Missioni Consolata - Gennaio 2005

DISORDINI AUittfNTARI GIOVANIU: 8UUMIA l ANOilfSSIA T disordini alimentari degli adolescenti sono spesso accompagnati da problemi di cal.rattere psicologico che porrebbero durare sino all'età adulta. ~'incidenza totale dci problemi di alimentazione durame l'adolescenza è bassa, ma coloro che sviluppano tàli disturbi sono ad alto rischio per quanto riguarda le curbe emozionali che possono durare sino aiJa prima età adulta». QUesta è la conclusione di un nuovo studio dell'Istituto di ricerca dcll'Oregon ad Eugeoe e pubblicato nd fournalo/Americatl Academyo/Adolescent Psychiatry (fonte: www.farmasalute.ir). !Vari studi in merito hanno dimomnto che in uni! percentuale più alta rispetto al resto dcUa popolazione adolescenziale, nei pazienti afferri da bulimia, anoressia c versioni parziJli di queste malattie, si riscontrano anche dci problemi di depressione, ansia e abuso di ~anze stupefacenti. «Penso che i problemi alimentari vadano prima di euno c:tlpiti in un contesto di molti altrl prol>lemt - dice il dottor Peter M. Lewinsoho -. Nulla sembra nascere cosl dal nulla. Avremmo voluto osservare persone con puri problemi alimentari, ma ve ne erano molto pochi tra di loro». «Dipende da ogni smgolo paziente, ma sappiamo che 1 problemi dell'alimeoLaziooe hanno~ a che fare con il man~ e iJ cibo» dice Mae Soko~ psichiatra dei bambini e dc~ adolescenti all'interno del programma per i disordini alimentari alla Clinica Mcnmnger aTopcka, Kaosas. «Non è un caso che qucsre situazioni iniziano durante l'adolescenz~. 4uanJo si è alla ricerca di una identità». (MA.BE) LAvCMO: SfMIJitf PIÙ LONTANO Ono a qualche anno fa, in Italia, esisteva una percezione più diffusa della povertà e r della scarsità di occasioni di svago, mentre ai giorni nostri le richieste e i desideri delle persone sono cambiate. Con l'nwento di un certo benessere generale (ma in una società che ora sta cambiando di nuovo) ci si concenrra sui problemi esistenziali. La solitudine dei ragazzi che vorrebbero avere un rapporto migliore con i propri afferri, o che si rifugiano neUa scuola, come luogo di aggregazione e non solamente di apprendimento, si lega alla ricerca di libertà c autonomia. Ogni ragazzoba dav;mti a se innumerevoli esempi che può seguire e spesso si ~enern confusione su quale prediligere. Spesso, inoltre, le scelte fondamentali che un g•ovane deve fare e che riguardano il suo fmur~1,devono essere compiute in un'età ancora poco matura. Un ragazzo comincia a sce~ere cosa di'•emerà sin dalla scuola superiore, guando potrebbe non avere ancora le 1dee chiare. IJ{ÌOvani vengono spinti a crescere in fretta, ma si devono poi districare in una società che sta diventando vecchia, e che è veloce per alcune sue caratteristiche ma inerziale per ttltre. La costruzione di un'identità awieoe io maniera relativameore semplice, naturale c senza problemi, in una struuum sociale sratic:tto in ogni modoportatrice di modelli e valori ben ddlniti. Ma la contraddizione fru i valori permissiVI e consumistici e la narur1lle repressione della libertà che awtene in un'età di scarsa o nulla indipendenza economica ed affcniva è micidiale. L3 strutturazione del lavoro contemporanea. con la crescente richiesta di s~azione e con la concomitante crisi neU'offerta d'impiq~o stabjJe per i giovaru, favorisce una dilatazione dd ~tempo)) deJl'adolescenz~t per cu1 è f requentc considerare giovani persone di30 ~tnni che continuano a vivere neua famig!Ja tU origine. (MA.BE) quindi, se non altro perché le esigenze e le caratteristiche psicologiche e le richieste di un quindicenne non sono quelle di un ventidnquenne, ma una seconda differenziazione, fra le molte, dovrebbe awenire sulla base del genere sessuale. Nelle famiglie, dopo decenni di trasformazioni sociali complessive, si assiste veramente ad una certa uguaglianza di pari opportunità fra i ragazzi e le ragazze, che in parte collide col fatto che le esigenze delle adolescenti e dei loro coetanei maschi non sono le stesse. Quando ragazzi e ragazzesi incontrano, da che mondo è mondo, i comportamenti sono diffeTenti, e così anche le loro azioni e rappresentazioni di sé. Questi due fatti portano da un laDouler MC l gennaio 2005 pagina 30 to ad una omogeneità e, dall'altro, ad una progressiva divaricazione fra ragazzi e ragazze. Cosi, mentre a casa i ragazzi fanno lavori domestici e le ragazze possono finalmente rivendicare una maggiore libertà di uscita, fuori si ritrovano le dinamiche tipiche di separazione fra i sessi. LA SCUOLA HA FArrO «POF» la scuola cosa rappresenta? La scuola superiore è la seconda casa dei ragazzi, il luogo dove nascono i primi amori, dove si vive il gruppo dei pari più facilmente (facilmente?) ma non è il luogo dello studio e dell'apprendimento privilegiato. Si assiste ad una prevalenza degli aspetti relazionali rispetto al dovere dello studio. Gli adulti che parlano coi ragazzi, come gli insegnanti a scuola, da sempre riescono a suscitare un'ambiguità di sentimenti: conoscenza, autorità, ammirazione se si riesce. Il linguaggio dei ragazzi oscilla dall'esasperazione giovanilistica per affermare una sfida, simile a quella tradizionalmente portata a casa, al conformismo al contesto scolastico e a quello che sembra che gli insegnanti vogliano. Ad esempio, anni ed anni di sensibtlizzaztone ecologica hanno purtroppo portato i ragazzi ad essere ipocriti, affermando a parole un impegno contraddetto dai gesti quotidiani. Per metter insieme il «portfolio» morattiano, è necessaria la presenza dei genitori. Essi si trovano di fronte a questionari che arrivano a casa e che pongono domande circa la vita della famiglia (a che ora il bambino va a letto, se mangia e cosa, se collabora ai lavori domestici). Nondimeno, i genitori si ritrovano a poter/dover decidere in quale scuola mandare i figli, perché l'offerta formativa delle scuole si è diversificata. Ma tali Piani di offerta formativa (i Pof) sono molte volte infarciti di attività extrascolastiche e illiveUo delrinsegnamento non è il· lustrabile. Quindi si rischia di scegliere le scuole che hanno dei buoni Pof, anche se · purtroppo, malgrado la buona volontà di tutti - non esistono, in regime di autonomia scolastica, né i soldi né le risorse umane. E cost le famiglie e i ragazzi si trovano pizzicati in meuo ad un ~inepraio di offerte, talvolta anche mcomprensibili, contraddittorie. Un'insegnante di italiano di Torino, Paola Mastrocola, autrice di un romanzo dal titolo emblematico La scuola raccontata al mio cane, racconta di una società senza più armi, pateticamente arresasi a tutto: nessuno riesce più a leggere un libro, i ragazzi devono essere animati più che istruiti, anche perché i genitori sono divenuti utenti, a nessuno importa sapere se un insegnante è bravo. I termini stessi dei testi editi dal ministero dell1struzione lo provano. In essi si usano le «parole di una scuola che cresce», per cui l'utente

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