Missioni Consolata - Novembre 2023

sità di un «rinnovato impegno per una catechesi che non solo prepari ai sacramenti, ma a vivere ciò che Gesù ha insegnato». (Cnbb) INDONESIA LA CURA DEL CREATO L’agricoltura collega le persone a Dio e le rende consapevoli della preziosità della madre terra. È questo il principio fondamentale che guida il Centro agricolo Kursus Pertanian Taman Tani (Kptt) gestito dai gesuiti nel territorio della città di Salatiga, a Giava centrale. Il centro agricolo opera da 59 anni come convitto e scuola diurna che insegna l’agricoltura biologica. Come spiega il gesuita indonesiano Dieng Karnedi: «L’agricoltura non è solo un atto di coltivazione, ma una attività di profonda connessione con Dio che opera in ciascuno di noi, evocando gioia e meraviglia e servendo da motivazione per la nostra vita quotidiana. Ci piace dire che impariamo a trovare Dio nell’agricoltura». Inoltre - nota il gesuita - questa attività diventa anche occasione di missione: «L’agricoltura può essere un modo per condividere la Buona Novella, soprattutto tra i giovani. I giovani di oggi sono profondamente consapevoli che il nostro mondo affronta una crisi alimentare, energetica e climatica. Questa è per noi un’opportunità per promuovere la consapevolezza ecologica, ispirata alla Laudato si’, coinvolgendoli concretamente nella piantagione di colture agricole e nella loro coltivazione e approfondendo il significato spirituale di ogni gesto». Nel 2022 oltre 1.600 giovani sono venuti al Kptt per corsi, stage e visite e alcuni di loro hanno deciso di studiare e lavorare in questo settore per costruire il proprio futuro. (Fides) INDIA IL G20 DELLE RELIGIONI Accanto al G20 dei capi di stato e di governo, sempre in India a Pune, dal 5 al 7 settembre si è tenuto il vertice dei rappresentanti delle comunità religiose, del mondo accademico e della società civile per una riflessione comune sulle grandi sfide globali. Vi hanno preso parte oltre cento relatori e duemila delegati che si sono confrontati sul tema «Dare forma alla pace nel mondo e allo sviluppo sostenibile attraverso l’armonia interreligiosa». Il confronto ha toccato un ampio spettro di temi: dall’eredità pesante lasciata dalla pandemia ai conflitti, dal cambiamento climatico alla condizione dei bambini. La Conferenza episcopale indiana, invitando i fedeli a pregare per il successo del vertice, ha sottolineato che «nonostante la nostra diversità, siamo legati da un’unica famiglia umana, che condivide sfide e responsabilità comuni». (Asia News) Mongolia: un fiume di grazia «Per quattro giorni ci siamo sentiti un po' il centro del mondo. Avere il Papa qui con noi in Mongolia, per la prima volta nella storia, è stato un momento letteralmente straordinario. Ha generato in tutti noi tanta gioia, commozione, gratitudine. Abbiamo vissuto questi giorni davvero come una festa in compagnia di Cristo Gesù, in compagnia del suo Vicario in terra»: sono i sentimenti che esprime padre Ernesto Viscardi, missionario della Consolata e proprefetto apostolico di Ulaanbaatar, a conclusione della visita di Papa Francesco in Mongolia (1-4 settembre). Ripercorrendo quei giorni intensi e vibranti di fede, di preghiera, di felicità, padre Ernesto continua: «Papa Francesco ci ha lasciato tanti spunti da sviluppare e vivere nella nostra vita pastorale: l’essere una comunità unita; il camminare insieme nella semplicità e nell’essenzialità; l’essere vicini alla gente, da accompagnare personalmente; coltivare sempre il dialogo con le altre religioni; non avere paura di essere pochi, una piccola comunità, ma confidare nel Signore che opera grandi cose. Ora si tratterà di recepire e praticare sempre meglio questi spunti nella nostra vita quotidiana, e lo faremo con l’entusiasmo e la generosità che caratterizzano questa Chiesa». L’ultimo gesto compiuto dal Papa è stato l’apertura e la benedizione della «Casa della misericordia», casa di accoglienza per persone senzatetto in stato di indigenza e disagio. «Sarà un luogo dove praticare le opere di misericordia, che rendono noi cristiani riconoscibili in Mongolia», spiega il proprefetto. I fedeli mongoli, conclude padre Viscardi, «sono al settimo cielo, hanno vissuto qualcosa di inatteso e proprio non immaginabile, si sono sentiti travolti da un fiume di grazia. Davvero il motto del viaggio apostolico “Sperare insieme” resta la strada che continueremo a calcare, con il cuore traboccante di gioia, la gioia di vivere il Vangelo». (Fides) NOVEMBRE 2023 | MC | 9 Mongolia: la benedizione della targa ricordo nella «Casa della misericordia», da parte di papa Francesco. © Vatican Media

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