Perché non tenere al centro l’educazione alla cittadinanza attiva fondata sulla Costituzione e sul ripudio della guerra? Perché demandare alle Forze armate la formazione dei nostri ragazzi? Sovviene don Milani con il suo noto «Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri». E «le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto». Aggiungiamoci pure la cultura, quella che libera e che restituisce la parola a chi non ce l’ha. Perché la parola libera. Sempre. Libera i sogni, dà ai giovani le ali per costruire una comunità umana nuova, solidale, fraterna, equa. Rosa Siciliano direttore editoriale di «Mosaico di Pace» Qui: la cultura bellicista non è promossa solo dall’Esercito, ma, come denuncia il dossier dell’Osservatorio, anche dall’industria delle armi. Ad esempio Leonardo pubblicizza così una sua offerta formativa: «Nel percorso “In volo con Leonardo”, studentesse e studenti avranno modo di approcciarsi alle Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica, ndr) [...] analizzando una delle più grandi sfide per l’umanità: la possibilità di volare». Tramite l’esperienza di volo, Leonardo offre agli studenti la comprensione di quanto è importante l’innovazione aeronautica per le «nostre abitudini quotidiane e individuali, ma anche sociali e collettive, garantendo nuovi servizi in ambito di difesa e sorveglianza, addestramento, trasporto tattico e supporto umanitario». | Sotto: un fotogramma di un video di presentazione della ginnastica dinamica militare italiana. | MC | OTTOBRE 2023 28 ITALIA sti, con una conferenza e un vero e proprio open day presso la caserma Gamerra. Tenere alta l’attenzione Nel settembre 2022, dopo la concessione a un ente privato dell’utilizzo della palestra dell’Istituto comprensivo Fucini di Pisa per svolgere lezioni di prova di ginnastica dinamica militare, il gruppo Una città in comune del consiglio comunale ha denunciato: «Decine di persone, vestite rigorosamente allo stesso modo, che si muovono all’unisono, rispondendo a comandi volutamente urlati e violenti come qualche esercito nel secolo scorso al passo dell’oca o, per restare a pratiche a noi più familiari, a quanto veniva imposto ai preadolescenti per tutta la giornata del sabato nelle scuole italiane. L’obiettivo, neanche troppo nascosto è evidentemente una militarizzazione del sistema prima educativo e poi scolastico italiano. Allenando all’obbedienza più che ai principi sportivi». Il collegio dei docenti dell’istituto ha così espresso il proprio dissenso, perché l’utilizzo di una palestra scolastica per quella pratica sportiva è diseducativo. Del resto anche la normativa in vigore prevede che le strutture scolastiche prestate ad attività fuori dall’orario di lezione debbano rispondere «a finalità di promozione culturale, sociale e civile», e in questa definizione non rientra quella che il collegio docenti ha definito «una ginnastica a corpo libero programmaticamente dura e vocata all’aggressività in cui vi è una conduzione dell’allenamento da parte dell’istruttore con comandi in stile militare». Costituzione e ripudio della guerra Perché la scuola da ente educativo diviene luogo di attività performative e di addestramento? “ La scuola può e deve essere laboratorio di pace. © Screenshot da educazionedigitale.it/leonardopcto © Screenshot dal sito https://www.gdmi.it
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