Missioni Consolata - Febbraio 2005

• . \0 di retto . de\\a Consolata e; ~'\~ fta i Miss,ona~' loro Mgongo (Tanzania) •••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ALTRE STORIE••• DI CONSOlAZIONE P rima di tutto,_grazje a voi, cari amici, che avete collaborato all'andamento e progresso del nostro Centro, con amicizia, preghiere, offerte. Di tanto in tanto vi aggiorno con la Lettera agli Amici, per farvi assaporare le nostre gioie, le nostre ansietà, le nostre «storie». La Provvidenza si serve di noi e di voi per operare mi racoli. Oggi non vi racconto molto. Solo due parole sull'ulti~ mo arrivato. È un vero perso(laggio: dieci anni di furbizia, irrefrenabile vivacità; è piombato all 'improvviso nella vita delJa Faraja House, scompigliando programmi, orari e un certo ordine, ottenuto con fatia. dagli educatori. È mol to simpatico e sveglio; ci tiene tutti allegri... È un vero Gianburrasa.! Ce l'hanno portato alla fine di ottobre 2004, spedito da un centrD per bambini sieropositivi di Dodoma, in cul era ospitato da quasi due anni e dal quale è stato allontanato perché troppo vivace. È arrivato con poche medicine e ancor meno spiegazioni per continuare la cura con antiretrovirali. È orfano; ha solo la «solita zia», che è dovuta andarselo a riprendere, ma che non ha possibilità di farnulla. Per fortuna, e per caso, ho incontrato due medici ita· Jiani di passaggio, che mi hanno aiutato a studiare modi e tempi di aprire un centro per Aids all'ospedale di Mafmga; inoltre, mi banno indicato una farmacia diDar Es Salaam, dove sooo riuscito a procurarrni le medicine appropriate per proseguire la cura del bambino. O ra, nel nostro Centro abbiamo anche tre bambini sieropositivi, uno dei quali sta declinando velocemente. Era allegro, sjmpatico, sereno. Una risata argentina da mettere i <<bnvidi»... Oggi non riesce più a sorridere,p erché ha la bocca piena di piaghe; ieri aveva la febbre a oltre 40 gradi. Poco fa, era accanto a me con le lacrime che mi chiedeva: «Quando guarirò?». Da tre mesi è sottoposto a cure contro la tubercolosi: ha una tosse da far compassione; ma appena possibile, cominceremo con gli antiretrovirali, se riusciremo a procurarceli, nonostante i costi e, soprattutto le difficoltà di reperirU. Forse lo aiuteranno. Passo ogni tanto un po' di tempo con lui, in silenzio; pare cbe i nostri cuori parlino da soli. Mangia poco e dimagrisce ogni giorno. A oche qui alla Faraja abbiamo vissuto il natale come ai vecchi tempi. D presepio lo abbiamo prepar-ato tutti insieme: chi ba cercato alcune pierre per fare le montagne; chi ha procurato pezzi di specchi per i !aghetti; chi la carta stagnola per il fiume, la sabbia per le strade, l'erba.... E poi a sistemare le statuine di ogni t~po, rivolte verso la capanna; in lontananza i magi e sulla montagna il castello di Erode. Amezzanotte il più piccolo della nidiata arriva con la statuetta del bambinello e con tanta devozione la mette nella culla, mentre tutti, grandi e piccini, cantano con gioia: «Gloria! Gloria!», davanti a un Bambino che tende le braccia ai poveri. Franco Sordella Oltre al presepio di tutta la comunità di Mgongo, i ragazzi ne hanno preparato uno personalizzato.

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