Missioni Consolata - Aprile 1906

62 Jll <2ortsolata - Si, si proprio con Dio. · Là si sta bene, · lo sai: no:q si patisce più nè freddo nè fame, e non si muore più.... « Queste cose, ripigliò dopo breve pausa il fanciullo, me le hai dette altre volte; ma, come posso io andarvi, se non ho ancora ricevuto l'acqua di Dio? -Vedi, carino, segui· tava la suora, facciamo così: ora ti curo bene il corpo, e poi ti lavo l'anima col santo batte. simo: sei contento? - Sì, sì dammi il battesimo, che sono molto contento. « La auora gli ri~ordò ancora le principali verità di nostra santa fede, gli effetti del sacramento di vita, e poi lo battezzò chiamandolo Gia~omino Precerutti. Ella mi diceva poi tutta commossa: Creda, padre, quel caro ragazzo ci fu proprio inviato dalla Co~­ solata: mi chiedeva il battesimocon tanta per· suasione ed istanza, che a stento potevo trattenere le lagrime... - Deo gratias Ile risposi, 1è urr figlioccio degno dei suoi benefattori. « Quando poi si trattò di farlo trasportare a passar la notte da un suo parente qui vicino, dovetti far violenza a me stesso e durar fatica a persuadere il povero fanciullo. Il mio caro Giacomino mi diceva ·con tutta semplicità che egli ora era figlio di Dio come me; e non voleva perciò più andare cogli altri che non conoscono il nostro buon Gesù, e me lo diceva con tale affetto verso di Lui, che al solo mirarlo in volto s'intravvedeva tutto quanto il mutamento interiore operato dalla grazia santificante. Quanto volentieri l'avrei trattanuto con noi l Ma la prudenza, la necessità dovettero vincerla sull'affetto. ( . Io non potevo ·rendermi responsabile del dann·o che ne sarebbe potuto venire alla Missione, e per conseguenza alla causa di Dio ed alla salute delle anime, se il neo-battezzato fosse morto la notte nelle nostre mani. Il nemico infernale, che freme al vedere qui. progredire vittoriosa la croce di Gesù Cristo, non avrebbe certo mancato di suscitare contro fii noi le superstiziose dicerie. dei malevoli, che non mancano in nessuna parte del mondo, e prima di t,utti dallo stre>{one, il quale s'era opposto con ogni arte a che il fanciullo moribondo venisse condotto dal Padre... o « Chi sa se col tempo, .diminuite alquanto le ingenti spese attuali delle nostre, Mis~ioni, · non ci sia permesso di erigere un gran ba· raccone ad uso di ospedale, almeno per i malati gravi che vengono di lontano? Intanto il povero Giacomino, visto di non poter restare anche la notte presso le sue buone mamme, mi pregò che almeno lasciassi andare con lui il catechista testimone del rice;. vuto battésimo. Lo accontent~i ben volentieri. Dal catechista seppi poi che la notte il piccolo nuovo cristiano non si saziava di farsi ripetere le preghiere, specie il Pater noster, che s'ingegnava di accompagnare egli pure, per quanto glielo permettevano le deboli sue forze. « Il mattino del 20, nonostante le sue in· sistenze di essere di nuovo trasportato alla Missione, fu dai parenti - secondo l'usanza del paese - riportato ai suoi genitori, al villaggio natìo, dove giunse in fine di vita e venne subito collocato nel bosco vicino, sotto una frascata, con un piccolo fuoco accanto. Di lì, poche ore dopo, Giacomin~ se ne volava' ai piedi della nostra dolcissima Consolata, in Paradiso, a pregare per coloro che gliene hanno aperte le porte colla loro generosa carità. ~ Mi accorgo ora, egregio signor Dottore, che malgrado la mia promessa d'esser breve, mi sono dilungato anche troppo. Ella me lo perdoni, e mi permetta che rinnovandole i ringraziamenti per la cospicua offerta che già le meritò un primo e sì bel fiore di paradiso, la preghi di presentare i miei umili ossequii a tutti in famiglia ed in modo speciale al caro suo Giacomino. Ho l'onore di essere in Gesù e Maria SS. Consolatrice. Di V. S. Ill.ma Obbl.mo servo P. RonoLFO BE,RTAGNA Missionario della Consolata. FRANCOBOLLI USATI .Accettiamo con riconomnza francobolli usati tanto nazionali che esteri, ma vreferibilmente quelli di nazionalità estere; Essi saranno da noi ridotti in collezioni da vendersi a benenzio delle nostre .Missioni.

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