Missioni Consolata - Febbraio 2005

A ssumere l'oggi di Dio come spazio della missione significa accettare il nostro tempo, io tutta la sua ampiezza e profondità, complessità e drammaticità, come il luogo cheDio ci dà_per l'annuncio del vangelo e l'edificazione del regno. «La missione oggi» è tutto ciò a cui siamo chiamati come uomi.ni e come cristiani nel mondo. Il tema è estremamente ampio e dinamico; per cui mi limito a formulare alcune domande, che la situazione e una più profonda riflessione sulla parola eli Dio impongono. ESISTE UN'UNICA MISSIONE? Se «la chiesa che vive nel tempo è per sua natura tutta missionaria» (Ad gentes 2), è chiaro che ovunque c'è chiesa c'è missione. Ma è la stessa missione ovunque? Oggi, anche l'Europa è terra di missione, ma essa è del tutto diversa da quella che imissionari svolgono in Asia, in Mrica o io alcune parti dell 'Oceania. Guardiamo alle peculiarità della missione, nel suo concreto svolgimento: nei paesi musulmaoi vediamo una missione nella debolezza, nel silenzio e nel nascoodimento, che ha poco in comune con la missione in Mrica centrale o in alcuni ambienti tribali dell'Asia. Se guardiamo alla missione nei paesi cattolici dell'America Latina, vediamo prospettive e problemi del tutto diversi da quelli che la missione affronta in India o in altri gran eli paes.i a maggioranza indù, buddista, shintoista. La domanda diventa ancora più necessaria se si passa dal piano spaziale-geografico, a quello storicotemporale: che cosa ha in comunela missione di quegli «inviati apostolici» dei secoli scorsi con i missionari di oggi? I primi avevano come scopo la salvezza delle anime attraverso il battesimo: anime che venivano quasi strappate dal proprio popolo e dalla 2ropria cultura, talora anche dagli affetti familiari, per essere «incorporate» in una nuova entità sovrumana come la chiesa, nella quale sola si riteneva risiedesse la salvezza. Tanti missionari di oggi vogliono, attraverso il vangelo, difendere ladignità e l'integrità delle persone e dei popoli, delle loro culture e sistemi di vita, sottraendoli all'imperialismoeconomico, politico, militare e culturale dell'Occidente, e pensano alla chiesa più come segno e strumento di salvezza che come porto universale e obbligato della stessa salvezza. Si obietterà che la missione è senza dubbio unica, perché nasce dall'unico mandato di Cristo ai dodici, rappresentanti tutto il popolo di Dio: <<Andate in tutto il mondo e annunciare il vangelo a ogni creatura» (Mc 1 ~ 15); ma il Concilio Vaticano n fa risalire la missione alla Trinità, dicendo che la chiesa trae la propria origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo. La domanda cliventa teologicamente molto intrigante, quando, a partire dalla Trinità, ci si chiede se è unica la missione che nasce dal Padre o sono due? D testo del Vàtieàno li dice: «La chiesa che vive nel tempo per sua natura è missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine» (Ad gentes 2). Non si dice dalla missione del Figlio e dello Spirito Santo, ma «dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito S'anta (nel testo originale latino: ex missione Filii missioneque Spiritus Sanctt). Senz'altro due sono i protagonisti: il Cristo e lo Spirito (cfr. Lumen gentium 3 e4; Ad gentes 3 e4). Nella Redemptoris mi.rsio il problema viene affrontato in maniera «difensiva», dicendo che «quanto lo Spirito opera nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e religioni, assume un ruolo di preparazione evangelica e non puònon avere riferimento a Cristo, Verbo fatto carne per opera dello Spirito, per operare lui, uomo perfetto, la salvezza di tutti e la ricapitolazione universale>> (RM 29). E ancora che <d'azione universale dello Spirito non va separata dall'azione peculiare che egli svolge nel corpo di Cristo che è la chiesa» (RM29). Ciò non toglie che la missione, la quale fa capo al mandato di Cristo come proclamazione del vangelo, sia diversa dallamissione che lo Spirito svolge nella storia, servendosi non sempre e non solo della chiesa e dei suoi strumenti, per salvare, io modi misteriosi, ma reali, come dice lo stesso Concilio (LG 16; GS 22; AC 7) e come ripete la Redemptoris mùsio (10), quanti mai in questa vi - ta potranno passare attraverso la fede esplicita nel vangelo e l' appartenenza alla chiesa visibile. Questo ci introduce a una secon· da domanda, molto impegnativa. LE ALTRE RELIGIONI HANNO UNA MISSIONE? Lo Spirito Santo agisce nel moo· do, non solo medi.ante la chiesa e la sua azione, che pure egli suscita e sospinge, tna ancbe attraverso altre persone e istituzioni che si muovono, sia pure inconsapevolmente, nella prospettiva del regno di Dio. È quindi legittimo chiedersi: anche le altre religioni hanno una missione nei confronti dell'umanità? Sesl, questa loro missione è rivolta anche a noi cristiani, alle nostre chiese? l francesi, cbe hanno la tendenza a risolvere in felici espressioni verQuando tuffi i popoli avranno doto il contributo dello proprio sapienza e religiositò, il vangelo di Cristo sarò me_glio capito e lo «narrazione di Dio» sarò completo. MC l febbraio 2005 pagina 17

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