Missioni Consolata - Febbraio 2002

MISSIONI CONSOLATA 17 FEBBRAIO 2002 15 maggio 2001: una data che o- serei definire «storica» per i miei mangbetu , famosa etnia nel nord della Repubblica democratica del Congo. È il giorno del loro grande incontro sul tema: «Si deve ancora pagare il cadavere?». Nessuno si stupisca, perché la questione non è così strana come sembra; anche perché, dopo un in- teressante dibattito, ne è uscita una risposta che rivoluziona consuetu- dini secolari. Ma procediamo con ordine. N elle relazioni familiari tra i mangbetu un posto di pri- mo piano spetta senza dub- bio agli zii materni, chiamati ba- noko . Tra zio e nipote si instaura u- na fortissima relazione. Se qualcuno vuol manifestare vicinanza e simpa- tia, chiama l’interessato noko , zio. È usanza, consolidata tra i mangbetu , che i propri figli siano affidati per anni agli zii. In molti casi i genitori (zii a loro volta di altri) allevano ni- poti, mentre i propri figli sono alle- vati dagli zii. La famiglia come è concepita in Europa (papà, mamma, figli) va un po’ stretta all’Africa. Il bambino de- ve, fin da piccolo, conoscere molto bene gli zii materni, perché la vita viene di là. Quando è ormai cre- sciuto, torna dai genitori, oppure, se ha raggiunto la maturità, inizia e- gli stesso una nuova famiglia. Solamente la morte del nipote rompe definitivamente questo stret- tissimo legame vitale. Inizia, allora, un cerimoniale, e chi ne fa le spese è la famiglia ristretta dove il nipote è deceduto. Perché avviene questo? Qual è il significato di avvenimenti che si ri- petono ad ogni morte? Gli antro- pologi parlano di risarcimento o compensazione. È come se il con- giunto (degli zii materni) fosse sta- to solamente «prestato» alla fami- glia (come sposo, sposa, figlio); la sua morte impoverisce la famiglia di origine (zii materni) e, quindi, oc- corre risarcirla, darle un compenso. E chiamano questa operazione «ko- futa ebembe», ossia pagare il cada- vere. I banoko partono dal luogo della sepoltura del nipote con capre, pol- li, maiali, soldi e vari oggetti (coltel- li, pentole, vestiti...). Ma questo crea l’impoverimento improvviso (a vol- te totale) della famiglia dove è av- venuto il decesso. Si scoprono sem- pre più vere tragedie familiari. La morte è così frequente (anche a causa dell'Aids) che è difficile tro- vare una famiglia che non abbia vis- suto tale problema. Per cui si scopre che i figli del defunto non vanno a scuola, perché i soldi non ci sono: li hanno presi i banoko . Uno muore perché non può permettersi l'ospe- dale: i banoko hanno portato via tut- to. La vedova resta sovente in una si- tuazione pietosa: le hanno portato via persino gli utensili da cucina e il prezioso bidone per attingere acqua alla sorgente. Le lamentele sui banoko e sul lo- ro intervento alla morte del nipote è un fatto generalizzato. Tutti pian- gono. Ma occorre pure dire che tut- Missione di Neisu: si prepara il pasto comunitario, che suggella un significativo mutamento di costume.

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