Missioni Consolata - Maggio 1906

r 68 w e o t'l so laJ a montagne verso l'equatore. Gli schizzi successivi dei più grandi geografi ed astronomi dell'antichità, quali Ipparco, Ecateo, Tolomeo èd altri, segnano tutti le Montagne della luna fra tre grandi laghi, sebbene differiscano tra l~ro, sia nella collocazione rispettiva degli uni .e delle.altre, sia nel portare. laghi e mqnti .di qualche grado più a sud ·o più a nord dell'equatore. Così fanno nei secoli dopo l'era volgare gli scienziati arabi ed europei: i fa. mosissimi Edrisi e Massoudi, l'inglese J ohn Ruysch ed altri moltissimi, fino al grande navigatore veneziano Sebastiano Caboto, il quale nel XVI secolo compì grandi viaggi in servizio çlell'Inghilterra. Sono sempre i tre laghi (1) a cui le grandi Montagne della luna, per mezzo di molti fiumi, mandano le loro acque; m~ in queste.carte gli elem~nti di verità si vanno facendo sempre più numerosi ed esatti, e così passo passo la stori~ del Ruwenzori, il glorioso Re delle nuvole, passata- come tutte le storie dei grandi monarchi - per la fase leggendaria e poetica, va avvicinandosi al suo periodo positivo e scientifico. IL Esploratori a/rz'cani che n01• videro il Ruwenzori - ·Fortuna meritata- Prima splendida viaz'o11e delle Montag11e detta luna-Descriziòne 'della catena del Rruoenzori. La storia positiva della regione dei grandi laghi equatoriali non comincia se non nella seconda metà del secolo XIX, cioè coll'estendersi del dominio del Kedivé d'Egitto sull'alto Nilo e nel Sudan, sotto la ppotezione dell'Inghilterra. Gli interessi della politica aiutando quelli della scienza, permisero allora ad un manipolo di illustri esploratori di compiere quanto invano avevano desiderato gli antichi, ·di giungere cioè alle sorgenti del Nilo. Già nel 1848-49 i tedeschi Rebmann e Krapf avevano scoperto due qei nevosi colossi ~fricani: i monti Kilima-Ngiaro e Kénya; gli inglesi Burton e Speke nel 1857 esplorarono il' lago Tanganika; quest'ultimo nell'anno La cartina che presentiamo a' i>Bg. 67, disegnata dietro le più recenti scoperte geografiche, mostra precisamente il Ruwenzori in mezzo ai tre laghi Alberto, Albert Edward e Victoria. seguent~ raggiunse il lago Victoria, scoprendo la parte di sorgenti che il Nilo ha da esso. Nel. 1862 poi lo stesso Speke discese il Nilo con Samuele Baker, dopo avere visitata l'Uganda. Ma nessuno di questi viaggiatori raggiunse la regione del Ruwenzori, sebbene alcuni vi si fossero assai avvicinati. Anzi nè il Baker che ritornò nel 1869-1873 . colla coraggiosa sua consorte nella regione dei laghi, nè l'italiano Romolo-Gessi, nè Emin Pascià che navigarono sul lago Alberto, videro le grandi montaghe nevose, sebbene avessero raggiunte località d'onde avrebbero dovuto essere perfettamente visibili. E ciò fu certamente in causa della nebbia densissima e nera che 300 giorni su 365 dell'anno - come fu constatato - avvolge il Ruwenzori, sottraendolo ad ogni più acuto sguardo, La fort~na ~ la gl~ria di scoprire il Re delle nuvole toccò ad ~nrico Stanley, e fu fortuna e gloria bim meritata, perchè l nessuno fra i viaggiatori afric~ni pi'ù faticò e sofferse nell'Africa tenébrosa; nessuno più di lui concorse a svelarne i segreti; nessuno si consacrò con più diligente amore e con più ero.ico e costante animo a condurre a termine le imprese che aveva assunte nel continente nero, dalla prima a cui si accinse appena ventisettenne nell'anno 1871 movendo alla ricerca di Livingstone, fino a quella di gl}idare la grande spedizione inglese di soccorso·ad Emin Pascià: impresa che finì di logorare la fibra d'acciaio del grande esploratore, in tre anni di indicibili sforzi e pa· timenti, quanti ne corsero dal principio del 1887 al fine del 1889. Fu appunto durante i viaggi di quest'ultimo periodo che ' egli scoperse il Ruwenzori. Lo Stanley già ne aveva avuto una fuggevole visione nel1888, manon fu se non l'anno seguente, e precisamente il 2 aprile 1889, che egli, colla numerosissima colonna di gente che guidava, potè godere la meravigliosa vista dell'intera catena, dai pressi di Kavalli sulla spqnda occidentale del lago Alberto (Vedi carta geogr. a pag. 69). Conviene notare che sebbene in queste località l'esploratore avesse l j

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