Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2023

Transizione energetica | Litio | Impatti socio ambientali | Sostenibilità Le premesse dello stop L’azienda è presente nell’area del Jadar da quasi due decenni, ma le informazioni cruciali sul progetto sono state divulgate solo quando il governo ha pubblicato una bozza del nuovo Piano territoriale che, nel novembre 2019, ha definito l’area come destinata all’esplorazione mineraria. Dopo 30 giorni di «approfondimento pubblico» senza alcuna modifica significativa, il Piano è stato approvato nel marzo 2020. Le organizzazioni locali hanno sottolineato che la popolazione non era stata coinvolta nel processo di consultazione. Da allora, le voci del malcontento si sono fatte più forti e si è assistito a una mobilitazione aperta a livello locale e nazionale. Il Piano territoriale, secondo i critici, presentava molteplici e gravi difetti che lo rendevano «illegittimo». La Rio Tinto aveva commissionato la stesura del Piano territoriale al ministero delle Costruzioni, dei Trasporti e delle Infrastrutture, ma la bozza del di funzionamento della miniera di 30 anni, mentre il direttore di Rio Sava (la sezione serba di Rio Tinto), in una successiva intervista, ha parlato di «più di 50 anni». Difficile dunque sapere a chi e a cosa credere. Coltivare o estrarre? La valle del Jadar si estende su pianure coltivate e colline punteggiate da ventidue villaggi che vanno da un centinaio di abitanti a poco più di 2.500. Gli agricoltori locali coltivano diversi prodotti, soprattutto lamponi e prugne, si dedicano all’apicoltura, all’allevamento di bestiame, alla pastorizia ovina e caprina. Alcune Ong locali denunciano che gli abitanti della zona hanno saputo solo nell’autunno del 2020 che i loro appezzamenti erano stati riconvertiti da lotti agricoli a edificabili (per la futura costruzione degli impianti) e che sarebbe stato, quindi, impossibile per loro richiedere prestiti agricoli, oltre al fatto che avrebbero pagato tasse più alte. Dal giugno 2020, l’azienda ha Piano è stata prodotta, presentata e approvata dal Governo prima di una serie di altre procedure che l’azienda avrebbe dovuto seguire: ad esempio, la valutazione di impatto ambientale. Nel frattempo, la società ha portato avanti i lavori di esplorazione fino al 2020. La quantità e il volume di minerale da estrarre e lavorare non sono stati dichiarati in modo definitivo nel Piano. Esso, infatti, cita una stima, prodotta dalla società nel 2017, di 136 Mt (136 milioni di tonnellate). Successivamente, nel dicembre 2020, la società ha invece dichiarato che le risorse erano pari a 155,9 Mt. Inoltre, il Piano territoriale è stato sviluppato per un periodo AGOSTO-SETTEMBRE 2023 | MC | 29 “ La popolazione non è stata consultata. © Nina Djukanovic © Nina Djukanovic © Sofija Stefanovic Qui: il territorio coinvolto nel progetto minerario della Rio Tinto nella valle del Jadar. | L’apicoltura è una delle attività che rischiano di perdersi. | Secondo i residenti, man mano che l’impresa compra gli immobili, fa crollare i tetti. Questo demoralizza coloro che rimangono e che vedono attorno a loro la distruzione del paesaggio.

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