Missioni Consolata - Febbraio 2002

cerdoti del convitto, e una racco- mandazione: «Bene, bene quel san- tuario... Sì, do una speciale benedi- zione. Dite loro che studinomolto». Una raccomandazione scontata per un uomo che è dichiaratamen- te contrario a qualsiasi forma di i- gnoranza nella chiesa e che ha of- ferto la sua vita alla formazione del giovane clero. Sulla tabella dei festeggiamenti, oltre alla messa giubilare del papa, è compreso anche un avvenimento di risonanza mondiale, promosso da Propaganda Fide con il concorso degli istituti missionari. Si tratta del- l’Esposizione vaticana. È una rasse- gna dei doni e degli oggetti di valo- re inviati dall’Europa cristiana in o- maggio al papa, un pastore che con abilità e tatto è riuscito ad attenua- re il dissidio tra lo stato moderno e la chiesa cattolica, dimostrando che le due realtà erano diverse, non op- poste. L’Esposizione, inoltre, presen- ta una grande varietà di manu- fatti di carattere etnografico provenienti dalle missioni di Indocina, India, Giap- pone, Cina, Co- rea, Africa. Sotto l’aspetto culturale, lamostra si inserisce nel contesto dei canali di comunicazione sociale, di cui il ma- gistero papale e la missione odierna fanno largo uso. Si calcola che i visi- tatori della mostra siano stati 380 mila. Tra essi c’è pure l’Allamano, che prende visione del mondo mis- sionario e raccoglie immagini e con- sigli utili per la sua futura opera. La permanenza a Roma si con- clude il 15 gennaio 1888, con la par- tecipazione alla solenne canonizza- zione di san Pietro Claver, missio- nario tra gli schiavi di Cartagena, in Colombia. Il mercato sul quale si svolge la compravendita di esseri u- mani, trasportati dalle coste dell’A- frica occidentale, segna l’inizio di un cammino di dolore e orrore, de- stinato a consumarsi nelle pianta- gioni di tabacco, cotone, canna da zucchero e nelle miniere aurifere. Pietro Claver morì l’8 settembre 1654. L’Allamano gli affiderà la protezione del nascente istituto. D opo il ri- torno da Roma, ci si aspetterebbe un’immediata presa di posi- zione, da par- te dell’Alla- mano, verso chi fa di tutto per impedire la nascita di un istituto missionario, nascondendosi dietro un ipotetico calo di ordinazioni sacerdotali. Uomo avezzo a marcare pazien- temente i ritmi delle cose e a dare a ciascuna il suo valore, l’Allamano osserva con occhi disincantati gli avvenimenti. Egli sa che non gli re- sta che attendere il momento giu- sto, senza forzare i tempi, per non correre il rischio di costruire sulla sabbia. Conta sulla collaborazione di u- na personalità eccezionale, Giaco- mo Camisassa. Tra i due corre una affinità di sentimenti, vedute e o- biettivi, anche se non di stile. È de- terminante il contributo del Cami- sassa in ogni realizzazione che por- ti la firma dell’Allamano. Insieme attendono il fiorire delle rose. La pa- zienza non è forse la virtù dei forti? (*) L’articolista, missionario della Consolata in Kenya, è autore di numerose pubblicazioni. Significativa l’ultima opera sul beato Giuseppe Allamano: La mia vita per la missione , Emi, Bologna 2001. Mc MUSEO ETNOGRAFI CO Fu una delle intuizioni del beato Giuseppe Allamano e del suo collaboratore Giacomo Camisassa. Il museo è stato realizzato dai missionari della Consolata ed è di valore mondiale nel campo etnografico, con reperti unici. Oltre ad etnografia, comprende erbario, mineralogia, petrografia, paleontologia, archeologia, ornitologia, malacologia, animali esotici. Sede: Corso Ferrucci, 12 bis o 14 10138 Torino Orario di visita: 8,30-12,30 - 14,30-18 (feriale); 14,30-18,00 (festivo). Chiuso il lunedì. Gruppi guidati su appuntamento. Per informazioni: padre Bartolomeo Malaspina (tel 011.4.400.400). Disegno di Marisa Gagliasso.

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