Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2023

avviato il processo di acquisizione dei terreni che continua ancora oggi, nonostante lo stop al progetto. Gli abitanti del luogo hanno riferito di aver subito pressioni per vendere. Lo sviluppo della miniera comporterebbe l’acquisto di appezzamenti da almeno trecento proprietari privati e lo spostamento di oltre cinquanta famiglie di agricoltori, con impatti imprecisati su molte altre aziende agricole nell’area circostante. Rio Tinto sostiene di aver sviluppato «forti relazioni» con le comunità locali. Tuttavia, le organizzazioni territoriali e gli abitanti lamentano una scarsa comunicazione con l’azienda e la mancanza di informazioni sugli impatti socio ambientali e gli aspetti tecnici del progetto. I residenti hanno riportato di sentirsi «abbandonati» dallo stato nel trattare con una multinazionale il cui capitale è più grande dell’intero Pil del Paese. Terra: storia e biodiversità Nella zona interessata dal Piano territoriale ci sono cinquantadue siti del patrimonio culturale, tra cui località preistoriche, siti di epoca romana, insediamenti del Medioevo. La zona mineraria era prevista tra due importanti aree naturali: il monte Cer e le pendici dell’Iverak. La catena montuosa è una zona importante per la biodiversità e l’avifauna. Vi sono presenti tre specie inserite nella lista rossa dell’Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura): l’assiolo eurasiatico, il picchio verde eurasiatico e il picchio rosso medio. Il Cer è in procinto di essere riconosciuto come Landscape of outstanding features (panorama con caratteristiche eccezionali). A poco più di 5 km a est e a sudest dall’area del progetto si trova il «paesaggio di particolare pregio Tršić-Tronoša», abitato da 145 specie vegetali e animali protette. La rete idrografica Una delle preoccupazioni maggiori riguarda l’inquinamento delle fonti idriche. Nella zona di estrazione prevista scorrono i fiumi Jadar e Korenita, e il sottosuolo è ricco di acque sotterranee. Venti chilometri a valle, il Jadar confluisce nel Drina, il principale fiume che scorre tra la Serbia e la BosniaErzegovina unendosi poi alla Sava e al Danubio. In particolare, i bacini idrografici dei fiumi Jadar e Korenita e dei loro affluenti sono soggetti a un aumento della frequenza e gravità delle inondazioni improvvise, tra cui quelle devastanti del maggio 2014 e del giugno 2020. La Serbia occidentale sta sof30 SERBIA “ I cittadini temono che il processo non si stia svolgendo nel loro interesse ma a favore dell’investitore. frendo un impatto del cambiamento climatico superiore alla media globale, con un aumento dell’intensità delle precipitazioni e delle inondazioni, oltre che dei periodi di siccità. La terra ferita non dimentica La miniera di Rio Tinto non sarebbe stata l’unica nel territorio. Nella più ampia regione intorno al Jadar e alla vicina città di Loznica, non si sono dimenticate le storiche miniere di stagno e antimonio che hanno lasciato problemi di tossicità e inquinamento. Drammatica è stata la recente lotta contro l’inquinamento causato dalla fonderia e dalla discarica di Zajača, con elevati livelli di piombo rilevati nel sangue dei bambini locali. Nel bacino di Korenita, a seguito delle inondazioni del maggio 2014, 100mila tonnellate di rifiuti tossici sono fuoriuscite dalle strutture in disuso della miniera di antimonio di Stolice, contaminando 27 km di costa e 360 ettari di terreno coltivabile. Poiché la società responsabile è fallita poco dopo (e il suo direttore è stato accusato di frode fiscale), la bonifica è stata lasciata nelle mani del governo. La condizione problematica della democrazia, dello stato di diritto e dei media nel Paese, i numerosi problemi, soprattutto nell’ambito delle valutazioni di impatto ambientale e dei per- Stuart Rankin_flickr.com

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