Missioni Consolata - Febbraio 2005

un concreto sforzo di promozione umana, privile~iando la cura per i più poveri e gh emarginati. È uno stile apostolico che potremmo chiamare "integrale", perché in esso sono tenute presenti tutte le esigenze dell 'essere umano». GENTE DI PRIMA QUALITÀ Un bel sogno che l' Allamano non smise mai di cullare era che i suoi missionari fossero tutti di «prima qualità>>. Sembra una pretesa, ma così lui li aveva immaginati, di fronte alla Consolata, prima ancora di dare vita.ai due istituti. Certamente, non si illudeva riguardo a quei gioyanj che stavano preparandosi per essere mandati in Africa. Li conosceva troppo bene; anche sesembrava felice, per il bene che voleva loro, di ammettere bonariamente: «lo vi credo più di quello che siere>> e non temeva di offenderli, ricordando loro che «nessuno di voi è santo»; «non vi credo ancora santi>>. Così percepiva la propria vocazione: «Io ho il ministero di santificare le vostre anìme>>; perciò <<non voglio altro che voi, cioè i vostri cuori, per aiutarli a santificarsi». L'intuizione dell'Allamano su questo punto era chiara: guanti intendono seguire Cristo nella missione lo devono fare anzitutto nello stile di vita, cioè nella perfezione. Senza santità, non c'è apostolato. Anche questa intuizione era maturata nella sua esperienza personale. Fin da giovane, non aveva mai disgiunto il proposito di diventare sacerdote da quello di tendere alla perfezione più elevata possibile. Per l'Allamano, dunque, il missionario deve tendere alla santità di vita, perché è un apostolo di frontiera. Ciò emerge chiaro dalla sua pedagogia: «Uno tanto più sarà santo, tante più anime salverà>>; «dobbiamo prima essere buoni e santi noi , dopo faremo buoni gli altri; altrimenti, non saremo buoni né per gli altri, né per noi». «Prima santi, L'Al/amano con un gruppo di aspiranti missionari in gita al santuario di sant'Ignazio. poi missionari>>: sono ancora sue parole. Dove le avrà attinte, se non dalla sua coscienza? Solo un santo può avere idee del genere. Al riguardo, c'è ancora un aspetto che merita la nostra attenzione: egli aveva compreso che la santità del missionario deve avere un «di più», proprio perché continuatrice della missione di Gesù. E si domandava: <.Ma quale deve essere questa santità?». Ecco la risposta, di una semplicità disarmante: «Maggiore di quella dei semplici cristiani, superiore a quella dei semplici religiosi, distinta da quella dei sacerdoti secolari. La santità dei missionari deve essere speciale, anche eroica e all' occasione straordinaria da operare miracoli»! È interessante notare che l'Allamano non proponeva1'1deale di santità in modo astratto o generico. I suoi discepoli potevano vederla prima di tutto incarnata concretamente nella sua persona e poi proposta da una pedafi~:a pratica e <<mirata>>. Non si · 'tava ad affermare che il missionario «deve» essere san·

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