Missioni Consolata - Gennaio 1905

Jll eortsolata 11 cramento, l'orazione ;pro infirma, a fine di ottenere dal buon Dio la salute di S. A. R. la duchessa Elena d'Aosta, benefattrice insigne dei nostri poveri e delle opere pie della città»· Per ordine di M.r Beccaria cappellano maggiore di S. M. il re, nella ·cappella della SS. Sindone ebbe pur luogo un triduo allo stesso scopo nei giorni 5-6-7 dicembre; contempora· neamente un altro se ne fece in duomo, _l'uno e l'altro con concorso grandissimo di popolo. In tutta Italia: a Roma coll'intervento della Regina Madre e della duchessa Elisabetta di Genova; a Livorno, a Napoli, in cento città e borghi si fecero pubbliche preghiere per la consèrvazione della preziosa vita; anche nella Francia innumerevoli pie anime levarono a questo fine le loro suppliche a Dio ed alla Vergine SS. Le auguste sorelle della duchessa: S. M. la regina Amelia di Portogallo, la duchessa di Guise e la principessa Luis~~o d'Orlfans, come la loro madre Contessa di Parigi, appena arrivate a Torino, prima ancora di poter abbracciare l'inferma dilettissima a cui dove· vasi ancora evitare ogni forte emozione, si recarono premuro<amente alla Consolata ad implorarne la guarigione; ripetendo poi le loro visite in tutti i giorni di loro permanenza a Torino, accompagnate anche talora dalla principessa Laetitia e dai duchi di Guise e d'Aosta. A Torino poi non si pregava soltanto in tutte le chiese aperte al pubblico, ma in ogni privata chiesa e cappella di pio istituto si im· plorava la Consolata: a cominciare dal Gottolengo e dalla Casa delle Piccole Suore dei poveri cosi prediletta ad Elena d'Orleans; fino all'ultimo più piccolo ritiro di miseri raccolti sotto le ali della carità cristiana, igpoti forse al mondo profano, ma non a colei che fra essi è più che mai - come la èhiamò in questi giorni il Patriote di Bruxelles - la reginà di Tor.ino. La Madonna sola sa quali invocazioni fra le lagrime a Lei si levarono per questa regina della carità dalle più squallide soffitte, dove si spesso ella entrava silenziosa e benefica qual raggio di sole, rinnovando gli esempi di Elisabetta ~'Ungheria e d'altre sante regali, ·di cui non mancano i modelli antichi e viventi nella Casa Sabauda: A questo proposito dirà meglio che cento parole ùn _piccolo, grazioso aneddoto, che togliamo dai giornali torinesi del 4 dicembre. «.L'altro giorno tra la folla che continua a o recarsi a leggere il bollettino al palazzo della Cisterna, era una vecchia popolana, la q,uale chiedeva insistentemente di vedere la Duchessa. Il personale di .servizio, naturalmente non fece in sulle prime caso dell'assurda domanda, ed il portiere ad un certo punto credette di aver a fare con un'alienata. Ma la brava vecchia lo disingannò: viste inutili le preghiere, accampò una ragione che, secondo lei, doveva darle vinta la causa.« La Duchessa -disse ella- quando io ero ammalata, venne più d'una volta presso il mio letto, e perch~ non potrò ora renderle almeno una visita? E questo il mio dovere!». Quanta eloquenza in questa ingenua gratitudine, inconscia delle convenienze sociali, ma vero fiore del cuore! I limiti di questo articolo ci vietano di pro· seguire un racconto lungo e minuto, seguendo giorno per giorno la serie der bollettini. Certo è però che dalla notte stessa. del 3 dicembre, in cui ebbe principio il triduo ordinato dal duca d'Aosta, punto terribile della crisi di settima, contro le umane aspettazioni, la malat· tia della signora amatissima volse in bene. Ma-lgrado un'altra complicazione sorta•a compiere il quadro morboso - l'alterazione gravissima della funzione renale-l'augusta inferma andò sempre migliorando con progressione lenta ma costante. Fu vinta poco a poco anche l'estrema debolezza che un momento ancora lasciò intravedere la possibilità di una ricaduta; ogni sintomo infausto, ogni feno· meno patologico si eliminò nel miglior modo che alla scienza fosse dato congetturare, tra il reverente c·ompiacimento, non solo dei torinesi e dei piemontesi, ma. di tutti gli italiani Il sabato 17 dicembre annunziavasi che si · sarebbe cessata la redazione dei bollettini medici, e intanto si pubblicava quest'ultimo confortantissimo: «Le giornate si succedono abbastanza. buone. Della malattia che l'ha colpita S. A. R. porta ancora nell'apparecchio respiratorio qualche traccia, che si potrà rimuovere del tutto in una lunga e rigorosa con· valescenza »- Seconda.ndo i desideri espressegli dalla cittadinanza e da vari enti morali, il nostro Rettore indisse per la sera stessa del 17 una solenne funzione di ringraziamento nel santuario, per lo scampato pericolodi S. A. R. La sacra cerimonia mostrò ancora una volta in tutta la sua bellezza la pietà gentile e forte di Torino, facendone palpitare il cuore in un impeto ge-

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