OTTOBRE 2023 | MC | 65 Pagina precedente: rappresentante del popolo huarpe con calendario a sostegno del diritto alla loro terra. | A sinistra in alto: padre Auletta con rappresentante dei Mapuche. | Qui a sinistra: scorcio di una zona di La Bebida a San Juan. | Qui sotto: bambini di Alto Comedero nella città di Jujuy. dal momento che questa è zona sismica». La popolazione totale è di circa 30mila abitanti, per la maggior parte bambini e adolescenti, giovani coppie. Le attività economiche prevalenti sono stagionali, legate alla raccolta dell’uva, delle olive, dei pomodori. Molte persone lavorano nelle fornaci di mattoni, nell’edilizia, alcuni trovano impieghi nel settore minerario e altri hanno piccole attività in proprio, come forni o piccoli ristoranti. «Con una popolazione proveniente da luoghi diversi e arrivate nella zona nel corso di molti anni è più difficile creare un senso di appartenenza, dove tutti si sentano parte di una stessa comunità che si interessa di loro». A La Bebida il problema dei suicidi è particolarmente grave: nel 2022, 15 giovani si sono tolti la vita. Sono numeri elevati, se si considera che il più recente dato nazionale ufficiale disponibile@ era di 8,7 suicidi per 100mila abitanti nel 2021 e che il dato complessivo per San Juan arrivava a 10 ogni 100mila. «Quello della salute mentale è certamente uno degli ambiti su cui vorremmo concentrarci nei prossimi mesi, collaborando con esperti del settore - psicologi, psichiatri, istituzioni sanitarie - che possano aiutarci a formulare interventi adeguati». Altre iniziative che padre Daniel ha in mente per rispondere ai bisogni dei giovani di La Bebida riguardano il sostegno economico e l’orientamento per una decina di studenti, universitari o frequentanti scuole professionali, e l’aiuto a circa trenta giovani donne o adolescenti, incinte o già madri, spesso sole, che hanno difficoltà sia economiche che psicologiche nell’affrontare la gravidanza o la maternità. Quanto ai bambini, l’idea sarebbe quella di portare avanti il lavoro dei cosiddetti merenderos, cioè gli spazi che forniscono assistenza alimentare gratuita a persone vulnerabili. «Spesso questi bambini hanno una dieta inadeguata, che non genera malnutrizione vera e propria ma comunque pregiudica il loro sviluppo. Per questo vorremmo continuare a sostenere i merenderos che già aiutiamo presso altre strutture e, in prospettiva, valutare l’avvio di uno nostro». Chiara Giovetti © AfMC © AfMC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=