Missioni Consolata - Febbraio 2005

ROUTE181 Una :.)trada di Hom.ini e do~t.~t.e Eyal Sivan, israeliano, e Michel Khleifl, palestinese, hanno dedicato oltre un anno alla realizzazione di un progetto cinematografico arduo e complesso che li ha portati a rivolgere uno •<SgUardo comune» sugli abitanti di Palestina-Israele. Nell'estate del 2002. di fronte a un quadro di violenza dilagante, l due vecchi amici si sono chiesti quale poteva essere Il loro contributo di artisti impegnati per un cambiamento radicale della prospettiva del conflitto israelo-palestinese: «fare un cinema che faccia riflettel'ell, si sono risposti, «e farlo insieme». Ecco, dunque, «Route 181 -Frammenti di un viaggio In Palestina-Israele». Scrive Nadla Nadotti nella presentazione del cofanetto di 4 Dvd: •L'espediente narrativo è semplice: sovrapponendo all'attuale carta geografica di Palestina-Israele , la mappa tracciata dalle Nazioni Unite nel novembre del194 7, con la linea di partizione che avrebbe dovuto dar vita a due Stati sovrani e Indipendenti, Israele e Palestina, e che Invece fece da detonatore a un conflltto che dura ancora oggi, l due autori individuano un itinerario obbligato. Percorreranno il paese da sud a nord, seguendo chilometro per chilometro quella virtuale linea di spartizione, affidando alla natura del luoghi e al caso gli incontri di cui daranno conto nel film. Mettendosi In strada con una troupe composta solo di un cameraman, un tecnico del suono e un autista, l due cineasti, per oltre due mesi, nella tarda primavera del 2002, si immergono in quello straordinario laboratorio umano, sociale, culturale, etnico, linguistico che è oggi Palestina-Israele. (...) Non vanno alla ricerca di amici e nemici, ma di uomlnJ e donnl comunJ, con le loro storie e le loro piccole, parziali verità, i loro ricordi, le loro rimozionJ, la loro - a volte miserabile, a volte luminosa- umanJtà. (...)Ciò che Khlelfl e Sivan vogliono è liberare la parola, permettere a chi il caso mette loro davanti di ripercorrere senza sentirsi minacciato una storia che è Insieme privata e pubblica, personale e collettiva. Convinti che all'origine di ogni guasto storico e politico cl sia l' Incapacità di riconoscere all'Altro la sua complessa umanJtà e dunque l suoi traumi, le sue paure, persino i suoi fragili e talora aggressivi discorsi di copertura - per l'appunto, il diritto a l racconto -, l due cineasti formano una sorta di collettivo e lnformale setting analitico In grado di contenere, attraverso un fiducioso atto di nomlnazlone, l'odlo, la paura, le proiezioni reciproche, l sensi di colpa, la coa2lone a ripetere, la speranza, li desiderio». ALa. f ONTI: • l 4 Dvd sono pubblicati dalle Edizioni Bollati Boringhieri, corso Vittorio Emanuele Il, 86, Torino; tel. 011-5591711 ; lnfo@bollatlboringhlerl.it INOLTRE: • Associazione Documè, via San Pio V 14/c -10125 Torino; te) . 011 .66.94.833; docume@tln.it CfiECKPOlNT L'Hm.anità calpe:.)tata ne araba occupata. Le scene nei vari checkpofnt si susseguono l'una all'altra lentamente e ripetltlvamente, legate da una durezza a tratti Insostenibile: la violenza registrata è solo emotiva, psicologica, mal fisica. Eppure, quegli in· terrogatori , quelle lunghe attese, quel capriccioso rifiutare a madri con figli malati, a lavoratori , a padri di famiglia, ad anzianJ di transitare dall 'altra parte del posto di blocco, per ricongiungersi ai propri cari , o per recarsi dal medico o al lavoro, appaiono In tutta la loro crudeltà. Rimane la sensazione che cl siano due vittime: l'arabo, continuamente mortificato nel proprio orgoglio e nella propria dignità, e l'Israeliano, abbruttito e reso Insensibile da qualcosa di più grande di lui. Checkpoint è la seconda opera del giovane regista Israeliano Yoav Shamir. Il documentario, che ha riscosso successo di pubblico e criuca in Israele, è stato girato Interamente ai posti di blocco istituiti dall'esercito Israeliano nel Territori occupati, da cui transitano ogni giorno migliaia e migliaia di palestinesi. Tra il 2001 e il 2003, Il regista ha filmato una realtà quotidiana fatta di umili.azioni, di ordini Impartiti un po' pe.r dovere, un po' per gioco da giovanissimi soldati di leva, spesso Incoscienti o Indifferenti al dolore della popolazloMC l febbraio 2005 pagino 60 Quello di Checkpoint è un cinema verità, dove le riprese sono effettuate dal regista stesso e dalla sua macchina da ~sa. A~

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