Ma noi, come governo, abbiamo preso delle misure, senza aspettare questi soldi, per cominciare una serie di lavori. Il 15 novembre scorso abbiamo lanciato vari cantieri con i fondi del Tesoro haitiano e della Banca lnteramericana di Sviluppo che ha già iniziato a pagare. Sono progetti per creare lavoro nel paese, perché la nostra opinione è nota: la causa essenziale dell'insicurezza è la disoccupazione, la misena. Ad esempio? Intanto c'erano certe condizioni che dovevamo rispettare, come fare un decreto che crea la commissione per l'assegnazione dei mercati. Poi siamo in piena contrattazione per cominciare il più rapidamente possibile la ricostruzione di alcune importanti strade dd paese, sia al nord che al sud. Mercato delle scarpe a Port-au-Prince. A livello politico interno, i diversi attori sono oggi disposti a mettersi d'accordo per gestire la crisi? Sanno bene che non c'è altra possibilità di uscire dalla crisi se non quella di assicurare il successo della transizione. In questi mesi tutte le attività pre-dettorali devono cominciare; quindi, se vogliamo veramente uscire da questa situazione per arrivare a un governo legittimo, non si può che appoggiare la transizione, per portare il paese alle elezioni a fine 2005. Lo stato è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini e di arrivare alle elezioni? Abbiamo chiesto aiuto alle Nazioni Unite che hanno inviato i caschi blu della Minustha, perché fin dall'inizio abbiamo riconosciuto di non potercela fare da soli, con una polizia di 3 mila effettivi, mal formata, mal equipaggiata, che non aveva neanche le armi, per 8 milioni e mezzo di abitanti. Non sarà lo stato haitiano da solo che garantirà la sicurezza, ma in cooperazione con le Nazioni Unite e le truppe della Minustha. Ma le violenze nella capitale e in altre città continuano... Adesso va meglio e la Minustha sarà ben presto al completo, avrà il suo effettivo totale in questi giorni. Sono pronti a impedire ogni genere di disordine, come quelli che ci furono alla fine del mese di settembre. Entriamo in un periodo in cui la Minustha prende ancora più coscienza della necessità di garantire una sicurezza totale, affinché cessino le violenze e il processo elettorale possa realizzarsi nelle migliori condizioni possibili.
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