8 Jll. <Zo11solata nunziato a recarsi a Roma per l'apertura del Parlamento. Per dare una soddisfazione all'ansia genérale, il mattino del 29 novembre si pubblicò un primo bollettino del medico curante, professore Pescarolo, così concepito: « s :A. R. la duchessa Elena d' Orleans è ·da qualche giorno ammalata di bronchite acuta diffLisa, con qualchè punto di bron~o-polmonite al polmone destro »- Sapendosi da tutti che tali bollettini sono sempre redatti con tutto l'ottimismo comportato dalla veridicità sostanziale, per l'intiera giornata fu un accorrere al palazzo ducale di Autorità, di dame dell'~~oristocrazia e della borghesia torinese; il registro esposto nel vestibolo d'onore fu in breve coperto di firme di cittadini d'ogni ceto sociale. Nei giorni che corsero fino al 2 dicembre era nata nel pubblico qualche buona speranza di unà pronta risoluzione della malattia, ma il mattino del 3 si seppe che erasi fatta terribilmente minacciosa una complicazione laconicamente annunziata nel bollettino del giorno precedente con questa frase: - «Sintomi di pleurite destra ». - E se ne sparse in un lampo la notizia; circolò come un fremito. doloroso la voce che la duchessa d'Aosta andava rapidamente peggiorando. Fu un affollarsi straordinario a leggere il bollettino delle ore 8. « Versamento pleurico a destra. Nuovi punti di bronco-polmonite lungo il bordo del polmone sinistro. Febbre relativamente non elevata; respiro piuttosto affannoso. Funzioni del cuore e dei reni finora ben sostenute. Il morale di S. A. R. è assai elevato ». Nonostante le solite attenuazioni di dicitura, le constatazioni scientifiche apparivano di una eccezionale gravità. La malattia aveva con violenza ripreso il suo corso ascendente di rapida, acuta diffusione; e mentre erasi purtroppo completato il quadro della doppia bronco-polmonite, già di per sè così spesso di prognosi infausta, insorgeva ora la pléurite ed evidentemente si temevano le complicazioni renali. Il verificarsi di tali fatti nella crisi decisiva della settima, giustificava ogni più forte preoccupazione per la preziosa vita della Duchessa. Difatti, le condizioni di lei si vennero così aggravando nella giornata che verso le 16, dopo un'altra visita del prof. curante accorso d'urgenza, un gentiluomo di corte fu mandato a cercare del P. Zampieri confessore dell'augusta inferma, e trovandosi egli a Napoli per predicare la novena·dell'Iminacolata,: un altro egregio .P. Gesuita si recò sollecitamente al palazzo della Cisterna, dove amministrò alla piis_sima duchessa, p-ienamente conscia del suo stato, i conforti religiosi. Eransi tosto telegraficamente avvertite la m~dre e le sorelle di S. A. R., che soltanto i rassicuranti telegrammi dei giorni precedenti avevano trattenuto dall'accorrere prima al capezzale della loro diletta; della triste · piega della malattia furono pure resi edotti i Sovrani, la Regina Madre e tutti gli augusti parenti, che si trovavano riuniti a Roma ~er il battesimo del principe di Piemonte. Intanto il duca d'Aosta, che mai non abbandonava la camera della consorte, nell'ora supremamente amara ebbe dal suo nobile cuore e dalle secolari tradizioni della sua famiglia un'alta ispirazione. Il giornale. torinese Il Momento l'indomani scriveva: «Il duca d'Aosta si recò personalmente dal can.0 Allamano, rettore del santuario, ad ordinare un triduo solenne alla Vergine della Consolata, r~ccomandando che tutte le messe che si diranno nei tre giorni al-santuario vengano applicate per la guarigione della di lui Consorte. «Il triduo ebbe principio ieri alle 17,i5 e vi intervennero il Duca coi figli principini Amedeo ed Aimone. Il Duca, dopo_àvere lungamente· pregato all'altare della Vergine taumaturga, volle ancora scendere nella cappella sotterranea, ove s'intrattenne alquan'to in profonda preghiera. Appariv·a estremamente commosso ed agitato». E chi lo vide in quei momenti di 'angoscia suprema confortata dalla fiducia in Maria SS., non dimenticherà più la scena pietosa ed altamente· edificante che offerse il prìncipe, il quale tenendosi stretti i figliuoletti, inconsci nella loro innocenza, loro veniva tra i singhiozzi suggerendo le parole dell'Ave Maria per la loro mamma..... E ciò nel luogo istesso - dove l;augusta inferma soleva ogni saba_to immancabilmente ascoltare la S. Messa celebrata a sua intenzione, comunicandosi in essa divotamente; dove due cuori votivi appesi al tabernacolo dell'altare (vedi incisione a pag. 9) gli dicevano tutto un poema di fede e di riconoscenza da lei composto davanti alla Madonna delle Grazie. La sera stessa il bollettino medico delle 19,30 diceva:« La malattia continuando in una ''
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