16 FE88RA10 2005 • 2012 KYOTO BUSSA ALLE PORTE. PER UN MISERO 5,2 PER CENTO Gli Stati Uniti, il r,aese più inquinante del mondo, non aderisce al trattato dj Kyoto. t Italia, finnataria ma inadempiente, ha annunciato che, anche in questo, presto seguirà Washington. Quando l'interesse partkolare schiaccia quello universale. .. 1997, in Giappone, i principali paesi occidentali firmarono quello che è conosciuto come il «protocollo di •n.vuLIJ'>>- dal nome della località che ospitò il convegno. In occasione, si stabili di ridurre complessivamente (riai valori dell990) del5,.2 per. cento le em-issioni di acarbonka e di altri cinque gas serra entro il2012. Finalmente, a 7 anni dalla firma, il 16 febbraio 2005 il protocollo di Kyoto entra in vigore. Intanto, nel 2003 le emissioni di carbonio dovute ai combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale) banno segpato un nuovo record, aumentando quasi del4% rispetto all'anno precedente. Ha dettoLester Brown, fondatore del World Watch lnstitute di Wasbington: ((n protocollo di Kyoto è un passo__politico importante, ma nasce già vecchio. Noaha un'influenza reale sulla stabilizzaz:ione del clima: per rag~ l'obiettivo bisognerebbe ridurre le emissioni di acarbonica non del5, ma del 50% in 10 anni». questo si è discusso nella decima Om/erenZP sui cambiammti climatici (CopIO), tenutasi aBuenos Aires lo scorso dicembre. La conferenza è stata pesantemente condizionata dagli Smti Uniti, che non hanno mai rarifìcato il protocollo di Kyoto (pur essendo, di gran!uni maggiori inquinatori mondiali). La posizione statunitense ha fatto infuriare tutti, anche organizzazioni di normamoderate ed apattitiche come il WUJ/ lntemazionale. L'alll1Ilinistrazione Bushha messo in atto una tattica aggressiva, fatta di ostruzionismo e dil!informazione; ha difeso la propria industria deicombustibili fossili el'ArabiaSaudita. Gli Usa si sono inoltre opposti fino all'ultimo all'avvio di nuovi negoziati sul dopo Kyoto. Alla fine, è stato raggiunto un compromesso al ribasso che prevede un semplice incontro a Bonn nel maggio2005. E l'Italia? n nostro paese aderisce al protocollo, ma continua ad aumentare le sue emissioni di gas serra, come conferma~ to anche dal fatto che ne1200.3 le emissioni di Co2 sono sta· te di oltre il9% superiori (qualcuno dice il 12%) a quelle del 1990, allontanandosi di molto dall'obietti~o fissato dal protocollo di Kyoto di una riduzione del6.5% (1). Anche a Buenos Aires l'Italia non ba fatto una bella figura, come amaramente hanno confermato i rappresentanti del W w/ i'la/iano. I rappresentanti del governo di Roma hanno enfatizzato gli accordi bilaterali e ~ impegni volontari, contr-apposti agli accordi multilaterall e a~ impegni collettivi, cr.eando confusione e discredito ed indebolendo la posizio. ne comune dei partners europei, principali sostenitori dd protocollo di Kyoto. Ma essere «più realisti del re» (il re sono gli Stati Uniti,ovviamente) è spesso foriero di conseguenze negative. Come ba chiosato il quotidiano francese Libération: «Bisogna convincere gli Stati Uniti che qud che è bene per il pianeta è bene am:be per loro. E non viceversro>. Appunto. Pa.Mo. (l) Per ogni ~ ftnnatar1o è fissato l.Ul obiettiYo dJ riduzione diverso a seconda del grado dJ lndustrlal1zzaz. Attualmente, tra l paesi ewopei, $0110 suDa buona strada la Germania, la Francia, la Svezia, la Gran Bretagna, Il Lusaemburgo. Il mondo sta frig· gendo come un uovo in padella (immagine di Tjme).
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=