Missioni Consolata - Gennaio 2005

I n un viaggio nello stato brasiliano di Bahia, alla ricerca eli progetti sociali e di persone impegnate nella solidarietà, mi sono fermato a Salvador,la capitaledi Bahia, poi a MonteGordo, un piccolo centro situato sul litorale, a 50 km dalla capitale, e infine a Esplanada, una cittadina che dista circa 100 km dalla costa, praticamente alle porte del grande Sertao. Mentre nei quartieri degradati dì Salvador OP.erano insieme laici e religiosi, negli altri due luoghi lavorano due missionari marchigiaru, padre Luis (don Luigi Carrescia) e frei Chico (frate Francesco Carloni). ll primo, dopo 10 anni di servizio in un'altra città, Camaçari, si è definitivamente stanziato aMonteGordo; l'altro, ormai da 30 anni in Brasile, porta avanti la presenza dei cappuccini, giunti in questo pezzo di Bahia all'inizio dd secolo scorso. SALVADOR BRILLA Rita lavora come assistente sociale nella casa di donnaConceiçao, zia Conça per gli amici , una simpatica bahiana che 12 anru fa si è messa in testa di fondare un'associazione controcorrente. AU'ingresso c'è un'insegna sulla quale si legge: <<Preconcetti no. Solidarietà sl». La casa accoglie bambini orfani, a rischio dì emarginazione, perché aLneno uno dei loro genitori è morto dì Aids e per talemotivogli altri asili non li accettano. Zia Conça invece se Li prende tranquillamente con sé. Qui i bambini possono giocare, iniziare a esercitarsi con l'alfabeto portoghese e con la matematica, mangiano tre volte al giorno, fanno il bagno e sono seguiti quotidianamente da un'infermiera. AJla porta di zia Conça bussano anche altri abitanti del quartiere, per chiedere un pasto, un consiglio, un aiuto scolastico per il figlio o per un controllo medico. I sieropositivi sono molti, condannati dall'indifferenza a un triste destino. Ciononostante, oggi è un giorno speciale; c'è da festeggiare il compleanno di un gruppo di persone. Potrebbe essere l'ultimo e per questo diventa importante stare insieme. Rita e le altre ragazze della casa di zia Conça banno preparato un dolce enorme al cioccolato con le fragole e tante caraffe di succhi di frutta. Poi verso le quattro dd pomeriggio gli adulti arrivano all'asilo ariprendersi i bambini. Nessuno di loro ha un lavoro fisso, sono tutti specializzati nell'arte dell'arrangiarsi Vìvono eli piccoli traffici, di prostituzione, di lavoretti per rimanere a galla nel mare dell'esclusione sociale che taglia in due la città: da un lato i centri commerciali e finanziari e dall 'altro le catapecchie. Nella capitale dello stato di Bahia si scontrano il lusso più sfacciato ela miseria dei bassifondi; in periferia i complessi petrolchimici sfruttano i poveri indifesi; nell'interno della regione, i latifondisti sono in lotta con i senza terra... In mezzo la solidarietà di laici emissionari, impegnati accanto agli emarginati, per aiutarli adifendere la propria dignità. Se si percorre l'Avenida Antonio Carlos Magalbaes, il boss di Bahia, d si specchia davanti alle porte scorrevoli delle banche, degli alberghi internazionali o degli specchietti delle auto eli lusso, parcheggiate davanti ai J?.alazzi, con il custode che annaffia le piantine della reception; poi all'improvviso, superato un terrapieno, giù nello sprofondo che non si vedemai, pulsa w1a/avela, un altro mondo. Qui la sanità non arriva; la polizia d entra solo per dare la caccia a 6~che ladro di polli; la scuola non ona, l'amministrazione pubblica si ~imen~ica yol~tieri . di regi - strare 1 nuoVt natl: puo capitare che un bimbo cresca senza che nessuno lo sappia, vivendo per strada, al di fuori di qualsiasi regola civile. I meninos de rua, con la velocità dì un proiettile, diventanograndi, bru· ciano tutto e sono consapevoli di andare in.contro a una parabola drammatica, fatta eli malattie e di violenza: te lo raccontano con il sorriso. Una volta alla settimana zia Conça li carica su due pulmini e li porta a fare una gita al mare o in qualche parco dove mangiano una grossa salsiccia in umido, fanno la doccia e si divertono in pace, senza masticare il grigio del marciapiede. I fondi per aiutarli ad abbandonare la strada sono scarsissimi, così si fa qud che si può. Io questa lotta contro le ingiustizie, in mancanza di un appoggio governativo, a tappare i buchi sono impegnate sia le suore terziarie francescane1 un gruppetto dì religiose indiane Che, con i finanziamenti del progetto eli adozione a distanza Agata-Smeralda, offrono istruzione ai tanti semianalfabeti e un po' eli medicine, sia le parrocchie di periferia che attraverso la pastorale denunciano e poi tentano di risol - vere i casi di denutrizione, dì droga e akolismo, di sfruttamento sessuale e di emarginazione. A ridosso delle dezioni si fa vivo qualche politico, che regala caramelle e distribuisce scarpe e protesi dentarie in cambio del voto. E non solo: ovviamente fa anche molte promesse. Per esempio, dì concedere i regolari documenti catastali a tutte Je famiglie che hanno una specie dì abitazione ma non sono ancora registrati. Poi succede che, una volta eletto, ci mette un minuto a dimenticare tutto. Intanto però la favela aumenta con nuovi arrivi dalle campagne di sbandati in cerca di miglior sorte e un'altra ragazzina partorisce il primo dj una lunga serie di bocche da sfamare. E come la fame anche la notte continua. Quandoscende il buio da lontano la favela arroccata su una collinetta sembra un presepe di cartapesta, avvolto in un vestito rigato di polvere dorata. Ma la distanza inganna. Fuo- (continua a pagina 14) MC l gennaio 2005 pagina 11

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