Missioni Consolata - Febbraio 2005

Uiguri: cenni storici P opolo di origini turche, gli uiguri si spostarono verso il territorio dell'odierno Sinkiang o Turkestan orientale, nella prima metà del IX secolo d.C., dopo che il loro regno, situato nella regione del fiume Orkhan, nella Mongolia settentrionale, fu conquistato e distrutto dai kirghizi. Qui fondarono tre regni. Due di essi si fusero alla fine del XIV secolo in un unico regno, che si mantenne indipendente fino alla conquista manciù awenuta nel1759. In seguito, per più di un secolo la regione fu travagliata da continue rivolte contro il dominio cinese, sebbene fosse abbastanza blando. I manciù si sforzarono, infatti, di non offendere i sentimenti islamici e lasciarono l'amministrazione del territorio e della giustizia in mano ai musulmani. Ametà dell'Ottocento, i cinesi avevano quasi totalmente perduto il controllo sul Turkestan orientale. La riconquista fu affidata al generale Tso Tsung T'ang, che entro il 1878 eliminò le ultime sacche di resistenza e ristabilì il controllo di Pechino sull'intera area; 1'11 novembre 1884 fu creata la provincia del Sinkiang, dal cinese «nuovo territorio», con capitale Urumchi. Sebbene il Sinkiang fosse ora retto da governatori cinesi, fino agli anni della seconda guerra mondiale la sua amministrazione mantenne un alto grado di autonomia dal governo centrale. Nel1933 e nel 1944 la provincia fu scossa da altre due ribellioni, provocate dalla politica oppressiva dei governatori e, nel1949, passò senza quasi colpo ferire dalla parte dei comunisti, che promettevano di seguire una politica più rispettosa delle minoranze. Nel 1955 fu creata la regione uigura autonoma del Sinkiang, con un territorio grande cinque volte l'Italia. G li han erano allora un'esigua minoranza, appena il6%. Ma negli anni a seguire le autorità incoraggiarono un forte flusso migratorio cinese, con punte di 300 mila nuovi arrivi l'anno, che ha recentemente portato retnia han a ottenere la maggioranza relativa. La politica di Pechino ha reso difficili i rapporti tra le diverse etnie. Ci furono frizioni tra la popolazione turca e i cinesi negli anni '70; nel1981 e nel1990 i nazionalisti islamici misero in atto sollevazioni armate. Negli anni '90 si sono verificati numerosi episodi di terrorismo e diverse rivolte popolari, la più seria a Yning, nel1997, tutte duramente represse. Con la fine dell'Urss e la nascita di nuovi stati indipendenti ai suoi confini, il governo di Pechino è diventato ancora più sensibi le al problema delseparatismo uiguro, e ha moltiplicato le forme di controllo e di repressione. Dopo il 2001, la Cina ha chiesto La cooperazione della comunità internazionale nella lotta contro le organizzazioni separatiste nel Sinkiang, facendo pressioni perché anch'esse venissero ufficialmente definite «gruppi terroristici». Ciononostante, nel giugno 2004, gli Usa hanno bloccato il rimpatrio di 23 prigionieri uiguri, appartenenti al Movimento lslamico per il Turkestan Orientale, detenuti nel carcere di Guantanamo, per timore che possano essere sottoposti a tortura o messi a morte. apparve il vuoto: case sventrare, macerie, voragiru, ruspe. In un moncone di strada trovai fi - nalmente la pensione uigura, ma il proprietario non volle accertarmi AJ vedere la olia sorpresa per un rifiuto che contraddiceva Je millcnarie leggi d 'ospitalità, cercò la parola inglese, evidentemente detta ad altri prima di me, che spiegava tutto: polizia. Le autorità non vedono di buon occluo Ja presenza di stranieri in quel luogo. trà ritrovarsi per fare compere o godersi il fresco della sera. Si può obiettare che Kashgar non è l'unica città soggetta a tali rivoluzioni urbanistiche. Ciò accade in molti altri centri della Repubblica Popolare, per ragioni che non sono sempre quelle di dare agli. abitanti condizioni di vita migliori. DUE MONDI APARTE Difficile descrivere il senso di perdita che si percepisce nell'osservare un mondo che scompare. Kashgar, uno dei più grandi mercaù dell'Asia Centrale, millenario centro sulla via della seta e cuore della cultura uigura, si sta trasformando a ritmo serrato in una moderna città cinese. Nella piazza-cantiere, davanti al - la moschea, un cartellone illustra il progetto di ricostruzione deJJ'intera area. Accanto alla moschea, che non verrà abbattuta, sorgeranno moderni edifici, un centro commerciale. U pavimento verrà ben lastricato e in questo ambiente, finalmente nuovo, puJito e asettico, la popolazione poKashgar: monumento o Moo Tse Tung. Spesso interi quartieri centrali sono spazzati via per far posto a uffici, grandi magazzini o edilizia di lusso; ma a Kashgar c'è un motivo in più per stravolgere lo spazio urbano: cancellarne il volto centroasiatico, privare delle sue radici la popolazione di etnia turca, che non ha m{Ù accettato di buon grado il dominio del governo cinese. La nuova Kashgar è pacchjana e posticcia.Me ne sono resa como megUa il giorno dopo il mio arrivo, alla luce del mattino. L'architettura è a effetto, con trovate di dubbio gusto e prete·e di originalità, ma realizzaca in economia; invecchierà in frena. La cirrà uigura continua a vivere nelle stradine a sud della moschea, dove per il momento non sono arrivati i piani di ricostruzione. Lì ci soMC l febbraio 200.5 pagina .53

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