Missioni Consolata - Febbraio 2005

per superbia, ma voi sapete che lo stato di missionaria è il più perfetto che ci sia, perché è quello che Gesù ha scelto per sé. Tant'è vero cbe, se il Signore avesse trovato sulla terra uno stato più perfetto, l'avrebbe abbracciato. Ora, lo stato che più imita Nostro Signore, che si awicina di più a Lui, è il più perfetto». Era perciò ovvio che l'ideale missionario da Jui proposto toccasse di - rettamente il rapporto delle persone con Cristo: «Cos'l voi dovete avere non solo lo spirito del Signore· ma i suoi pensjeti, le sue parole e le azioni; perciò dovete essere missionari nella testa, nella bocca e nel cuore». In definitiva, l'Allamano aveva capito che]'essenziale era educare i giovani a formarsi una personalità genuinamente missionaria, seguendo Gesù, il modello per eccellenza. La loro idoneità ad operare sarebbe venuta di conseguenza. Ma se il discorso si fermasse a questo punto, sarebbe limitato;occorre, dunque, completarlo. Nella mente dell'Allamano, ai missionari era affidato il compito di collaborare alla salvezza «integrale» dell 'uomo. n che significa: salvezzasoprannaturale (la prima per importanza), ma anche salvezza terrena, perché l'uomo totale è costituito da corpo e anima e le sue esigenze sono, allo stesso tempo, terrene e soprannaturali I primi missionari, accompagnati dalJa saggezza d cl fondatore, avevano maturato la convinzione che il primo lavoro da compiere era di «elevare l'ambiente>>. Questa formula, da essi inventata, significava impegnarsi concretamente, perché il livello di vita della gente migliorasse. Ecco, allora, l'attenzione alle coltivazioni, all'istruzione, alla salute, ecc. Dunque, senza fare troppe di - scussioni teoriche, già all'inizio del secolo scorso, l'Allamano e i suoi giovani missionari avevano intuito che la promozione umana è parte integrante delJ'evan_gelizzazionc. Nell'ambiente della chiesa torinese, però, dove si aspettavano notizie di conversioni in massa, non erano mancate critiche e l'Allamano ne aveva sofferto. Fortunatamente, in favore dei missionari della Consolata, intervenne la Santa Sede, che ufficialmente lodò il loro metodo di azione. È belJo notare il sollievo dell'Allamano, quando poté scrivere ai missionari: «<l decreto della Santa Sede che ha a__pnostro istituto, le attestazioni di Propaganda fide e le provato ufficialmenteil stesse parole del papa approvarono il metodo del nostro apostolato. Bisognadegli indigeni farne tanti uominl laboriosi, per poi poterli fare cristiani: ameranno una religione che, oltre le promesse dell'altra vita, li rende più felici su questa terra». Noo sembra vero, ma a questa vicenda si è richiamato ancora lo stesso Giovanni Paolo n nel messaggio per il centenario del nostro istituto. Riponando le parole dell'Allamano appena riferite, il papa scriveva: <<A questo proposito, vorrei evidenziare ancora un altro aspetto del vostro peculiare carisma. Fin dagli inizi, i vostri missionari hanno unito all'evangelizzazione La nuova statua del beato Giuseppe Al/amano, eseguita dall'artista Bruna Gasperini. Il beato è rappresentato con il vangelo in una mano, mentre l'altra è protesa nell'atto di inviare i suoi missionari e missionarie a evangelizzare il mondo. La passione per la missione, intensamente sentita, viene espressa da tutto il corpo, che appare in movimento, mentre scende un gradino che, idealmente, può rappresentare i gradini del santuario della Consolata. , l

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