Famiglia, scuola, società ADOLESCENTI IN UN MONDO DI ADULTI-BAMBINI La sodetà è cambiata e con essa il ruolo della famiglia, che non si è adeguata. Le difficoltà dei giovani d'oggi discendono direttamente dal mondo adulto e dai suoi pessimi esempi: dall'onnipresenza del mercato all'abolizione del prindpio etico della «logica conseguenza» fino allo svilimento dell'importanza della legge e del suo rispetto. di Paolo Farinella, biblista A leggere la cronaca e le varie inchieste sui «nostri ragazzi» si ha l'impressione di passeggiare in un cimitero: la morte popola la vita degli adolescenti, che hanno terrore della sofferenza. Leggendo le statistiche, m'impressiona particolarmente che alcuni giovani possano spendere fino a 50 euro al giorno (sms compresi, immagino). IL costo mensile sarebbe di euro 1.500, mentre un lavoratore (riformato dal governo Berlusconi) ne guadagna meno di 1.000 per mantenersi con famiglia incorporata. Da qualche parte c'è qualcosa che non funziona: c'è del mordo in Danimarca! Ho letto e riletto le interviste e gU studi sugli adolescenti e la conclusione è sempre la stessa: il soggetto e l'oggetto sono «i ragazzi». Tutto parte e tutto si conclude con loro, anche quando si dice (fonte Eurispes) che «il 92,4% dei ragazzi hanno individuato innanzitutto in una vita familiare serena l'elemento in grado di trasmettere loro un certo sentimento di sicurezza». Secondo me, è sbagliato il metodo e quindi anche le conclusioni: non bisogna intervistare i ragazzi, facendo poi finta di scandalizzarsi dei loro comportamenti. La teoria psico-sociologica del behaviorismo è superata anche tra i più scalcinati dei gruppi sociali. LA MALATTIA DEGU ADULn Partiamo subito da un assunto, che potremmo cos1 definire: quando un bambino/adolescente o gruppi di bambini/adolescenti o giovani, singolarmente o insieme, hanno un problema comportamentale o psicologico-relazionale, è sintomo che gli adulti sono già affetti da una malattia forse irrev.ersibile. L'alto costo di questa malattia «adulta», la pagano sempre i bambini, gli adolescenti, i giovani. In altre parole: non esiste un bambino/ragazzo/giovane cattivo, ma in compenso esistono cattivi adulti che condizionano o segnano la vita del giovane, del ragazzo o del bambino. Portare esempi significa compilare un'enciclopedia sempre aperta ad aggiornamenti. Chi si scandalizza se i ragazzi dicono di non amare la scuola? Come fanno ad amare una scuola falsa, senza contenuti, che gli adulti stanno distruggendo, senza preoccuparsi affatto delle conseguenze sugli stessi ragazzi? Come fanno ad amare la scuola della riforma (?) Moratti che tutto è tranne che una riforma e una scuola? I ragazzi amano il denaro, il cellulare, la moda e non sono soddisfatti del proprio corpo? Chi si meraviglia è in malafede o semplicemente complice di un sistema economico che fa leva pmprio su questi elementi per indurre t ragazzi ad essere segmenti di mercato senza testa e senza cervello per poterU facilmente dominare e manovrare. Chi si oppone a queste perversioni? Oggi nemmeno la chiesa ci prova più, succube com'è dei processi mercantili che soggiacciono alla politica governativa. «LA FAHIGUA DI UNA VOLTA» Credo che nessuna persona di buon senso possa accampare paragoni impossibili con espressioni come «ai miei tempi», che normalmente introducono i discorsi di chi non ha capito i «suoi» tempi e non capirà mai i tempi degli altri. Non esiste tempo o epoca migliore o peggiore di altri . Ogni epoca è figlia del suo tempo e per questo è unica e irrepetibile. Nel bene e nel male. I ra- .gazzi di oggi non sono peggiori o migliori di quelli di ieri, sono solo ragazzi, non formati completamente, ma in via di sviluppo, in fase di crescita e quindi turbolenti e contraddittori, stupidi e fonnidabili come solo i ragazzi sanno essere, come lo fummo noi «ai nostri tempi». Un giorno smetteranno gli abiti adolescenziali e indosseranno quelli della maturità, se da adolescenti hanno avuto accanto, davanti e in alto uomini e donne adulti che hanno saputo proporsi e proporre prospettive alte e non merce scadente a basso costo. Leggendo le statistiche delle varie scuole di ricerche si ha l'impressione che si rimpianga «la famiglia di una volta» come ombrello che paracadutava il figlio in ogni ambito della vita, dalla scuola alle amicizie, dal lavoro al matrimonio. Questa famiglia «esaustiva» e totalizzante ha cessato di esistere da quando, nella ~----~--~----------------------~--------~----------------------------------- Douler MC l gennaio 2005 JX~ilna 39
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