressi di parte, ma ancorata aDa prospettiva di non fare gU interessi di alcuno se non dei poveri di cuì è voce limpida e senza compromessi. Le resterebbe Libero, fratello gemello del Giornale, strumenti liberi di essere al servizio del padrone di turno. In questo senso, una rivista cattolica non potrà mai essere super partes, perché il vangelo non lo è (Matteo 25,31-44) : esso d impone di stare dalla parte del senza voce1 dei senza diritti, del poveri, secondo il principio che «le ~ioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (Gaudium et Spes, n. l). PAOLO FARINEI.lA, PRETE
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