Missioni Consolata - Ottobre 2023

L’APPELLO DELL’OSSERVATORIO Di fronte al costante incremento delle spese militari e della circolazione di armi in un contesto internazionale nel quale la guerra nucleare si profila purtroppo come possibile nefasto orizzonte, ci prefiggiamo da oggi una decisa e costante attività di denuncia di quel processo di militarizzazione delle nostre istituzioni scolastiche già in atto da molto, troppo tempo. Le scuole stanno sempre più diventando terreno di conquista di una ideologia bellicista e di controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle forze armate (in particolare italiane e statunitensi) declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all’estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche della società civile. Questa invasione di campo vede come protagonisti rappresentanti delle forze militari addirittura in qualità di «docenti» che tengono lezioni su vari argomenti (dall’inglese affidato a personale Nato a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione) e arriva a coinvolgere persino i percorsi di alternanza scuola-lavoro (Pcto) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme. Il tutto suffragato da protocolli di intesa firmati da rappresentanti dell’Esercito con il ministero dell’Istruzione, gli Uffici scolastici regionali e provinciali e le singole scuole. Riteniamo molto grave che tali attività vengano presentate mascherando quella che è la vera natura della forza militare, nel tentativo di creare consenso attraverso un utilizzo improprio e fuorviante di valori quali «coraggio», «orgoglio» e «forza» o di idee astratte quali «difesa della patria» e «missioni di pace». È oltremodo preoccupante il livello di collaborazione che molti atenei italiani intrattengono con l’industria bellica attraverso cospicui finanziamenti alla ricerca o la sottoscrizione di protocolli tra università pubbliche e forze armate. L’intreccio è talmente forte che nel comitato scientifico della fondazione di Leonardo Medor troviamo ben sedici rettori delle università italiane. Il ruolo che la scuola riveste non è in alcun modo compatibile con l’ideologia brutale che sta alla base di ogni guerra: questo processo di militarizzazione promuove pratiche antitetiche a qualsiasi effettivo e sano processo educativo. «Smilitarizzare» le scuole e l’educazione vuol dire rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l’irrazionale paura di un «nemico» (interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. «Smilitarizzare» la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana. Crediamo nel ruolo fondamentale della scuola come laboratorio dove costruire insieme a bambine/i e ragazze/i una società di pace e di diritti per tutte/i, e pertanto chiediamo a dirigenti scolastici, insegnanti, educatori/educatrici, studenti/esse, intellettuali, cittadine/i di aderire all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole firmando questo appello e dichiarando la propria scuola luogo di pace, accoglienza e rispetto. Chiediamo anche di farsi parte attiva nella denuncia che porteremo avanti, territorio per territorio, di ogni intervento nelle scuole da parte delle forze militari e di sicurezza e di ogni uso improprio delle strutture scolastiche. Chiediamo di partecipare a un’azione coerente di informazione e di mobilitazione per estromettere la cultura della guerra dal mondo della scuola. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole SITO: https:/osservatorionomilscuola.com/ PER SOTTOSCRIVERE L’APPELLO E ADERIRE ALL’OCMS: https:/osservatorionomilscuola.com/contatti/ PER CONTATTARE L’OSSERVATORIO, SEGNALARE LA PRESENZA NELLE SCUOLE DI FORZE ARMATE, COMUNICARE INIZIATIVE DI CONTRASTO ALLA MILITARIZZAZIONE, SCRIVERE A osservatorionomili@gmail.com Il 9 marzo 2023 è stato presentato presso la sala stampa della Camera dei deputati il primo dossier dell’Osservatorio, scaricabile in pdf dal sito. “ Le scuole diventano terreno di conquista di una ideologia bellicista e di controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle Forze armate. rebbe più corretto chiamare «missioni militari in zone di guerra»; vediamo ogni anno celebrare con parate militari, Frecce tricolori, carri armati e aerei da guerra, la festa della nostra Repubblica, nata dalle macerie di un conflitto mondiale dal quale i padri costituenti avevano preso le distanze, ripartendo dal lavoro, dalla pari dignità di tutti e dal ripudio della guerra. La militarizzazione è sistemica. È culturale. Lo è nei linguaggi così come nella silenziosa delega della sicurezza alle Forze armate. E lo è anche nella scuola. Papa Francesco può anche continuare a ripetere che «viviamo in una terza guerra mondiale a pezzi» o che la guerra è crudele, assurda, folle. Le nostre orecchie e i nostri cuori sono assuefatti, silenti e accondiscendenti. La pandemia poi ha accelerato questo processo: non solo le uniche fabbriche rimaste aperte nel periodo di lockdown sono state quelle di armi, ma gli hub vaccinali o i centri per i tamponi sono stati spesso allestiti in tende militari. Il linguaggio, tramite meITALIA | MC | OTTOBRE 2023 26

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