Missioni Consolata - Febbraio 2005

«In principio era il Lògos» L a bibbia ebraico-cristiana si apre con queste parole: <<Nel principio.. . Dio disse... - Beresbit.. . wayytom~r ElòMn (ebraico) . En arch!... etpenho theòs (greco). Nella prima pagina della ~oeti, nel rac.- conto della creazione, scritto dopo l'esilio di Babilonia (vIV sec a.C.), per ben lO volte ricorrel'espressione «E Dio disse»; tale ripetizionecorrisponde al.le lO generazioni {'11· triarcali annotate nello stesso libto della Genesi, alle 10 piaghe inflitte al faraone, emblema del potere schiavist.a di tutti i tempi, e infine alle lO parole di libertà, i comandamenti, che Dio offre a Israele ai piedi del Sinai. Alle l O ~role della creazione corrispondono lO risultati, perché il testo biblico concl\.tde sempre con: «E così fu». U «principio», il fondamento di ciò c;be esiste è una patò· la che comunica ciò che esprime, fino al punto di suscìt11do come realtà vivente (i] sole, la luna, le stelle, gli alberi , i pesci, gli animali, A ogni paroJa di Dio corrisponde un fatto. In ebraico <<parola» si dice «tUJbar» è «fatto/evento>sidice «.dabar». Lo stesso termine «dabar» significa contemporaneamente «parola efarto>>, due cose che nella nostra cultura occi· dentale soQo considerate opposte. Quando Dio parla, crea; e qùando crea, parla. In Lui la t>arola corrisponde alla sua identità e, qu_ando è pronunciata, manifesta la sua consistenza c Ja sua jdentità. La Parola diDio è un macigno di verità e coerenza. Non è un caso cbe i1 massimo della rivelazione, operata dalla Parola, si reali.zZ,a nell'incarnazione della stessa Parola/Lo'gos nel COl'po fisico di una persona, che è Gesù di Nataret, figlio di Mari~ e figlio dell'Uomo. In altri termini,la Paro] a vera non viene mai meno alla sua naturà. cbe è quella di generare una relazione generativa, un rapporto d'amore, una comunicazione di vita. V ivfilmo in un tempo in cui le parole si sprecano, le rotnesse si moltiplicano, le menzogne lastricano k vie; e il frutto sono la delusione, la_paura dd futuro, l'amare2za e la sfiducia negli altri e nelle istituzioni, alime.ntate scienrjfìcame_nre dalla tnenzogn.a istituzioni:\· lizzata a strumento dì persuasione edi èoercizionc: è la pa· roJa tradita, il vuoto e l'inganno camuffato da parola. È l'omicidio della comuni~ caziene. l'uomo e la donna). La Parola non è vuota, ma c~;eativa, genera rdazioni viventi e proficue, percbé ogni realtà chenasce dalla par"Ola di verità produce frutto «Secondo la propria specie». «11\ prllt.clpio. . . OLo dL:)6e.. . '" prlAclplo eNt. U A Ila prima pagina della Genesi, risponde come Dalraltro lato, in UJì tempo in cui la patòla non ha più la dignità che le compete, <<tacere» di fronte all'emergenza della vita e allosfacelodei singo1i e dci gruppi, è Wla colpagraveche pesa sulla«coscienza-cuore» Lògo:)/V erbo/DLK!o~o- di quan_ti hanno la respon~abilità di una eco la prima pagina del vangelo di Gjovanni: «1n principioera il Lògos», parola ebr-.lita e greca insieme, che non si può pienatnente tradurre in italiano senzg perdeme un pezzo per strada. Questo Lògos che è <<in principio», al v. 14 <<camefu fatto». n è1elo c ]a terra, l'eterno e il temporale,1'immut:ibile e il mortale: <<Lògossar>:», cioè Parola-came. Consistenza divina e fragilità coesistono senza annullarsi, mal'Wlo alimenta e illumina l'altra. Se il (<Principio/fondamdlto» della cre-azione è la parola soltanto pronunciata, che crea in forza della S\la poténzao senza bisogno di manipolare materia, nel Nuovo Testamento, il «principio/fondamento» è da ricercare nella fragilitàdellacondizione umana, chesvela eidentificala persona s_tessa di Dio, perché «il Lògos è DiO>>. Queste espressioni nella loro sintcti<.:a pregnanza ci inducono a riflettere oltre il chiasso delle.morte parole chet:o~ prono i giorni degli uomini e donne, chespesso con i loro cicalecci si smarriscono dietro un telefonico dell'ultima generazione, uccidendo nella banalità e nel nulla J'anim<t intima delle parole e quindi della comunicazione. Oggi. tutti parlano,ma pochi comunicano e pe;: stradavedi gente cbe pada da sola, mentre stu parlando con altri del piùe del meno. Le parole si sprecanoaiJ'indeftnito, tna hanno cessato di danzare la vita che portano dentro dì sé. !.:inflazione delle parole vacue stanno uccidendola parola parlante e il silenzio dr-~colto. annul}ctare, «opportune, unporcuoe» (comeinsegna saoPaoJo: 2Ti4,2), non paJ:Ole di convenienza o dj circostanza o, peggio ancora, di opponunismo, ma la «parola» di consolazione e di v~tà, per sostenerela speranza delusa dei piccoli e dei poveri e il desiderio di quanti fanno fatica a camminare sulla via del bene e della vèrltà. La parola del creden.te, oggi , deve assumere in sé il peso dello scor11ggiamento collettivo, la croce che schiaccia chi non ha vocee diventare «Urlo>> chesaledal profondo per-scalare le vie del cielo: «DaU'abisso grido a te, o Signore» g~e il saltnista (SallJ0/ 129,1). So]o cosl la parola è profezia e la pro~ez~ è annu~cio che accade «oggh~~ per le~getè _alla luce di Dto )~ «oggt» dell'~om~. I credenti che rmunctano alla profezta della testunoruanza della ~arola divenuta carne>> sono uo impedimenlo al cammino dellastoria e un ostacolo a1 regno di Dro. Totni laparola, maturatanel silenzio e frutto di ascolto, a risuonare:sulle vie del n.estt;o mondo, a scuotere le coscienze intorpidite e motfinate da chi impedisce con ogni mezzo chesingoli e popolo riprendano possesso deL proprio pensieroe capacità di scelta. Torni la paroJa dì chi ha responsabilità di autorità, a indkarela via deUa Genesi e di GiQvanni. Così sta,gcrìtto... «In principio Dio disse...», sperando chequalcuno <<oggi» risponda come rist:>Ose.«ln principio il Lògos>> cbe «carne fu fatto». Spetta a ciascuno dì noi, «oggi>>, decidere di essere «dabar>>, parola/fatto che resta scritto nella camedell'wnanità. Parola e sigil~ Io di verità. •

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