terno dei bateyes, e sono coloro che portano avanti la comunità dal punto di vista sociale. Da un lato riproducono la forza lavoro (in quanto madri, nda), e dall’altro dipendono dagli uomini, perché l’unico lavoro retribuito è quello nella piantagione di canna. Le donne sono quindi forzate a legarsi con gli uomini per questioni economiche e a intrattenere una serie di relazioni di convenienza, scambi sessuali, economici o di altri benefici». Raúl ricorda il periodo della sua ricerca sul campo con una certa nostalgia, non solo professionale: «È stata un’esperienza molto immersiva. Tra il 2017 e il 2018 ho trascorso sei mesi in una comunità, il batey di Ciguapa, condividendo il mio tempo con alcune famiglie, in particolare con le donne, e ho instaurato rapporti che andavano al di là della ricerca e sono diventate relazioni di amicizia, di fiducia, costruite nel corso del tempo. A volte le donne si sono confidate, si sono aperte con me, al di là di ogni mia aspettativa. Temevo, infatti, che essendo uomo avessero delle difficoltà e resistenze, invece, proprio il fatto che per la prima volta un uomo si interessava non ai loro corpi, ma alle loro storie e alle loro vite, per loro è stata una cosa inedita, e a maggior ragione avevano voglia di parlare con me». Mettersi in ascolto Così è nato Mujeres: «Una selezione delle interviste realizzate con sette di queste donne, con le quali ho trascorso più tempo. Era un’esigenza di restituzione di quel debito umano che ho con58 REP. DOMINICANA | MC | AGOSTO-SETTEMBRE 2023 © Marco Bello © Marco Bello
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