presenza viva Un giovane sacerdote missionario e un laico missionario della Consolata, in occasione della festa del beato Allamano (16 febbraio) hanno condiviso un aspetto peculiare della personalità del padre fondatore: la sua tenerezza paterna. TENEREZZA PATERNA DI GIUSEPPE ALLAMANO Testimonianza di padre Piero Demaria L’Allamano aveva a cuore il bene dei suoi figli e figlie. Due episodi mostrano la sua tenerezza paterna verso di loro. Il primo si riferisce a fratel Benedetto Falda, partito col secondo gruppo di missionari per il Kenya nel 1903. Era un tipo molto attivo e creativo e, trovandosi nella missione di Tuthu, attraversava un momento di tristezza e nostalgia. L’Allamano scrivendogli non lo ha esortato a farsi coraggio e a darsi da fare, ma ha pensato a come aiutarlo per farlo star meglio ed essere contento. Si è ricordato che fratel Benedetto suonava il mandolino, lo faceva nelle feste e anche nelle balere e allora ha cercato per tutta Torino un mandolino e glielo ha fatto spedire con una delle navi che portavano aiuti ai missionari in Kenya, scrivendogli: «Prendi questo mandolino, suona e canta e starai meglio». L’Allamano aveva veramente a cuore che i suoi missionari e missionarie stessero bene e fossero contenti del loro lavoro. Prima ancora dell’efficenza era interessato alla gioia delle persone. Un altro episodio riguarda una suora che stava male: il fondatore era andato a trovarla e le aveva chiesto che cosa le avrebbe fatto piacere. La suora gli aveva risposto che avrebbe mangiato volentieri un grappolo d’uva. Non era ancora la stagione, ma l’Allamano non le ha detto che non ce n’era. Ha cercato invece l’uva per tutta la città e, trovatala, l’ha portata alla suora soddisfacendo il suo desiderio. I due episodi mostrano che, più che il grappolo o il mandolino in sé, ciò che ha fatto stare meglio queste due persone è stato vedere come il fondatore le avesse a cuore, spendesse il suo tempo per loro, appunto, come farebbe un padre pieno di tenerezza per i suoi figli. Testimonianza di Mauro Brucalassi missionario laico della Consolata L’incontro con l’Allamano ha in un certo senso orientato la mia vita. Cosa c’entra quel pretino umile e un po’ malaticcio con la mia vita? C’è un prima e c’è un dopo questo incontro. Un prima, quando le vicissitudini della vita (positive e negative) le consideravo dovute al caso, alle circostanze, tutt’al più al destino; e c’è un dopo, quando tutto è dovuto a un disegno che Dio ha per ognuno di noi al quale difficilmente si può sfuggire, ecco il messaggio. | MC | NOVEMBRE 2023 78 Padre Piero Demaria e il laico Mauro Brucalassi mentre offrono la loro testimonianza sul beato Giuseppe Allamano. © Archivio Imc
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