Missioni Consolata - Gennaio 2005

Missioni italiane nel Nord rllailandia MINORANZE DIMENTICATE N onostante un concreto sviluppo, evidente nelle grandi arterie asfaltate che tagliano vallate un tempo inaccessibili, e rabbondanza di beni nei mercati delle città, il nord della Thailandia resta un'area non solo geograficamente distante da Bangkok, «Città primate», dove si raccoglie il20% della popolazione thailandese (60 milioni) e si concentra metà della sua ricchezza. L:asprezza del territorio montuoso, segnato da fiumi che la stagione monsonica trasforma in imponenti corsi d'acqua dal flusso imprevedibile, ma anche la varietà della sua popolazione, costretta di fatto in confini non rilevabili sul territorio né, tanto meno, nei cuori di genti, tradizionalmente nomadi o seminomadi, con forti legami oltre confine, rendono questa vasta area «diversa» per La maggioranza dei thailandesi, in qualche modo ostile, se non fosse per il clima salubre, la natura mozzafiato e l'abbondanza di risorse. Afare Le spese del progresso di questo paese asiatico, tra i più dinamici del continente, sono soprattutto le minoranDon Bruno Rossi {sinistro) e don Piero Me/olio, fidei donum del friveneto. ze, un variegato e fragile mosaico di etnie che sono di fatto discriminate, più che dalle abitudini o dall'anagrafe, dall'incapacità di competere con i thai, e che del progresso hanno il più delle volte soltanto Le briciole. Questa vasta area, al confine con Birmania, Cina e Laos, ricade nella diocesi di Chiang Mai, che comprende le otto province settentrionali delta Thailandia, con un'estensione di 89.483 kmq e una popolazione di quasi 7 milioni di abitanti. Eproprio qui, dove i cattolici sono circa 40 mila, per quattro quinti tribali, si sono concentrate Le missioni italiane. Vi sono ragioni storiche per La presenza missionaria italiana, come nel caso dei padri del Pontificio istituto missioni estere (Pime), espulsi dalla Birmania, cui fu chiesto negli anni '70 di subentrare di fatto in questa regione ai missionari francesi delle Missioni estere di Parigi, affiancandosi ai Betharramiti, già presenti. Ma vi sono anche missioni più recenti, come quella dei MC l g.nnalo 2005 pagina 24 Ayvthar._o: chiesa dt San Giuseppe, fondata nel 1666. camilliani o, ancora, quella deiftdei donum, interessante iniziativa-pilota della chiesa del Triveneto. Di fatto la chiesa della Thailandia settentrionale è una chiesa in buona parte missionaria, non solo per L'esigua presenza di preti locali (solo 18 dei complessivi 430 sacerdoti thailandesi operano nel nord), ma anche per L'apertura ad ambiti diversi da quelli, come l'istruzione, dove tradizionalmente è forte L'impegno della chiesa locale. I dati che seguono sono forniti dalla diocesi di Chiang Mai. - 4 padri del Sacro Cuore di Betharram (Betharramiti), che da oltre 50 anni lavorano tra i karen nelle province di Chiang Mai, Chiang Rai e Mae Hong Son. - 7 padri del Pime, che da circa 30 anni lavorano tra karen, lahu, akha, lisu, yao e mong nelle province di Chiang Mai, Lampang e Chiang Rai. - l padre e l fratello camilliani, che da una decina d'anni accolgono in un centro i bambini akha, lahu e mong a nord di Chiang Rai, per dare loro La possibilità di studiare nelle scuole Locali. - 4 preti ftdei donum del Triveneto, che da 6 anni operano nel distretto di Chae Horn tra lahu e akha. - 3 suore di Maria Bambina, nel distretto di Wiang Pa Pao, in una scuola-ostello per studenti delLe minoranze lahu e akha. - 4 missionarie saveriane, a Chae Horn. - 3 suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret a Chae Horn. Mons. )oseph Songvol Surosorang, vescovo di Chiong Mai. s.v.

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