Quest'ultima deve avere un suo posto, che non è quello deUe imprese capitalistiche selvagge, ma quello delle iniziative individual i o familiari. Per quanto concerne lo stato, esso dovrebbe fare la sua parte, avendo cura dei beni pubblici, delle risorse sociali, aiutando i progetti, occupandosi di quei bisogni collettivi, che non sono soddisfanj né dall'economia privata, né da quella solz~ doria. Come il mercato può essere solidale, anche lo stato può esserlo. Insomma, bisogna lavorare per farlo diventare così...». Di fronte alle incompatibilità con il mondo fisico, alcuni economisti hanno cominciato a parlare della necessità di un'economia senza crescita. n suo pensiero al riguardo, professore. «A noi sembra di aver individuato un tipo di sviluppo possibile e compatibile, socialmente ed ecologicamente. E cbe può contribllire a risolvere le contraddizioni insolubili create dal modo di produzione capitalistico e statalistico. Lei mi chiede della crescita. Guardi, io sono molto deciso nel dire che qualunque proposta che voglia escludere la crescita economica in America Latina e nel Terzo mondo è foiUa. Mi spiego meglio. Nel mondo siamo più di 6 miliardi , no? Ebbene, il mondo che non deve più crescere e LmRl 01 Luis RAzETo MtcUARo: • Le dieci strade deD'economia di solidarietà, Emi, Bologna 2003 (unioo libro ;, tialiano) • De la economia popular ala economia de solidaridad ed un proyecto de desarroUo aJtemativo, Edlciones P et, Saotiago 1998 • OesarroDo, ttansformaci6n y perfeccionamiento de la economia en el tiempo, Edlciones Universidad bolivariana, Santiago 2000 ALTRI UBRJ SULL'ARGOMENTO: • Andrea Saroldi, Costruire economie solidali, Emj, Bologna 2003 • Andrea Saroldi, Gruppi di acquisto so~dali, Emi, Bcdogna2003 Sm: • www.economiasolidaria.net • www.bilancidigiustizia.it La clelocalizzazione secondo «Foreign Policy». consumare è composto da t miliardo e 200 milionj di persone, ma al resto deWumanità non si può cruedere di non crescere. Dire all' America Latina cbenon deve più crescere vuoi dire condannarla alla morte in .eochi anni. (}lindi, bisogna distinguere... La norz-crescilo a me pare una proposta valida. Ma può essere proposta soltanto a coLoro che stanno consumando troppe energie, troppe risorse naturali , a coloro che contaminano il mondo per troppa artività. Viceversa, la non crescita per i paesi poveri significherebbe aggravare i loro problemi, anche qucUi ecologici>>. D'accordo, professore. Però, se tutti i paesi ed i popoli arrivassero ai nostri livelli di consumo, che accadrebbe del pianeta? «Infatti, io non dico di portare i paesi cosiddetti sottosviluppati allo sviluppo conosciuto nei paesi occidentali. Ancbe questa sarebbe una follia. Proprio per questo c'è bisogno di un'altra economia, d i un altro sviluppo, che è lo sviluppo previsto dall'economia solidale: un 'economja che non distrugge l'ambiente ma lo cura; una crescita che crea nuove risorse, specialmente risorse umane. Insomma, un tipo di sviluppo diverso, che implichi produrre, consumare, distribuire, accumulare e svilupparsi con solidarietà. Non vogliamo diventare consum~;Hori come lo sono gli Stati Ururi o l'Italia: quello è un modo di vita che non è possibile né sostenjbile». E l'economia di solidarietà è un'economia sostenibile? «Noi riteniamo che lo sia. Noi pensiamo che lo sviluppo non sia solo una crescita quantitativa. Crediamo che si possa avere un'alta qua li tà di vita senza necessariamente riempirsi di cose e d i prodotù. Pensi a dò che abbiamo detto prima: il fatto che, neU'economia di solidarietà, la proprietà privata sia condivisa e non escludente, fa sì che ci siano molti meno rifiuti, che la durata dci beru sia più lunga e che il bisogno di essi sia nlinore... ». Una strada questa che lei segue anche nella vita privata... Professore, è esatto dire che lei vive in modo alternativo? «Vivo in una comunità ecologica, con la mia famjglia, moglie e quattro figli, che hanno dai 25 ai 34 anni. È una comunità posta al le falde della cordigliera delle Ande, in campagna, ma molto vicini a Santi~~o. Yi_partecipano 250 gruppi fa - milian. E una scelta e sop.rattuno un progetto di Mc VIta». -- 1.J: PftECEOENTl PUNTATE: Per la serie .QuAU ECONOMIA?•. abbiamo già pubblicato le lntervlste oon U professor SrnGE I.ATOOCHL (MC, gennaio 2005) e con U pro(essor WOU'GANG SACII& (MC, febbraio 2005). MC l marzo 2005 pagina 63
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