63 spesso di incontrare situazioni estreme, che offendono l’umanità. Attraverso la Caritas o altri gruppi parrocchiali aiutiamo chi ha bisogno, ma non riusciamo a raggiungere tutti». La presenza della Consolata in Argentina, racconta padre Marcos, comincia nell’Ottocento con i migranti piemontesi che arrivavano qui portando con loro la propria cultura e la devozione alla loro Madonna, la Consolata. Secondo gli archivi dell’istituto, il fondatore Giuseppe Allamano inviava la rivista Missioni Consolata ai suoi compaesani in Argentina. Fu poi negli anni Quaranta del Novecento che la presenza dei missionari divenne stabile con lo scopo di accompagnare i piemontesi nella loro fede e raccogliere donazioni per le altre missioni. «Essere presenti e accompagnare percentuali rispetto al dollaro americano, passando da 298,5 pesos per un dollaro del venerdì 11 agosto ai 365,5 del lunedì successivo. Secondo diversi economisti, la ricaduta sui prezzi di questa svalutazione è stata praticamente immediata e, riportava ad agosto il quotidiano Clarín, le banche e le società di consulenza hanno corretto al rialzo le stime dell’inflazione su base annua, collocandola in un intervallo compreso tra il 180 e il 190%@. La presenza Imc «In questo momento i missionari sono preoccupati per la crisi economica del Paese», scriveva lo scorso agosto padre Marcos Sang Hun Im, sacerdote di origine coreana e superiore dei Missionari della Consolata in Argentina. «Poiché le nostre presenze sono nelle periferie urbane, succede è ancora oggi il carattere principale della nostra missione qui, soprattutto nelle periferie urbane e nelle situazioni di emarginazione. In qualche parrocchia i missionari hanno cominciato a seguire persone affette da dipendenze, un problema che tutte le presenze rilevano. Negli ultimi anni, inoltre, c’è stato un aumento dei suicidi, soprattutto tra i giovani, e le comunità parrocchiali stanno cominciando a organizzare attività di contrasto coordinandosi con professionisti della prevenzione». Tre poli di presenza Le presenze in Argentina, spiega il superiore, si dividono in tre nuclei collocati nella capitale Buenos Aires, nella regione di Cuyo e nel Nord. A Buenos Aires ci sono due comunità: la casa regionale, che si trova in città, e la parrocchia di Santo Cura Brochero, nell’area metropolitana della capitale e già sul territorio della diocesi di Merlo-Moreno. Mentre la prima comunità ha funzioni organizzative e di accoglienza, compresa l’assistenza ai missionari anziani, la seconda si trova in una periferia con una forte presenza di migranti boliviani e paraguaiani e ospita il Caf, cioè la comunità di formazione per nuovi missionari, affinché il percorso formativo «non si limiti agli studi teologici ma si estenda all’esperienza vissuta con la gente del quartiere» che affronta ogni giorno le difficoltà tipiche di una periferia come la violenza, le dipendenze, la povertà. Al Nord si trovano due comunità, quella di Alto Comedero, «zona molto popolata e dalla cultura e religiosità andina», e quella di Yuto, zona rurale e con popolazione di creoli e indigeni. In quest’ultima zona, Missioni Consolata onlus, grazie all’aiuto di diversi donatori, nel quinquennio scorso ha sostenuto una serie di interventi: la risposta all’emergenza abitativa di nove famiglie, per le quali è stato possibile costruire altrettante case in legno, e il sostegno a giovani madri del popolo Guaraní a OTTOBRE 2023 | MC | sviluppo integrale | Pololi indigeni | diseguaglianze | cooperazione Nostra elaborazione da Google Map
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=