122 ' restano in casa per far il catechismo a quelli che vi passano ; l'altra squadra invece è al collegi? dove resta per due mesi, trascorsi i quali si scambia con la squadra che è in missione, la' quale ritorna a ima volta a passare due mesi al collegio. Cosi abbiamo il vantaggio di poterli conservare sempre nel pri.mitivo fervore; educarli ed istruirli in modo graduale e costante; eccitare fra loro l'entusiasmo: cose tutte più facile ad ottenere in un collegio regolato quasi a modo di seminario, con una specie di clausura·; giacchè abbiam constatato che è pericoloso il !asciarli per Ìunghi periodi di tempo in missione, dove; volere o no, si trovano come sperduti nell'ambiente pagano. Al collegio metà della giornata è consacrata ad esercizii di pietà, sc~ole teoriche di religione ed elementi di istruzione prof!Jona; nell'altra metà hanno esercizio pratico· di evangelizzazione, compiuto nei villaggi indigeni sotto la direzione del superiore e dei suoi coadiutori. Il collegio è la culla delle nostre migliori speranze, e già al presente, la fonte delle più belle consolazioni. Il numero medio dei catechisti è superiore alla cinquantina. 6. - Orfanotrofio. Accadendo nascite di bambini gemelli, o altri venuti al mondo in . speciali circostanze, è éostume nel paese di sopprimere questi neonati, o soffocandoli o abbandonandoli allè iene. pa tempo vagheggiavamo l'idea di raccogliere questi infelici per salvar loro l'anima e il corpo; ma .)a precarietà della nostra situazione, il timore di urtare prematuramente certe superstizioni troppo diffuse e troppo radicata, ci avevano ritenuto dal metterei su questa via. Consolidata 18. nostra posizione grazie all'alta benevolenza diVostra Eminenza, vi ci accingemmo con lena e sul finire dell'anno aprimmo un orfanotrofio presso ·la stazione di Mogoiri, affidandolo per l'esercizio alle medesime Suore Vincenzine che già lavorano con noi in missione. Contemporaneamente officiammo il Governo inglese, il quale emanò un decreto ordinante . a tutti i capi indigeni di far portare a noi i bambini nati in quelle circostanze nelle quali, in forz~ delle antiche )lsanze indigene, se ne sarebbero violentemente sbarazzati. I principali capi, già affezionati alla· missione e alcuni partecipanti regolarmente al catechismo, v;aggiunsero gravi pene per i trasgressori; ed ora di mese in mese il nu· mero dei bambini così salvati, e divenuti per l'uso del paese di nostra proprietà (cosa confèrmata dal governo fino alla loro età d( diciott' anni), va rapidamente aumentando. Speranze. - Ecco le linee generali su cui si svolge il nostro lavoro attuale. Questo, lo sappiamo, non si può ancora dire che esca realmente dal periodo preparatorio, il quale, per essere la popolazione troppo primitiva e senza basi nè religiose o civili, nè morali o sociali, non può necessariamente che essere lungo ed arduo; ma tuttavia delle mutazioni ~ ed importanti- le constatiamo noi stessi: la confidenza e l'entente con ogni classe di persone cresce di giorno in giorno, e ci pare di poter guardare l'avvenire con fiducia che il futuro della missione e del nostro Istituto sia ricco di speranze. In missione è nostra impresa il passare dal possesso virtuale di questi paesi all'effettivo e reale, e vive speranze ci sorreggono che dal periodo preparatorio dell'insegnamento della religione - che in certi punti ha raggiunto un alto grado di diffusione e intensità- non sarà troppo lungo il passo al ,periodo dell'esercizio della vita . cristiana : scopo finale di cui stiamo ora gettando le basi. Voglia Iddio dar grazia a noi e a questi poveri indigeni, affinché possiamo avanzare anche in quest'anno con passi non precipitati, ma sicuri, che migliorino e consolidino sempre più l'opera nostra. Così l'Istituto nostro speriamo continuerà ad esser befl:edetto da ..Dio. Parecchi missionari saranno ordinati sacerdoti nell'anno, e verranno ad aggiungere il loro al nostro lavoro; il numero delle suore non è limitato che dal_tempo :qtateriale occorrente alla costruzione di solide ed adatte dimore;· ·e la prossima apertura del piccolo seminario in .
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