la eof1solata -· 111 • anch'esse agli assedianti, che però lè pagarono colla perdita ~ 450 uomini. · «Magro frutto- scrive il Solaro- dopo due mesi di tr.avagli e fatiche tre piccole opere di fascine e di terra, costrutte in fretta per dare loro un po' più da fare, per arrestare il primo ardòre dei loro assalti! » Ed il tono ' delle parole del bravo generale d'artiglieria, in ,cui vibra tutta la garba,ta e fine ironia · piemontese, dà la misura della serenità dello spirito pubblico-ehe tuttora si manteneva in Torino, e che traeva il suo alimento dall'interno della piazza come dall'esterno, d'onde il du~a di Sav.oia, invisibile ma sempre presente, continuava ad essere una grande forza per i suoi. ~~=aa~~·~'~'~~·-~~~ ) CRONACA MENSILE ~ DEL SANTUARIO ,} ~ ~- . . Grazie recenti riferite alla sacrestia del santuario Padova, 18 marzo 1906. Molto reverendo Signore, Eccole, sig. Direttore, la relazione scritta, ch'Ella mi ha chiesto, della disgrazia occor; sami il novembre scorso scendendo dal treno. Residente a Padova per ragioni di ufficio, avendo ancora la famiglia a Torino, io giungeva alle 19 d.el 10 novembre col diretto Venezia-Milano alla stazione di Porta Nuova, , chiamato da un telegramma del medico al capezzale-di mia moglie da qualche tempo ammalata, improvvisamente aggravatasi. Il treno era già sotto la tettoia, quand'io che avea fatto agitatissimo il lungo percorso e quasi digiuno, pregai un facchino salit~ alla stazione precedente di ~prirmi lo sportello e, senza accorgermi che il treno era ancora in moto, scesi i. tre gradini colla valigietta da una 1 manò e tenendomi alla maniglia coll'altra. M;a quando posi piede sulla banchina perdetti l'equilibrio, barcollai per alcuni passi, lasciai cadere valigia, ombrello, occhiali, capp_ello e, senza ch'io sappia come ciò sià avvenuto, invece di cadere io stesso sulla banchina, ruzzolai tra un v1agone e l'altro, sotto i mantici di comunicazione e i propulsori. Allora mi ricordo di avere esclamato: Oh, Maria Vergine della Consolata! inentre ero spinto e rivoltolato da ogni parte e col pericolo d'incontrarmi nelle ruote; ma ~in quel punto_ il treno, che già muovea lentissimo, si fermò del tutto ed io con esso, perdendo un istante i sensi. Ben presto ebbi soccorso dalle benemerite guardie di città e di questura e, dichiarato l'esser mio, fui trasportato all'ospedale di San Giovanni dove mi si riscontrò la frattura di quattro costole, una lesione allo sterno e contusioni ed amatomi in varie parti. Ricoverato nella Sezione Isnardi potei, mercè le amorevoli cure di quei valenti medici e delle b~one suore di: carità, rivedere, sebbene non guarito, dopo alcuni giorni, la mia cara inferma che mancò il 23 dicembre~ e avere intanto ognj conforto dai parenti, dagli _amici e dai conoscenti. Io credo miracolo il non esser caduto sotto le ruote ed aver così salva la vita, perchè la: guarigione completa non è che questione di tempo. Non cesserò quindi mai d'avere una particolare venerazione·per Colei che ho invocata in quel momento terribile, quasi per una lontana •reminiscenza di. far cosi nelle possibili disgrazie. E se Ella non mi risparmiò la crudele sventura che, nonostante preghiere ardentissime, mi colpì poco dopo colla perdita dell'adorata consorte, deside:ro che .sia compiuto . quel che promisi a me stesso, che sia apposto al Santuario un tenue segno del mio riconoscente omaggio. Q Con particolare ossequio mi prpfesso il suo ·dev.mo F. ADOLFO AVETTA bibliotecario TUTTI GLI ABBONATI potrebbero farci un · gradito favore e sarebbe quello di mandarci l'indirizzo di loro parenti . o conoscenti stabiliti all'estero. A. questi noi spediremo gratis numeri di saggio del perlo-· dico, allo scopo di diffondere sempre più la di· vozione alla Consolata. '
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