ministro Thaksin Shinawatra controlla un'impressionante concentrazione di mezzi d'informazione e comunicazione, in un contesto dove il cattolicesimo è spesso fenomeno «esotico» o stigmatizzato come «straniero», è emerso anzitutto il ruolo del giornalista come «testimone>>. Testimone scomodo, che deve unire qualità professionali e capacità di entrare in simpatia con le realtà locali. «Nel riferire la verità, i giornalisti si devono attenere ai massimi livelli di professionalità e di integrità morale», ha dichiarato l'arcivescovoJohn Foley nel suo discorso di saluto al Congresso. D presidente del Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali ha proseguito, sottolineando come la stessa vita dei giornalisti «dovrebbe riflettere la sovranità di Dio su tutti gli aspetti deUa vita umana» e che i giornalisti devono riflettere i «più alti livelli professionali e etici, sia come persone, sia come professionisti dell'informazione». Ricordando il ruolo positivo dell'informazione cattolica in un contesto -quello asiatico- dove la chiesa è spesso assai minoritaria o in difficoltà, l'arcivescovo ha sottolineato il positivo impatto sulla società: «Voi non siete giornalisti cattolici per caso; e neppure cattolici prestati al giornalismo: siete invece giornalisti cattolici, con una sincera vocazione a comunicare la verità con amore e ad aiutare altri a fare lo stesso». Dialogo e libertà sono state le linee-guida del Congresso, come sintetizzato dal presidente dell'Ucip, 1smar De Oliveira Soares: «Siamo venuti qui per ascoltare, per imparare, per dialogare e cercare nuove strade per essere presenti nel mondo contemporaneo come professionisti e come giornalisti cattolici, professionisti dei media e comunicatori. Noi non sian1o soltanto invitati a proteggere i nostri stessi diritti, ma anche a dialogare con popoli, nazioni, organizzazioni da una prospettiva multiculturale... Per noi, la libenà personale e la libertà di espressione sono valori inscindibili. La libertà è più che il diritto professionale di parlare e scrivere. La li - bertà è il diritto della gente a scegliere come far progredire le proprie culture e a decidere delle modalità con cui informare sulla propria vita». T hailandia paese buddista. È stato quindi con interesse che i congressisti hanno ascoltato e commentato gli intelventi del portavoce del governo thailandese,Jakrapob Penkair, e del venerabile Somchai Kusalacitto, monaco buddista e docente all'Università Maha Chulalongkom. n primo ha incentrato il suo intervento sul concetto di «sfotzo etico individuale», finalizzato alla pace, alla condivisione e, a partire da un ambito tradizionalmente rurale come quello tbailandese, all '«autosufficienza», via mediana fatta di moderazione, convivenza e uso di tecnologie sostenibili. n secondo ha focalizzato gli aspetti morali dell'attività giornalistica e dell ' uso dei moderni mezzi di comunicazione di massa. Interessante l'analisi di Somchai Kusalacitto riguardo la sfida che la comunicazione pone oggi al buddismo, religione che, come parte di una più vasta presa di distanza dai <<Vincoli>> mondani allo sforzo di liberazione individuale, ha sempre ignorato prose1itismo, missionarietà, propaganda, conoscenza che non fosse trasmessa per via diretta d ai maestri o dalle scritture. La mutata realtà dei paesi dove il buddismo è forte e strutturato.la necessità di paL1edpare in modo attivo alla crescita deUa società, l'apertura a nuove istanze religiose, sociali e culturali in un contesto globale, il crescente disinteresse religioso inWat Po: il tempio del «Budda sdraiato» a Bangkok. centivato dal benessere sempre più diffuso, spingono, oggi, anche i seguaci della dottrina del Budda a cercare un nuovo e diverso rapporto con i mass media. O ccasione di contatto e scambio di informazioni e idee tra i singoli operatori dell'informazione, fra testate e associazioni professionali iscritti alJ'Ucip, il Congresso non ha sintetizzato i propri lavori in un comunicato finale. Tuttavia la sensazione è che J'evento sia davvero servito, come ha suggerito il presidente De Oliveira Soares, a «ratiorzare il nostro impegno come giornaUsti a essere più vicini alla gente e alla sua cultura, difendendo .la libertà di espressione. Siamo venuti qui per osservare, ricevere e riportare nei nostri paesi d'origine le esperienze vitali che rendono questo ~ l lu?go un orizzonte illu- Mc mmato». --
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