v;ene accolto, i ragazzi sono stimolati, La famiglia è priv;legiata ed i processi di conoscenza devono essere consapevoli, nella tradizione più noiosa della più noiosa tradizione pedagogica. Non c'è un cenno a cosa succederà nelle aule, mentre si susseguono notizie interessanti sull'efficacia e l'efficienza di quello che era uno del mlgUori servizi pubbltd dt Istruzione del mondo. Una di queste notizie v;ene da fonte autorevole (7) e vede regolarmente l'Italia in coda ad un gruppo di 27 paesi più industrializzati circa alcuni indicatori riguardo alla preparazione dei docenti, al punto che la scuola media è una specie di buco nero, compreso tra una buona (una volta era ottima) scuola elementare e le superiori. I ragazzi vanno a scuola per Imparare? Si, in una situazione che le riforme scolastiche (promesse, paventate, irrisolte o in v;a di gestazione) hanno reso e rendono difficile ma soprattutto, poiché glielo abbiamo chiesto. Poiché la scuola sembra cosi assente nelle discussioni fra adolescenti, mentre si assiste alla proliferazione di consumi in parte legati all'esposizione alla pubblicità, dobbiamo pensare che sia un luogo in cui si scambia qualcosa, si intrecciano relazioni, un luogo in cui c'è anche una noia necessaria (dover studiare) e dove ci si aspetta di venir interessati. Ma l'elemento di vero interesse è costituito, ora sempre di più, dalle occasioni di socializzazione con i propri compagni e coetanei. Questo porta anche ad un rifiuto, in alcuni casi, del proprio ruolo di «studenti». I dtrittf (allo studio) sono di fatto negati da una scuota sempre più confusa e scioccata daUe proto-riforme e dalle pseudo-riforme demagogiche, che mettono in difficoltà famiglie, insegnanti e, in primis, i ragazzi. l doveri sono difficili da accettare, per cui non si concepisce l'istruzione, fatta di libri di testo sempre più generici, insegnanti in parte preoccupati o disillusi, scarse risorse e burocrazia eccessiva, se non in termini di fastidio. Questo vuol dire che la scuola può e deve capire che è un luogo di incontro fra persone e bisogni, un luogo di socializzazione ma non deve ridursi a quello e basta, Le corresponsabilità di adulti e ra~ gazzi, istituzioni e singoli sono molte e la strada è lunga; intanto, sulla base dei preoccupanti dati sul sistema scolastico nazionale, non è detto che si riesca a fornire ai ragazzi di oggi quegli strumenti necessari alla loro compiuta trasformazione in adulti liberi e acculturati. Saranno capaci di resistere all'impatto veloce col mondo adulto e del lavoro, malgrado la demagogia sull'impresa, sulla tecnologia e sulle lingue straniere (che la riforma in teoria promuove, in rea~tà riduce in numero di ore erogate)? BUUMIA CONSUMISTICA, ANORESSIA CULTURALE La scuola è solo una delle agenzie formative per le persone. I ragazzi di oggi apprendono moltissimo anche da altre fonti che non i loro insegnanti e le materie di studio. I modelli culturali prodotti e riprodotti socialmente dalla Tv e dalla pubblicità portano ad acquisire modelli e riti, mitologie estemporanee e velocemente dimenticate e digerite. Acosa conduce questa situazione? Forse ad un incanalamento della fantasia, che invece dovrebbe essere l'opposto: una non-omologazione, una presa di coscienza critica. Ecco, allora, che possiamo parlare di una bulimia consumistica, che è contrapposta metaforicamente ad una anoressia di stimoli culturalmente eterogenei. Esiste un fenomeno di adultizzazione del ragazzi come consumatori e questo vuol dire tante cose. La pubblicità in fondo obbliga a pensare che siamo tutti macchine celibi, desideranti, infantilizzando lradulto e adultizzando il ragazzo~ spinti a comprare, v;ttime di frustrazione. Ma la magia della gioventù è proprio il sogno, il desiderio, non la possibilità che il sogno sia preconfezionato. QUANDO IL GIOCO SI FA TROPPO DURO... t ANCORA UN GIOCO? Malgrado questo, ora che le guerre appaiono in Tv (dal Vietnam all1raq dei giorni nostri) forse l'immagine tetev;siva o internet esorcizzano l'orrore, o forse (11 settembre) lo amplificano. Moltì dei ragazzi cf oggi sembrano dntd. Lo sono? O il cinismo è la risposta omeopatica ~ altro, ben più profondo, cinismo? E una durezza esistenziale l'unica v;a per non farsi toccare duro? La tensione verso il gruppo dei pari e l'autonomia amplificata dalla tecnologia porta a concepirci come in un altrove parzialmente reale, cioè in un mondo v;rtuale. Il mondo diventa regno dell'autorappresentazione, occasionalmente svegliato dal tormento e dalla paura. Ma la cultura della società di oggi, fatta di puzzle di concetti, di mode, di design, di luoghi e non-luoghi affascinanti è imprendibile, non è più (se mai lo è stata) monolitica. Vivendo in un mondo al limite, le regole sono trasgredite e la trasgressione è la regola. Il modello protofascista e totalitarizzante, pur in una dimensione che fa della democrazia e della rappresentanza un feticcio, schiaccia la voce dei ragazzi (ma non solo la loro). I luoghi ed i tempi sono quelli dell'entertainment, perché quelli della scuola o della casa sono tempi morDossier MC l gennaio 2005 pavino31
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