Missioni Consolata - Dicembre 1907

111 eoflSO(a ta 187 le,funzioni...- parrocèhi~li. battezzai io stess_<? il bambino nella chiesetta,. impon~ndogli il nome,di GiÙseppe Cappella. Ag~,fu1,1zion~i~~ segui il Rosario recitato, coll).è ben si può pensare, in rendimento (],i grazie._ . _·_.:.Qualqhe giorno dopo., essendosi U bambino abb~stanza rimesso per le cure delle buone • suor~, lo mandammo all'orfanotrofio, facen- ~olo aooompagnare d~l padre suo~ Al ritorno qn~sti, non solo aveva le idee comp\e~amenté .cambiate, ma _era cosi contento che non si saziava di ripeterlo a destra e s~nistra .; e ~all'aver portato suo figlio al patri se ne ya,~tava con;te di un atto generoso e spon~ ta,neo, dimentico di. quanto ci a;vesse fatto penare nei passati giorni, e. inconscio del ~.ricolo cui ·aveva. ~sposto il bimbo di perçl~r,e la vita materiale ed eterna._ . · Temo c.he se mi ha .tenuto dietro fin qui, se ne sarà ben annoi~~~; ma che .vuole? pna parola· dopo l'altra... · .. Ella voglia ri<?<Jrdare me, e tutti i missionarii, ed il nostro lavoro qui, ~i piedi . ' \ . ~ ' çl~)la sua Madonna: io la çon~raccambierò, p~r quanto possono valere le povere preghiere di un omai selvaggio africano. Saluti cordialissimi dal sho a,ff.mo P. FILIPPO PERLO Missionario della Consolata. CHI VUOL FARE · una bella carz'tà az' mt"ssi'onarz· o/fra lQro elemosz'ne dz' Messe. La .Direzz'one del periodzco le accetta con rz: conoscenza' e sz' fa premura dz'lrasmetterle az' mzssz'onarz:. Per queste applt'cazz'onz' dz' Messe l'Autorz'tà ecelesiastzca ha fissato la elemos-ina tn L. 2,50. =======~·======= CENNI BIOGRAFICI ·del ·veqerabile ~inse·ppe Gafasso ' ' ' Seg~ CAPO VII. Il Rettore della c~iesa ~di . S. Francesco d'Assisi. SOMMARIO: n Venerabile.e D. Ambrogio-~.A S.•Fran- . casco non ci fanno aspettare! ,- Pre9isione d'orario e 'zelo·di ministero - ·Conversione del calzolaio Bardne - La;·predicazione'in S.. Francesco - ·La Congregazione degli Artisti - Una predizione de~ Vene. rabile. Nè soltanto ai suoi alunni Don Cafasso usava tale o simile,carità, ma per zelo della gloria di Dio e sentimento profondo di,dqvere •}'~stendeva, ~l ~isogno, ai superiori del Con: vitto ed ai sacerdoti che di fuori erano as: sunti, o venivano,di spon~nea volontà a dit: me.ssa o ad aiutare CQmunq~e l'~fficiatura in_ S.)l'rancesco. Un caso as.sai grave si pr"'sentq Jln giorno in proposito. . D. Ambrogio, i.l famiger~~oto; infelice sacerdote_che tanto fece parlare di sè ~ divenn~ p~i lo zi~bello della ple.be torinese, era con~ diocesano di D. Begliati e di D. Vacchetta~ altr~ f:ì'!lPeriore ,del Con; itto. 9"razie a talè circostanza, quando ancora non dava_ pu,b~ blico indizio di ciò che sarebbe divenuto, o~tre l'incarico di qualche predica, D. Am~ brogio aveva otte!luto in S. Francesco un~ messa fissa a tarda ora. Egli si èomportò, bene P,er .u~ .certo tempo, ma· poi il suo m~do affrettato ed assai poco divoto di ce~ lebrare; l'ommissione quasi assoluta di preparazione e di ring~aziamento; confeJ,"mando ciò che intanto veniva man mano in luce~ obbligarono l'avveduto nostro rettore ad allontanare senz'altro il disgraziato dalla sua chiesa. Di provarsi ad ammonirlo non erà. neanche il caso; illicep.ziarlo era cosa ardua assai per la ~jpiccata protezione che, ai loro · fini, gli accordavano i liberaloni del giorno; ~d in quei tempi turbolenti era assolutamente necessario lo schivar~ pgni rumore intorno al Convitto, per non provocarne la chiusura~ Ma la prudenza di D. Cafasso trionfò anche nella difficile circostanza. Convinto che il povero D. Ambrogi,o or.amai non celebrava

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