Aveva appena due anni, quando il piccolo Luigi domandò alla madre perché le campane della chiesa suonassero così a lungo. «È morto un santo» rispose la mamma Luigia. n santO in questione era il papa Pio x. A distanza di 90 anni, Luigi r.icorda quel20 agosto 1914 come fosse ieri: «Ha condizionato la mia vita» dice sorridendo. Padre Lulgl Weghe,. nasce il 9 settembre 1912, a San - zeno, in Val eli Non (Tn). Fin da giovane dichiara la sua vocazione. 1 frati lo allettano perché si faccia fran - cescano; un padre stimmatino gU propone eli entrare nella sua congregazione; il parroco lo spinge nel seminario di Trento. «Ma non mi piaceva», racconta padre Wcgher. Un giorno passa per Sanzeno la signora Teresa Tommasini: incontra Luigi e gli parla delle missioni e dci missionari della Consolata. O giovane è conquistato dall 'awentura missionaria: ai primi di settembre del 1925 Luigi lascia Sanzeno, nonostante le Lacrime di mamma Luigia, e raggiunge Rovereto. Da appena due mesi, infatti , presso l'antico «romitaggio» del santuario della Madonna del Monte si sono stabiliti i missionari della Consolata e la signoraTeresa ne è diventata un'entusiasta «zelatrice>>: gira per il Tremino e fa «propaganda» per le vocazioni missionarie. Quellodi Rovereto è il primo centro di reclutamento o «casa apostolica», come si diceva a quei tempi , che i missionari della Consolata banno stabilito fuori del Piemonte. Per ora, si legge nelle cronache del tempo, «gli allievi vengono solo accettati e disgrossaù, ossia aiutati a comprendere cosa significa diventare missionari della Consolata, c preparati ai corsi ginnasiali nelle case in Piemonte». Dopo un anno di <<disgrossamento», il giovane Luigi, passa a Cavour (TO) poi a Torino per gli studi ginnasiJi e il noviziato. Nel1933 emette la professione religiosa e ill3 marzo del1937 è ordinato sacerdote. Scalplta pel' wn""""' nella casa di Gambettola, come insegnanre degli alunni del piccolo seminario, finché riceve la destinazione alle missioni in Mozambico. Nell'estate del 1939 si imbarca sulla nave tedesca Usambara. «Il bastimento era infarcito di dtratti ùi Adolf Hitler - racconta padre Wegher -. Dopo40giorni di navigazione approdammo a Porto Amelia, oggi Pemba. Mentre fervevano le operazioni di sbarco, venimmo a sapere che era scoppiata la seconda guerra mondiale». A titolo di curiosità: nel viaggio di ritorno, l'Usambara viene affondata presso Calais da un siluro inglese. Altri cinque giorni di viaggio in camion per raggiungere il Niassa ed eccolo nella missione di Massangulo, dove rimarrà per 40 anni, 30 dci quali al fianco di padre Pietro CaLandri, il primo missionario cattoUco giunto in quella terra, nell926, e fondatore della stessa missione. A padre Wegher è affidata la direzione della scuola elementare, dove studiano centinaia di giovani provenienti da ogni parte del Mozambico e anche dal Malawi: Massangulo, infatti, è l' unica missione che, insieme agli africani, accoglie i mulatù che nessuno vuole. Siamo in tempo di guerra. In Mozambico, colonia portoghese, le conseguenze del conflitto mondiale non sono cosl disastrose come nelle colonie inglesi, dove i missionari della Consolata vengono espuJsi o imprigionati, perché italiani; ma i numerosi razionamenti si riflettono anche sulla missione di Massangulo e sulld!ffite del posto. Le · coltà spingono la missione a imboccare la strada dell 'autarchia: coltivazione di campi e orti, allevamemo del bestiame e altre ingegnosità forniscono ai missionad e agli alunni quanto è necessario per la soprawivenza. Anzi, tali attività diventano altrettanti progetti di formazione. I missionari si rendono conto che non basta insegnare a leggere e scrivere, ma bisogna offrire agU alunni altri strumenti per affrontare le sfide della vita: cos) la scuola elementare si prolunga .io quella di arti e mestieri , affidata alla direzione di frate! Ugo Versino. Ol tre a insegnare oci corsi professionali, padre Wegber dà vita a vari laboratori, che sono una vera primizia in tutto il Mozambico: insegna dattilografia, impianta una piccola tipografia; avvia uno studio fotografico, organizza un laboratorio di rilegatoria, dove vengono rilegati libri e bollettini ufficiali del governo. Per 40 anni la formazione scolastica è il pane quotidiano di padre Wesher, tanto da essere chiamato «o projessom, il professore per eccellenza. Ma rimane soprattutto il missionario, che usa rutti i talenti per evangelizzare piccoli e grandi. Appassionato di teatro, scrive copioni che i giovani rappresentano in varie occasioni; ogni sabato pomeriggio proietta pellicole ricreative ed educative per gli alunni e la popolazione circostante. 1 film di Charloc sono i più attesi, ma piacciono anche filmini e diapositive di scene di vita locale, da lui registrare nelle visite al - le varie comunità dove svolge i suoi servizi religiosi. Nel 1964 :)coppia la guerra d'indipendenza contro il colonialismo c la dittatura di Salazar. Padre Wcgbcr legge la situazione senza compromessi e senza estremismi. Scriverà piLa tardi: «La dittatura non è stata una cosa buona; non lo nego. Dio me ne liberi! L'indipendenza è una cosa sacra. Ma non bisogna pensare che tutti i portoghesi presenti in Mozambico siano stati crudeli verso i neri>>. Le autorità politiche, in particolare i governarori delle province, si rendono conto dell'utilità del lavoro dci missionari: Li rispettano e sanno apprezzare la formazione tecnica fornita dalle loro scuole. Ma nella situazione di lotta per l'indipendenza e relative repressioni, scoppia il contrasto tra chiesa e colonia; i missionari non hanno altra alternativa: o fare come j portoghesi chiedono, o andarsene. Alcuni sono costretti a partire; padre Wegher sceglie di rimanere con la sua gente1 accompagnandola nd cammino della liberazione. MC l gennaio 2005 pagino 55
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