110 Jll eonsolata di rivoluzioni e d'antiche eresie, ancora op-· pone una bella resistenza alla nuova·eresia del Modernismo ed alla propaganda sovversiva dei· nostri giorni. (Continua}. . Q p ·; Un'opera di carità che s~· può j'are ai missi~nari è quella di ojfrire loro delle timosine per celebrazione di Messe. La Lh'rezione del period~·co. te ·accetta con riconoscenza e Je trasmette ·con premura ai miss~·onan· . . Per queste Messe l'Autorità ecclesiastica ha fissato t'etemost'na in L. ·.2,'150. ~~ · del $a11tuario · ~~~ Grule reeentl riferite alla sacreatla del santuario Da Savigliano, ci scrivono: R~v.mo Sig. Direttore," «Adempiutasi la prima parte· di un voto fatto dalla ' mia famiglia, adempio, a nome délla medesima, anche la seconda, ·inviando a V. S. relazione di una grazia straordinaria da :noi ricevuta ad intercessione della Con-· solata. Ecco in. breve il fatto. « Il mio fratello' tredicenne, GwvANNI SERRA dimorante colla famiglia a Poirino, sul finire del maggio 1904 si lagnava più: volte colla mamma di- forti ed insistenti·. dolori di ventre. Questa sollecitamente e ripetu. tamente gli apprestò i pochi rimedi casa- .linghi, d'ordinario così efficaci nel caso; ma non: recando·essi stavolta alcun g~ovamento, mandò per il medico. A tutta prima questi giudicò tratt·arsi di un ristagno alquanto trascurato di matE!rìe nell'intestino, e volse le sue · cure a: scioglierlo, · per eliminare i gravi pericoli di un maggiore ingorgo e di - sempre più viva irritazione ,delle ~ucose. intestinali. « Il piccolo )Jlalat<! si sentLalquapto sollevato, ma ahimè!- hingi'dall'essere foriero . di prossi.ma totale guarigione, il migiiora-·. mento non era se non una sosta insidiosa del morbo, precedE>ilte l'insorgere terribile di più grave malattia, anzi delll!o complica- . zione di più nialattie. Infatti non tardò a rivelarsi' un' acutissima entet·qclite, a cui subentrò tosto una polisierosi~ con suppurl,lzione delle ghiandol~ inguinali (e se i medici non si son sbagliati tutti, c'era ancor altro" di . non minore gravità)..IJ ·povero Giovannino, indicibilmente prostrato ,di forze, immobile nel suo letto,. in un mar di dolori .che non gli davano tregua nè· dì nè notte, strappava lagrime di compassione. anche agli estra;nei: quanto ai famigliari - la, mamma iq ispecial modo .-;- Iddio solo sa . quanto soffrissero con lui e per lui... ·Rimedi, consulti ; le attenzioni più assidue e minute dettate dall'affetto, a nulla valevano contro l'energia crudele del male inesorabile, che .stava pèr spegnere .quella giovinè vita. j\.nche a}\e insistenti, angosciose_' preghiere i:l Cielo pal'eva chiuso: mancava poco a poco ogni fon'tla,mento roagionevole ad ogni più piccola speranza... Dei tre dottori che con qu!lllo ·, di famiglia aveva~no visitato l'infermo era l • . concorde la sentenza: ·« E duopo rassegnarsi, oramai non v'ha-più nulla a fare: · è questione di <?re, od al più di qualche giÒrno di strf)tte: ·poveretto !... » Il caro. fanciullo nei' giorni precedenti ..già aveva ricevuto il . Santo Viatièo; il 20 giugno gli (u ammiJ;li:· .stratp, l'Estrema Unzione e l'indomani, parendo ch'egli dovesse spirare da un momento all'altro, gli si impartì la benedizione degli agonizzan~i. Tutto stava dunque per finire quaggiù per lui... . «A noi ·dj famiglia però, .sephene rassegnati alla. volontà qi Dio, non pareva vero che l~~o Consolati ci volesse negare la salvezza del nostro Giovl!onnino, chiestale tl!-nte vcdte .in giorni di •grazie come quelli dell~ sua novena e delll)o, sua-fes~a titolar~. 1'\.ella
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