li più deboli è un costume ancora in voga. Grazie a Dio, però, riusciamo a salvarli: li alleviamo e poi cerchiamo chi li adotta». La suora lo prende in braccio e me lo mostra: sembra più piccolo della mano della religiosa; pesa un ~bil? e mezzo, ma sta bene e soprawtvra. <D0110 Profumato», un nome simpatico per esprimere un'altra meraviglia del vangelo, che sconfigge superstizioni e tradizioni culturali che puzzano di morte. L a mattina faccio un giro in ospedale e scopro altre novità. In una zona del complessovedo varie costruzioni modeste e domando chi vi abita. «Vi sono i malati di tubercolosi - spiega la dottoressa Isabelle Hortense Ranaivo -. Li alloggiamo qui per almeno tre mesi, cioè, per tutto il tempo necessario alla cura completa della malattia. Restando a casa, ogni cura sarebbe inutile, per l' incostanza nel prendere le medicine, oltre al rischio di propagare la malattia>>. Mi informo a lungo sulle malattie più frequenti deUa zona. «La tubercolosi è io aumento, insieme ad altre infezioni respiratorie - spiega la dottoressa -. L'Aids non sembra ancora diffusa; ma non abbiamo mezzi sufficienti per fare Lutti gli esami necessari per diagnosticarla. Tuttavia, la malattia più diffusa è la malaria. Per ora colpisce in forme curabili, ma per i bambini è spesso mortale eproduce molta gente anemica. Molto frequente è pure la drepanocitosi, una malattia genetica per cui si nasce con i J,tlobuli rossi a forma di banana anziché rotondi . n morbo lascia poche speranzedi vita; chi sopravvtve la trasmette ai propri figli. Verminosi e infezioni tifoidee, soprattutto, sono all'ordine del giorno per mancanza di igiene e per l'acqua altamente inquinata. Mancando i servizi igienici, le piogge convogliano tutto nei fiumi e risaie, da cui viene attinta l'acqua per usi domestici. I bambini sono le vittime più colpite da tale situazione di miseria sociale e ambientale>>. <<L'aborto è praticato?» domando timidamente. <<Ci sono alcuni casi ; ma Le gravidanze indesiderate sono rare: il bambino è sempre ritenuto un dono di Dio». A ccanto alla Casa della carità sorge la sede dei volontari di ReggioTerzoMondo. Massimo Ambrosini, trentenne, da un paio d'anni segue un progetto di sicurezza alimentare, che prevede la costruzione di 8 dighe in terra battuta per la raccolta e distribuzione dell'acqua per la coltivazione del riso. La prima diga (50 metri di lunghezza, 15 metri di base e 3,5 di altezza) è già stata completata nel gjro di tre mesi, impiegando una ventina di operai, muniti di pale e carriole, senza alcun mezzo meccanico. L'opera è completata da due pozzi scavati a mano. Un altro laico del Rtm è il trentunenne Matteo Caprotti, che da tre anni segue un progetto per il contenimento della filariasi (elefantiasi). <<Questamalattia - spiega -è causata dall'elevato numero di punture di zanzare, .fino a depositare nel sangue una tale quantità di microfilaria da invadere c ingorgare il sistema linfatico, facendo ingrossare alcune membra, Je gambe soprattutto. Si calcola che il 50% della popolazione della zona ne sia affetto, anche se non tutti nemostrano le conseguenze più appariscenti. Il nostro progetto se!,'Ue circa 170 mila persone». Generalmente l'impegno di questi volontari dura tre anni ; eppure si rivela preziosissimoper sostenere ed estendere l' attività dei missionari e missionarie delle Case della carità, che alla missione dedicano tutta la vita. Anch'essi compiono meraviglie di vario genere. Simona Puttini, per esempio, coordina un progetto di aiuti alimentari (World Food Programme). Buonaparte di tali aiuti provvedono il pranzo a migliaia di alunni delle scuole nella periferia della capitale malgascia. Oltre al settore scolastico, il programma raggiunge bambini denutriti, portatori di handicap, carcerati, malati di tubercolosi in 45 centri nella capital.e e nelle zone rurali. Da due anni Andrea Guerrini ed Elisa Albeni gestiscono un programma di sViluppo dell'artigjanato. Oltre a promuovere corsi di formazione per gli artisti e procurare loro strumenti e materiali per sviluppare i loro talenti, li aiutano nella gestione e commercializzazione dei prodotti. È nata coslla Fiavotaoa, associazione di 181 artisti, divisi i.o t 4 gruppi, che affrontano con disinvoltura le sfide del mercato. Goffredo Sacchetti coordina un progetto di promozione agricola e artigianato a 220 chilometri a ovest di Antananarivo. Controparte locale dd progetto sono i gesuiti, che hanno un Centro di formazione agricola e scuola professionale. Padre Alex Moreschi, autore dell'articolo, con due ragazzi malgasci. «ll futuro del Madagascar è all'ovest - afferma il volontario-. Qui il terreno non è ancora sfruttato ed è ricco di acqua. Noi formiamo gjovani all'agricoltura e al rispetto dell'ambiente; insegniamo nuove tecniche di allevamento, a gestire i loro prodotti e diamo gli strumenti agricoli per cominciare a sviluppare il terreno messo a disposizione dallo stato. Dopo 25 anni di lavoro sulla stessa terra, i coltivatoti ne diventano proprietari». ll progetto dura tre anni, ma Goffredo, 46 anni, dal 1989 con Rtm, non vuole sentire parlare di ritorno in Italia. «Anzi - conclude -, vorrei fare appeUo ai gjovani italiani, perché vengano a dare una mano allo sviluppo di questo paese; è una vera fortuna: si riceve molto ~ più di quanto si possa da- Mc re». -- MC l marzo 2005 pagina 15
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