Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2023

IL TEMPO PIÙ BELLO Quando celebrava gli anniversari dell’ordinazione, l’Allamano apriva il suo cuore lasciando intravedere l’intensità interiore con cui viveva il mistero eucaristico: «Quest’oggi è il 45° anniversario della mia ordinazione. Quarantacinque anni di messe!… Contatele un po’! Vedete, mai più credevo di potere celebrare tante messe!… E spero di celebrarne ancora tante e poi in Paradiso sarà una messa continua». «La santa messa è il tempo più bello della nostra vita!». Durante l’ultima malattia, con suo grande dispiacere dovette astenersi dalla celebrazione eucaristica per qualche giorno. Ad un certo punto, si lamentò bonariamente con il medico curante: «Professore, si ricordi che lei ha già sulla coscienza tre messe da me non celebrate». E alla suora che gli faceva notare che almeno la santa comunione l’aveva sempre fatta, rispose: «Sì, è vero; ma tu non sai che cos’è celebrare una messa». Il suo ardore per il sacrificio eucaristico l’Allamano lo trasmise ai suoi, che voleva «missionari e missionarie eucaristici»: «Io vorrei che aveste grande stima della santa messa. Certamente la prima, la più eccellente e potente orazione è la santa messa e per essere degna bisognerebbe che Dio stesso la celebrasse. È lo stesso sacrificio della croce». «Figuratevi, in ogni messa, di assistere alla scena del Calvario, con Maria Addolorata». L’Allamano concludeva: «Quante messe! E poi tutte le confessioni, tutti i sacramenti che ho amministrato in questi 45 anni. Vi so dire che stamattina nella meditazione mi sentivo vivamente riconoscente al Signore per la vocazione che mi ha dato. Vorrei trasfondere in voi questa riconoscenza». Il 20 settembre 1873 l’Allamano fu ordinato sacerdote dal suo arcivescovo mons. Lorenzo Gastaldi, nella cattedrale di Torino. Come proposito degli esercizi spirituali fatti la settimana precedente aveva scritto: «Ogni giorno ringrazia Dio di averti chiamato al sacerdozio. Unito a Gesù, fa ogni azione in relazione alla celebrazione della messa». «Dopo che fu sacerdote - si disse dell’Allamano - la sua passione eucaristica ebbe per centro la messa». «Aveva un modo di celebrarla pacato, tranquillo, senza movenze appariscenti; portava un’esattezza impeccabile nel compimento delle cerimonie e dimostrava un garbo da vero santo». «La Santa Messa era il centro, il momento più bello della sua giornata sacerdotale». Una sua figlia spirituale, diventata missionaria della Consolata, ha testimoniato: «La Santa Messa celebrata da lui era veramente un mistero d’amore. Per molti anni prima della mia entrata in religione, ascoltai la S. Messa alle ore sei, celebrata dal nostro amatissimo padre fondatore. Mi sentivo privilegiata di ascoltare la messa di un santo; mi pareva un serafino. Al tempo dell’elevazione sembrava che andasse in estasi, sembrava che dovesse alzarsi da terra, aveva perfino la faccia trasparente». | MC | AGOSTO-SETTEMBRE 2023 80 © afMC pAGINE DI VITA Giuseppe Allamano sacerdote nell’interpretazione di un’icona etiope.

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