Missioni Consolata - Febbraio 2005

Chiesa parrocchiale di Marialaba;a . se. L'articolo2 recita: «La cartedra di studi afrocolombiani comprenderà un insieme dj terru, problemi c attività pedagogiche relativi alla cultura propria delle comunità nere, c si svi· lupperà come parte integrale dci processi istituzionali dd secondo gruppo dj aree obbligatorie e fondamentali». Ma a sci anni dalla promulgazione, numerose scuole e collegi non hanno ancora messo in atto tale decreto, neppure dove i neri sono più numerosi; molti docenti non vedono l'imSorrisi di speranza di tre ragazze afrocalombiane. MC l febbraio 2005 pagina 50 ponanza dj tale insegnamento, come pure tanti afrocolombiaru non si accettano né stimano culturalmente. ' E questo il problema più grave per noi missionari: aiutare gli afro a scoprire e apprezzare i valori della propria identità. Ma non è semplice. Esiste un tipo di razzismo interno al gruppo stesso, ioteriorizzato dagli individui e rivolto contro se stessi, di neri contro neri. n secolare sfruttamento sch.iavista ba prodotto una forma di alienazione, un trauma psicologico clifficile da superare, fino a rifiutare le proprie radjci e Ja propria negri tudine. Per cui essi non amano sentirsi chiamare neri, né afroamericani: preferiscono definirsi «morenos» (bruni). n razzismo interno si esprime anche nel Linguaggio. Ho sentito spesso espressioni che mi fanno accapponare la pclle: «Un nero deve sposare una nera»; «per entrare neUa società, bisogna sposare una bianca»; «bisogna schiarire la razza». n sogno di molti afroamericaru, infatti, è quello di essere «bianchi», imitandone gli aspetti più effimeri, assumendo attitudini e componamenti ridicoli e stravaganti. T urto ciò non ci scoraggia. La pastorale afro e tra gli afro è appena agli inizi c rappresenta una grande sfida alla nostra missione. Siamo convinti che la formazione ddle persone è la strada maestra per la loro crescita integrale. n nostro lavoro è diretto sopratruno ai giovani, per aiutarli a riscoprirc il senso dj appartenenza, l'autostima ernica c cuirurale, lo spirito di libertà c identità come individui c come membri di una specifica nazione. Così, a Marialabaja la vita continua. Come missionari cerchiamo di formare una grande famiglia, in cui ognuno si senta solidale col fratello della porta accamo. Continuiamo a scoprire, imparare e valorizzare gli elementi più belli dj questa cultura morena. Iniziamo da quello più facile: nelle nostre vivaci liturgie, celebriamo insieme la vita, mescolando il ritmo creolo della champeta con quello africano Mc del bullerengue.

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